Sapevate che esiste il miele allucinogeno?
Di un colore rosso acceso, si dice dia effetti simili a quelli della marijuana.
Altri gli attribuiscono un potere afrodisiaco e, se preso in quantità eccessive, risulta addirittura velenoso. La certezza è che possa essere raccolto solo da un cacciatore prescelto dagli dei. Mauli Dhan Rai, appartenente al popolo animista dei Kulung, Nepal, è l’ultimo raccoglitore del prezioso nettare.
Come ha capito di essere stato designato per l’arduo compito? La comparsa di un sogno molto particolare in cui era intrappolato da un ragno sulla scogliera e veniva salvato grazie all’intervento di una grande scimmia bianca.
Gli anziani di questo sperduto villaggio fra le montagne dell’Himalaya,di cui il mondo si ricorda solo perché, una volta l’anno, diventa meta per gli scalatori, confermarono che la scimmia era Rangkemi, spirito guardiano di api e scimmie, che abita i posti pericolosi in cui pochi umani osano andare.
Infatti, nessuno si assumerebbe volontariamente questa responsabilità. Non si tratta di raccogliere miele in condizioni normali: per arrivare all'obiettivo questo agile e muscoloso cacciatore di 58 anni deve arrampicarsi su scalette fatte di corda fino a raggiungere le pareti di roccia, alte anche 100 metri (senza alcuna misura di sicurezza).
Ma la sfida non finisce lì. Una volta giunto all’alveare, un’ enorme massa pulsante attaccata al duro versante della montagna, deve scacciare le api giganti con il fumo. Nel frattempo deve chiaramente evitare di essere punto, il tutto indossando una semplice maglia.
L'ultimo cacciatore
La storia di Mauli è talmente singolare da aver suscitato la curiosità del regista Renan Ozturk, che ha realizzato un documentario per National geographic. Ad accompagnarlo Mark Synnott, giornalista, che ne ha riportato la storia in un lungo articolo.
Cosa se ne fanno i nepalesi del miele appena raccolto? Viene venduto al mercato nero dai 60 agli 80 pound, circa il triplo del prezzo normale del miele. Mauli, che ha sempre preso una parte di quel denaro per il sostentamento, dopo più di un quarrto di secolo passato a fare questo mestiere, ha deciso di smettere. Le sue braccia sono stanche, il suo corpo risente delle punture e le orecchie dei continui ronzii.
« Sono esausto. La sola ragione per cui lo faccio ancora è che sono povero e nessun’altro lo farebbe». Qualcuno si vuole proporre per prendere il suo posto? Natura incontaminata e brivido del rischio non mancheranno.