Quello zucchero troppo amaro

Siamo sempre stati abituati a pensare che il nemico numero uno di un'alimentazione sana fossero i grassi.

 O meglio, questo è ciò che hanno sempre voluto farci credere. Uno studio della University of California, pubblicato sulla rivista specializzata Jama Internal medicine, ha scoperchiato il vaso di Pandora: da oltre cinquant'anni ci viene nascosto il legame tra zucchero bianco e malattie cardiache.

La Sugar Research Foundation, oggi Sugar Association, durante gli anni '60 avrebbe pagato alcuni scienziati per mentire sull'influenza dell'uso quotidiano dello zucchero raffinato sull'aumento di patologie cardovascolari. Cinquantamila dollari il prezzo per il silenzio di tre scienziati di Harvard, che, successivamente, pubblicarono sul New England Journal of Medicine dati sostanzialmente falsi, puntando l'indice sui grassi saturi.

 

Due di loro sono morti. Il terzo, Mark Hegsted, negli anni '70 rivestì addirittura il ruolo di capo del Dipartimento di Agricoltura, dove contribuì peraltro a pubblicare diverse linee guida sull'alimentazione. Il dibattito tra chi fosse il “killer” fra zuccheri e grassi era aperto già in quel periodo. Esistevano principalmente due punti di vista. Ancel Keys, fisiologo (scopritore tra le altre cose della dieta mediterranea), sottolineava come il vero colpevole di una cattiva alimentazione fossero grassi saturi e livelli di colesterolo. John Yudkin metteva sotto accusa gli zuccheri, pubblicando persino un libro dal titolo inequivocabile: “Puro, bianco, mortale”. Quest'ultima ipotesi andava contro il profitto dei magnate industriali. Così John Hickson, manager di una grossa filiera, finanziò ulteriori ricerche che dimostrassero il contrario.

La strategia si rivelò vincente, anche se altamente illegale. Purtroppo o per fortuna i primi dati documentati su un determinato argomento continuano a influenzare per anni il dibattito scientifico. Soprattutto negli USA, dato l'alto tasso di obesità, la recente scoperta è un argomento scottante. Si calcola che l'americano medio consumi circa 22 cucchiaini di zucchero al giorno, pari a 400-450 calorie, la maggioranza dovuti a dolciumi e bibite gassate. Per molti decenni infatti gli statunitensi sono stati spinti dai funzionari sanitari a diminuire i grassi ( comunque dannosi in quantità eccessive), sostituendoli con alimenti ricchi di saccarosio.

 

Alla luce di quest'amara verità , il dibattito sul consumo di zuccheri è stato riaperto, tanto per quanto riguarda malattie cardiovascolari quanto per 'insorgenza di carie e altre patologie. L'organizzazione mondiale della sanità ha recentemente imposti nuove riduzioni di consumo: lo zucchero deve rappresentare il 10% del fabbisogno nutritivo giornaliero, ancora meglio il 5% ( circa 6 cucchiaini).

Il fatto in sé è molto grave. Se è successo per lo zucchero, chissà cosa altro ci potrebbero nascondere...

 

di Irene Caltabiano

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