Quando l'aforisma è terapeutico

L'aforisma è una sorta di gemma, tanto più preziosa quanto più rara, e godibile solo in dosi minime.

albert-aforismaLo scrisse Hermann Hesse, ignaro del fatto che nell' XI secolo tale pillola di saggezza sarebbe stata così utilizzata. Perché ci piace tanto? È quasi impossibile scorrere la bacheca di Facebook senza trovarne uno.

"Una sentenza in prosa concisa, spesso formulata con efficacia, in sé conchiusa”, recita il dizionario. L’effetto immediato dalla lettura di una citazione produce sorpresa e rivelazione, che si tratti d’amore, amicizia, odio, etc. Lo scrittore Arthur Schnitzler scrisse: “Nel cuore di ogni aforisma, per quanto nuovo o addirittura paradossale esso possa apparire, pulsa un’antichissima verità”.

E quello che ci colpisce, tanto da abusarne, è il fatto che attraverso la lettura o la trascrizione di brevi frasi ci troviamo di fronte a quel che potrebbe essere lo spirito e il sentimento universale dell’uomo e della vita stessa.  

L’utilizzo e l’effetto sociale

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Un aforisma ben fatto utilizza varie figure retoriche. Una di queste è il chiasmo: un incrocio immaginario tra duecoppie di parole, con uno schema sintattico AB, BA. Durante la guerra fredda, venne utilizzato da J. Kennedy nella sua famosa espressione: “Non pensate a cosa la vostra nazione possa fare per voi, ma a cosa voi potete fare per la vostra nazione”. 

Una strategia utilizzata come leva per ispirare i cambiamenti desiderati. Un altro esempio famoso: “Un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”. Ecco le parole pronunciate di  Neil Armstrong nel 1969, astronauta capace di far vivere a milioni di persone l’esperienza dell’atterraggio sulla luna.

Utilizzare aforismi permette la comunicazione di messaggi sfruttando i meccanismi di proiezione e identificazione, provocando così una reazione da parte di chi li legge o ascolta. Ed ecco come venghono utilizzati dalla psicoanalisi.

L’uso terapeutico

Lo psicoterapeuta si adopera cambiando la cornice ad uno o più eventi o fatti narrati dal paziente con l’obbiettivo dicondurre la persona a percepire diversamente il caso. L’aforisma è quindi utilizzato come la modalità più dirompente ed efficiente per la ristrutturazione di un contenuto.

Lo specialista nel ciclo di sedute interviene utilizzando gli aforismi, strutturando il percorso di riabilitazione in quattro fasi. È necessario per iniziare la terapia che lo psicologo individui sin da subito le sensazioni base del paziente: paura, piacere, dolore, rabbia, etc.

La prima fase: bisogna creare sintonia con il paziente, scegliendo prima gli aforismi in linea con la visione del mondo di chi si sottopone alle sedute,  procedendo con altri che svelino il funzionamento del problema.

La seconda fase: Il paziente va guidato verso i necessari cambiamenti. Sono utili frasi che generano sensazioni avverse o piacevoli in base alle proprie modalità percettive/reattive. Ad esempio: un individuo che tende a nascondersi e aver paura di mettersi in gioco può essere aiutato citando Catone: “Quello che ti manca chiedilo in prestito a te stesso”. Con una persona depressa si può intervenire in maniera avversiva citando Balzac: “La rinuncia è un suicidio quotidiano”.

La terza fase: Lo psicoterapeuta verifica l’efficacia del trattamento e, se ci sono esiti positivi si procede con frasi che valorizzino le risorse personali.

L’ultima fase: come la terza viene utilizzata per lavorare ad un livello di svelamento della realtà, stimolando la consapevolezza al paziente, quindi le origini dei propri disturbi e l’inizio di un nuovo stile di vita.

E come recitava lo scrittore e poeta irlandese Jonathan Swift, quel che conta sono:

“Parole giuste, al momento giusto, questa è la migliore definizione di stile” .

 

di Luca Mordenti

 

 
 
 

 

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