Quando il cellulare diventa un pezzo da museo!
Chiamate, messaggi, foto, posta elettronica, acquisti
Lo smartphone ci consente ormai di fare qualsiasi cosa. La tecnologia avanza spedita, nuovi modelli vengono prodotti in continuazione e possedere un telefono è diventato una necessità. Ogni cellulare ha la sua storia e con lui c’è la nostra. Come possiamo dimenticare il Nokia 3310 o il Motorola con lo sportelletto? Il primo telefono è un po’ come il primo bacio: non si scorda mai.
Sicuramente c’è ancora chi lo conserva come un piacevole ricordo in qualche remoto cassetto. Oggi forse è più complicato affezionarsi a questi oggetti, infatti si rompono e li cambiamo spesso. Il mercato ne offre davvero troppi e ricostruirne la cronologia di produzione sarebbe azzardato. Il gioco varrebbe la candela? Poco importa, ci hanno già pensato.
Collezione. Il Guinnes dei primati se lo aggiudica il tedesco Carsten Tews, possedendo ben 1.563 modelli differenti. A catturare l’attenzione però è anche il ventiseienne slovacco Stefan Polgari con i suoi 1.231. Quest’ultimo ci ha visto lungo, tanto da ristrutturare la propria cantina e creare un vero e proprio museo di storia dei cellulari.
L’idea. Attratto dall’evoluzione tecnologica, appena quindicenne, Stefan iniziò a racimolare vecchi telefoni. La passione per la collezione e la curiosità lo hanno spinto ad acquistarne oltre mille ad un prezzo stracciato, ovvero un centinaio d’euro. Il risultato? Un museo, più di 3500 telefoni (considerando i doppioni) e il record ufficiale di raccolta più grande della Slovacchia.
Modelli. I cellulari esposti sono considerati vintage, è questa la caratteristica della collezione. La raccolta comprende Alcatel, Nokia 5510 (uno dei primi con cover intercambiabili) o l’indimenticabile 3310, da poco tornato, in vesti moderne, sul mercato. Non mancano nemmeno Ericsson, Siemens, Panasonic, Philips … insomma, ci sono un po’ tutti.
L’obbiettivo. Come è scritto sul sito (https://muzeummobilov.sk/) il compito della mostra è tramandare il valore del cellulare alle generazioni future. La tendenza attuale è considerare l’oggetto come un bene di consumo mentre i pezzi esposti raccontano un tempo e una storia in cui il valore del cellulare era un altro. Non solo si valutava la qualità dell’apparecchio ma il design, la linea del dispositivo e il legame affettivo.
Chi l’avrebbe mai detto, nonostante la giovane età, che i cellulari diventassero pezzi da museo? A quanto pare non sono gli anni che passano a stabilirne la storicità ma la continua evoluzione tecnologica che li accompagna. Insomma, se vi capita di andare in Slovacchia, scrivete a Stefan; riceve su appuntamento e sarà ben felice di accogliervi e mostrarvi la sua collezione.