Salvate il dugongo, antenato della sirena
«Che ce frega dei dugonghi» direte voi.
Miglia e miglia lontani da noi, nientepopodimeno che dall’altra parte del mondo, nella piccola baia di Henoko, in Giappone. Ma in quel piccolo angolo del globo non sono solo loro ad essere rimasti in pochi. L’avanzata militare sta annientando altre 5300 specie dell'eden tropicale. Gli Usa, proprietari dell’arcipelago fino a qualche anno fa, dopo aver tentato di costruire una base militare, hanno cercato di allargare quella esistente con due piste di atterraggio.Sui coralli.
Pare però che non sia tutto regolare. Lo scorso 19 ottobre il quotidiano Asahi Shimbun ha rivelato che tre membri della commissione avrebbero ricevuto un totale di undici milioni di yen da soggetti interessati all’affare. La Rainbow Warrior, nave di Greenpeace, ha tentato di approdare sul posto ma il governo giapponese glielo ha impedito. Ovviamente non hanno tardato ad arrivare le proteste dei cittadini, messe a tacere nonostante l’80% della popolazione di Okinawa si opponga all'operazione,
Tante le specie non solo protette ma minacciate di estinzione. I dugonghi sono rimasti solo in dodici esemplari. Animali oltremodo pacifici e vegeteriani (si nutrono della jangusa, una specie di alga che in giapponese significa appunto erba dei dugonghi) possono vivere oltre i settant'anni. Pensate che sono gli animali a cui è ispirata la figura mitologica della sirena, dalla loro abitudine di allattare al seno. Accanto a loro anche tartarughe caretta, embricata e verde, tre specie altrettanto a rischio.
Gli abitanti di Okinawa stanno tentando invano di fermare questo abuso di potere. Operazione dannosa per l’ambiente, i cittadini e la fauna che verrebbe, ancora una volta, schiacciata dal cemento e dalle logiche economiche.