Quale lima! Per uscire dal carcere (e non tornarci) bisogna saperci fare in cucina
Cosa rende una pena equa?
Fondamentale, in termini di durata, è operare una scelta che concili gli interessi della collettività in termini di sicurezza pubblica con il rispetto della dignità personale. Scivolare sul crinale del giustizialismo, comminare verdetti “esemplari” può far guadagnare facili consensi, ma rivelarsi del tutto inefficace in termini pratici.
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Una pena davvero equa deve coniugare l’onere per il detenuto di scontare il debito che ha maturato verso la società con l’opportunità di riscatto e reinserimento. Che futuro c’è, infatti, se la pena consiste unicamente nel trascorrere un periodo senza la propria libertà, e talvolta anche in precarie condizioni igienico-sanitarie? Quasi matematico, in casi del genere, che, appena il detenuto esce, ricominci a delinquere.
Fortunatamente, in anni recenti queste riflessioni hanno attecchito nella società e nel mondo dell’associazionismo. Hanno quindi cominciato a diffondersi sul territorio, all’interno di penitenziari e case circondariali, progetti finalizzati a far acquisire ai detenuti specifiche competenze e professionalità, così da prepararne, in modo più indolore possibile, il rientro nella comunità.
Non è un caso che molte di queste iniziative riguardino il settore alimentare: la convivialità, la condivisione del cibo intorno a un tavolo rappresenta infatti uno dei momenti migliori per cementare la coesione all’interno di un gruppo, e il suo senso d’identità. Questo è anche il “pretesto” che ha visto nascere il marchio Pasta senza glutine 1908, prodotto destinato alle persone affette da celiachia realizzato da 35 detenuti, fra giovani, italiani e stranieri, che stanno scontando una pena definitiva inferiore ai tre anni nel carcere di Sondrio.
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Il nome Pasta seza glutine 1908 ha un’origine ben precisa: mira infatti a celebrare, onorare e ricordare l’anno di fondazione della casa circondariale. I laboratori dove lavorano i detenuti sono situati in una vecchia autorimessa del carcere, rimodernata attraverso l’acquisto dei più recenti macchinari per la pastificazione.
A raccontare la nascita del progetto è Stefania Mussio, direttrice del carcere: “la mia idea era quella di mettere a disposizione dei ragazzi uno spazio adeguato ad imparare un mestiere spendibile sul territorio, che ha una forte vocazione turistica, e che offre eccellenze gastronomiche”. Il laboratorio era stato inizialmente attrezzato come sala computer, ma ben presto erano emerse le difficoltà di effettuare lezioni di informatica, anche in considerazione della breve durata delle condanne e dei problemi che i detenuti stranieri hanno con l’italiano. Da qui l’iniziativa Pasta senza glutine 1908, mirata a combattere il rischio di recidive.
Il lavoro di squadra premia
Il marchio è nato dalla collaborazione tra la Casa Circondariale di Sondrio con la Cooperativa Sociale Ippogrifo (attiva da 25 anni al suo interno), l’Associazione Italiana Celiachia e lo chef (celiaco) Marcello Ferrarini. La grafica Antonella Trevisan ha disegnato il logo e le confezioni di Pasta senza glutine 1908, mentre a curare l’immagine per il depliant informativo è stato Mario Finotti.
“Abbiamo voluto creare un ponte, un trait d’union tra la Casa Circondariale e l’esterno, provando a ridurre le distanze. Un auspicio, questo, che ha preso corpo attraverso un’azione imprenditoriale a valore sociale”. Così Paolo Pomi, direttore della Cooperativa Sociale Ippogrifo. “Vogliamo ringraziare Pro Valtellina, Confartigianato e Bim per aver reso realtà Pasta senza glutine 1908. Siamo riusciti a far entrare tante persone all’interno del carcere e ora siamo pronti a fare uscire il prodotto”.
“Abbiamo optato per attrezzature che non richiedono l’impiego di additivi chimici, e usiamo solo farine di mais e riso”. A fare il punto sulla produzione è Alberto Fabani (Cooperativa Sociale Ippogrifo). Attualmente il marchio realizza due paste secche, due paste fresche di riso e il tipico pizzocchero di grano saraceno. “Al momento riforniamo i negozi della zona di Sondrio, ma contiamo di espanderci in quanto il mercato dei prodotti senza glutine è in crescita”.
Chi acquisterà Pasta senza glutine 1908 avrà anche una piccola sorpresa: sul retro delle confezioni infatti troverà le ricette di Ruggero, Mohamed e Paolo, alcuni dei detenuti impegnati nel progetto.
“Sicuramente nella vita abbiamo commesso degli sbagli, ma iniziative come questa ci offrono l’opportunità di sognare e avere una rivincita”.