Pomodori verdi sfatti: Cucinare male e l'orgoglio degli chef mancati
«Chi cucina bene fa le ciambelle con il buco»
«A chi cucina così così non tutte le ciambelle riescono con il buco. Noi invece siamo il buco». Credo non esista migliore descrizione di uno dei gruppi Facebook del momento. Cucinaremale ha raccolto quasi 38000 membri in soli tre anni. E pensare che la pagina è nata per scherzo, come dice il fondatore Federico Briano Savona in un’intervista a Food makers.
Ecco a voi la comunità che dice basta ai vari Joe Bastianich e Carlo Cracco, al patè foie gras e al sautè di cozze. I comuni mortali si cibano di pizze surgelate, wurstel crudi e maionese e di sbobbe improponibili se si hanno ospiti a cena (ma anche se si è soli a casa). Tuttavia non si nascondono dietro foto di meraviglie prese da Internet: non sanno cucinare e ne vanno orgogliosi. Anzi, alla prima foto di piatto riuscito bene si urla al ban.
Le regole sono elementari: cucinare male un piatto, fare una foto e postarla su Facebook; e via di orrori e disastri che i giudici di Masterchef darebbero in pasto ai maiali senza nemmeno chiedere cosa siano. Un ritrovo in cui chi brucia il pollo o disintegra una torta può trovare comprensione, la famiglia virtuale dove nessuno ti giudicherà se pensi che la saccapoche sia il nuovo modello decapottabile della Citroen.
Una testuggine battagliera contro i food blogger, votata al Dio del surgelato e dei sughi pronti, che non si spaventa di apparire incapace di fare un uovo sodo o mostrare le ferite di guerra nel tentativo di tagliare le carote alla julienne. Una quotidiana guerra con la salubrità, ma va bene pur che serva per farci nutrire.
Cucinaremale ci riporta ai veri piani cottura, quelli con le macchie di sugo che scrosti solo con la dinamite e la tavola che, dopo pranzo, sembra un monumento ai caduti del '15-'18. In due parole: alla vita reale. Quella di chi non ha tempo di andare in bagno, figuriamoci di far brillare l’acciaio o realizzare vere e proprie sculture di cibo. Il refugium peccatorum che dimostra che la cucina italiana è sì la migliore del mondo ma questo non fa di tutti gli italiani cuochi provetti.
La pagina sfata anche il mito della mamma “Mulino bianco” che sforna delizie per figli entusiasti che si impastricciano la faccia di crema. Qui i pargoli, nel loro candore, sono molto peggio dei famigerati giudici dei talent. A volte si rifiutano di mangiare ciò che il genitore ha provato a preparare con amore, criticandone pesantemente l’aspetto di un gatto in putrefazione. Oppure, con commenti al limite dell'insulto, dicono alla mamma di spostarsi dai fornelli che è meglio che cucini papà o implorano una pizza a domicilio.
Insomma lode all’abbozzo, al disgusto e allo stracotto in una società che ci vuol perfetti anche in cucina. Gordon Ramsay spostati: ecco le vere cucine da incubo.
( Sotto, una gallery che merita di esser vista. Per tutto il resto iscrivetevi al gruppo e non ve ne pentirete!)