Pescaria, la start-up che sfida gli all you can eat

La passione per il pesce crudo unita alla soliditá della tradizione.

Pescheria

Pescaria, nuova start-up pugliese, ha creato il mix vincente tra street food e cucina gourmet. Come? Valorizzando i prodotti locali e inventando un nuovo modo di consumarli.

Come funziona 

Bartolo L'Abbate, proprietario di una delle piú note pescherie di Polignano a Mare, e Domingo Iudice, direttore dell'agenzia creativa Brainpull, hanno unito le forze per dare vita a una nuova realtá gastronomica. Dopo aver collaborato per diverse manifestazioni di street food ittico, Bartolo decide di allargare la pescheria per creare un piccolo servizio di ristorazione. 

 

Obiettivo principale? 

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Rendere il pesce fresco piú accessibile alla maggioranza e ad un miglior rapporto qualitá-prezzo. In una parola, un consumo piú democratico.

«Usiamo questo termine perché il prodotto ittico pugliese è molto costoso. Acquistati dalla barca, questi prodotti costano mediamente 40 euro al chilo» afferma L'Abate. 

Pescaria invece fa degustare pesce crudo per la modica cifra di dodici euro. I prodotti sono gli stessi con cui Di Bartolo rifornisce i ristoranti migliori della cittá. 

Differenza? Il pesce viene servito in pratici cartocci e non esiste servizio al tavolo.

Anche la scelta delle pietanze risulta piuttosto varia. Grazie alla collaborazione con lo chef Lucio Mele, vincitore di diversi contest internazionali, L'Abbate e Domingo hanno sviluppato un menu unico che, alla bontá delle tartare, unisce gustosi condimenti come zenzero, timo, basilico, cipolla di Acquaviva.

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Un successo dovuto anche ai social
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Il binomio tradizione-innovazione risulta ancora vincente. Da subito infatti lo strumento principale di promozione di Pescaria è stato Facebook. Le campagne pubblicitarie sono partite tre mesi prima dell'apertura del primo locale, strategia che ha permesso di individuare con esattezza il target.

Il popolare social non è stato sfruttato solo in fase marketing, ma anche nella ricerca del personale. Sulla base dei dati giá raccolti sono stati creati annunci di lavoro misurati su profili ad hoc. Gli eletti sono stati sedici tra 350 curricula. Il successo della campagna ha inoltre permesso a Iudice di prendere parte a un tour italiano in cui Facebook organizza meeting con i migliori casi di successo aziendale sulla sua piattaforma.

Altro che all you can eat giapponese...

di Irene Caltabiano

 

 

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