Se non ti piace, perchè condividi?
Don't share
Mi costerno, m’indigno… clicco e condivido.
Dacci oggi la nostra polemica quotidiana, o’ Facebook. Una bella dose di critica distruttiva, lamentarsi di donne, tempo e governo e avere in cambio l’illusione di agire attivamente sulla realtà.
A tutti è capitato di parlar male di qualcosa o qualcuno, pubblicando un contenuto che riguardava quella situazione o persona che proprio non era in linea con il nostro modo di essere.
Ricordo ancora una delle prime massime che ci insegnarono alla Facoltà di giornalismo: la buona notizia non fa notizia. O comunque, fa molto meno scalpore di un fattaccio, una tragedia o un’informazione politically uncorrect.
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Così non solo se leggiamo o vediamo qualcosa che non apprezziamo il nostro umore peggiorerà ma in realtà, pubblicando un contenuto che non ci piace, non stiamo facendo altro che aumentare il traffico di quel video o di quel post che proprio ci dà sui nervi.
Se poi, a loro volta, i nostri contatti lo postano sulle loro bacheche, il gioco è fatto. Si crea una spirale di informazione sommaria e negativa.
Che fine ha fatto la netiquette?
Ricordo che, agli albori della diffusione di Internet, a scuola ci fecero comprare un libro sui nuovi termini e vocaboli del mondo web.
In appendice, un capitolo riguardante la netiquette (crasi di net = rete in inglese ed etiquette= etichetta in francese) ovvero i comportamenti corretti da utilizzare nel mondo virtuale. Una specie di Galateo 2.0 che era buona norma tenere come riferimento.
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Oggi questo termine, se non èpiù utilizzato, è comunque considerato un po’ retrò. Eppure, sono dell’idea che si dovrebbe riesumare la buona creanza per ciascun social.
La netiquette su Facebook
Per quanto riguarda Big F il nostro potere d’azione su ciò che scegliamo di leggere riguarda poche semplici regole di buon senso.
1) Se non ti piace, non commentare;
2) Se non ti piace, non condividere;
3) Se non conosci un argomento, informati prima di dire imbarazzanti corbellerie;
4) Leggi sempre i post per intero;
5) Ricorda che l’offesa sui social ha conseguenza a livello legale;
Non lamentiamoci del cattivo giornalismo. Ricordiamoci che anche noi abbiamo un potere sui contenuti. Meno post che incitano alla polemica sterile vengono condivisi, più si riuscirà a scremare l’informazione spazzatura e destinata a creare solo polverone.