Quando muore una parte di te
Erika ha due anni e mezzo e i Carabinieri l’hanno trovata sola in casa.
La mamma era abituata così: usciva di casa per cercare soldi e la lasciava sola in mezzo a stracci e rifiuti. La bambina ha già cambiato cinque o sei case da quando è nata. In giro per l’Italia. Non sa parlare e cammina a stento: rifiuta qualsiasi carezza. Maria, trent’anni, lotta da quindici contro la depressione, sfogando su sé stessa l’odio nei confronti di quel prete che abusò di lei quando non era nemmeno adolescente. Marco, quarant’anni, è riuscito solo adesso a raccontare della violenza dello zio a suo danno.
I nomi sono di fantasia, ma le ferite e le sofferenze sono reali. Gli abusi sui minori influenzano gli adulti di domani. Il percorso per superare il trauma è duro, faticoso, doloroso. Ci vuole molta forza per non far morire una parte di sé stessi. Questo spot di una compagnia spagnola colpisce per la semplicità del concetto, ma è molto efficace. I veri mostri sono quelli che, dopo l'accaduto, si devono affrontare da soli.
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