Quando la morte mi chiamerà
Sicura è la morte.
Nonostante la sensazione di inquietudine che ha sempre suscitato questo proverbio, è la pura verità. Siamo esseri mortali. Al di là di tecnologia, bionica e esperimenti scientifici. È dunque giusto ritirare in ballo i cari estinti anche dopo che questi ultimi hanno raggiunto la pace dei sensi?
Internet è un crocevia di notizie su app che ricreano avatar e personalità del defunto. Addirittura esiste un social dove puoi inserire dati personali per continuare a inviare auguri di compleanno e mail anche da morto. In principio era Ghost e adesso anche serie tv di enorme successo (vedi Black Mirror) hanno attinto a piene mani da questo tema, che fa sempre molta presa sul pubblico. In effetti, cosa c'è di più condivisibile della triste mietitrice?
Life beyond: quarantasette morto che parla
With me, selfie con il morto
L’utlima trovata sul fronte aldilà arriva dalla Corea del Sud. Si chiama With me e, presentata al Mobile World Congress di Barcellona, ha suscitato la curiosità di molti. L’app è stata messa a punto da Elrois, azienda specializzata in tecnologie 3D; la piattaforma consente infatti di tenere i defunti “a portata di smartphone”. Tutto ciò che serve è scannerizzare una foto del caro estinto dopodichè, grazie a With Me, appare il suo avatar digitale in 3D. L’immagine virtuale può essere ad esempio utlizzata per scattare foto insieme quando si sente la mancanza della persona cara.
Ma c’è di più. Grazie all’intelligenza artificiale viene simulata una chat con il defunto. «Abbiamo progettato l’ app per chi ha perso un membro della sua famiglia» ha spiegato Eun Jin Lim di Elrois in un'intervista alla Bbc.«Per esperienza personale, ho perso mia nonna qualche anno fa e rimpiango molto di non avere alcuna foto insieme a lei. In quel caso sarebbe stato bello poter usare i nostri avatar».
La tendenza a “resuscitare i morti” però non è un chiodo fisso degli asiatici. La collega russa di Eun Jin Lim si chiama Eugenia Kuyfa, ed ha sviluppato l’app Luka in seguito alla morte di un amico. La ragazza, già esperta di chatbot, avatar virtuali che usava generalmente come assistenti personali, ha messo insieme messaggi, foto, articoli che riguardavano Roman, investito da una macchina un anno prima. Ha così ricostruito virtualmente la sua personalità e, quando vuole, può chiedergli come sta o scherzare con lui.
I nuovi Lazzaro
Nonostante la bontà di intenti e presupposti continua a sembrarmi un’idea piuttosto inquietante illudersi che una persona sia ancora qui. Resta la domanda se parlare con i morti possa davvero aiutare amici e parenti a superare un lutto o se renda semplicemente il processo più lungo e difficile. Forse è meglio e più sano abbandonarsi alla dolcezza dei ricordi e darsi il giusto tempo per metabolizzare la scomparsa di chi amiamo.