Primavalle, dove la differenziata è differente
Roma, quartiere Primavalle.
Provate a fare un tour panoramico fra le strade di questa antica periferia. Rinnovata? Sì. Migliorata? Anche. Ma forse ancora troppo antica e non abbastanza al passo con i tempi.
Un decennio fa i romani che abitavano in questo quartiere si lamentavano di disorganizzazione e “disordine” che lo caratterizzava. I più inseriti, addirittura, se ne vantavano. Parlo dei cosiddetti capobranco, quelli che la periferia romana se la sentono "cucita addosso" e figurano come rappresentanti di una specifica categoria (quella dell’inciviltà?!). Eppure, parlo anche in qualità di cittadina abitante di questa zona di Roma Nord fin dalla nascita. Proprio per questo ho sentito la necessità di analizzare al meglio la situazione ambientale.
La Primavalle che ci piace...
I tempi di coprifuoco da non trasgredire, di malavita e maldicenze sono, fortunatamente, superati (anche se non del tutto dimenticati). Chi associava questo quartiere a strade sterrate e facciate di palazzi trascurate ha cominciato a ricredersi quando, da qualche anno a questa parte, è nata (o meglio, è arrivata fino a qui) la mania dei murales. Il progetto Muracci Nostri ha infatti portato la street art a Primavalle per celebrare “l’umanità della borgata e la sua voglia di comunità”; così come spiega l’ideatore e scrittore Maurizio Mequio. Ed un passo è fatto.
Ancor più recente la notizia di circa un mese fa, proveniente dall’Acea, dell’installazione della nuova Casa dell’Acqua in piazza Capecelatro. Una tecnologica versione dei classici nasoni capace di erogare gratuitamente acqua fresca (naturale o frizzante) ma non solo: il dispositivo permette anche di ricaricare cellulari, tablet ed apparecchi elettronici attraverso apposite slot USB.
… E quello che non va
L’idea piace, fa acquisire punti alla scalata del quartiere verso la modernizzazione. Un’idea che sta avendo successo e che, quotidianamente, vede persone mettersi in coda per aspettare il proprio turno a portare una fresca bottiglia d’acqua a casa senza spendere un euro.
Ma se accanto al distributore aguzziamo la vista, scorgiamo un netto disordine fra i cassonetti dell’immondizia, proprio dall’altro lato della strada. Sarà forse il camion raccoglitore che non passa? No. Più probabile la mancanza di abitudine. Un’assenza, quasi totale, di volontà da parte di alcuni abitanti di Primavalle (ahimè, la maggior parte) a prestare attenzione alla raccolta differenziata. Come possiamo progredire se non salvaguardiamo il presente? Come può risultare indispensabile il servizio gratuito dell’acqua se non differenziamo i rifiuti perché tanto nessuno lo fa? Se non ci mettiamo in testa che, oltre ad essere un obbligo civico e morale, la differenziata riduce i rischi per la salute di cittadini e ambiente, risulterà inutile risparmiare qualche euro sull’acqua ricavandola dal distributore.
Primavalle ha dimostrato di saper salvare la faccia e risollevare il proprio nome. È il momento, dunque, di pensare anche alla nostra salute e compiere un altro piccolo, importante, passo.
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