Quegli Oscar laccati di bianco
01.02.2016 15:50
La cerimonia di assegnazione degli Academy Awards si svolgerà il 28 Febbraio al Kodak Theatre di Los Angeles.
L’atmosfera che precede la premiazione però non è di certo rilassata. Un ampio movimento di protesta che parte dal cuore di Hollywood si sta scagliando contro le nomination sempre più wasp ( epiteto dispregiativo per i bianchi di origine anglosassone e di religione protestante). Spike Lee è furioso: « Com’è possibile che per il secondo anno consecutivo gli attori candidati siano bianchi? Nessuno di colore o di diverse etnie? Non siamo capaci di recitare? ». Il regista afroamericano, indignato, ha dichiarato che non presenzierà alla cerimonia di quest’anno. Anche Jada Pinkett Smith, moglie del più famoso Will, ha diffuso, tramite un video,il suo appoggio alla causa. La contestazione ha avuto forte eco sui social, con l’hashtag #OscarSoWhite.
Come ha risposto la Giuria
L’Academy, investita da un tale tumulto, ha risposto prontamente alle accuse di discriminazione. Cheryl Boone Isaacs, presidentessa dell’associazione ( afroamericana, dettaglio non trascurabile),ha sottolineato la delicatezza dell’argomento, promettendo presto dei cambiamenti.« Nei prossimi giorni, nelle prossime settimane condurremo una revisione del nostro sistema di reclutamento per introdurre la diversità di cui tanto necessitiamo nel gruppo del 2016, e in quelli successivi». E ancora: « Nel 2016 la missione è l’inclusione in tutte le sue sfaccettature: genere, colore della pelle, etnia e orientamento sessuale. Capiamo le preoccupazioni molto reali della nostra comunità».
Accuse fondate?
Nonostante le candidature di personaggi/ protagonisti di colore, nessun attore o regista nero è stato messo in lizza. Quest’anno il regista messicano Alejandro Iñàrritu con il suo Revenant è l’unica nota esotica della competizione. Poco tempo fa il Los Angeles Times ha svolto un’inchiesta su chi fossero i membri dell’Academy of Motion Pictures Arts and Sciences, organizzazione fondata nel 1927 in California a sostegno del cinema statunitense. L’associazione non aveva mai rivelato l’identità dei propri iscritti; tramite un accurato studio ventiquattro giornalisti hanno scoperto che il giurato medio ha un’età di 66 anni, il 77% è maschio e il 94% di etnia bianca. Registi e attori afroamericani non hanno mica tutti i torti. Peraltro, per far parte della giuria ,si deve ottenere nel corso della propria carriera almeno una nomination alla statuetta dorata, ricevere la raccomandazione di due membri dell’ Academy e guadagnare l’approvazione del comitato a capo di ogni settore per la partecipazione a un film di successo commerciale o di critica. A voler esser malpensanti, è più facile che membri bianchi eleggano professionisti della stessa etnia.
Obiettivo raggiunto
Sembra che dopo settimane di protesta e attacchi online, l’Academy abbia ceduto, promettendo che entro il 2020 ci sarà non solo un aumento dei membri ( annualmente ne vengono scelti trenta),ma che verrà data una particolare attenzione all’aumento di quote nere e rosa. Nessuno però ha pensato che i candidati potessero essere in lista semplicemente per la loro bravura?
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