Seed swapping e orti in multiproprietà: ecco chi sono i nuovi contadini
C’erano una volta gli agricoltori i cui unici strumenti di lavoro erano zappa, forcone e tanto olio di gomito.
La vita nei campi però si evolve insieme alle nuove tecnologie, creando commistioni fra tradizione contadina e mondo digitale. Oggi, se un agricoltore sudamericano non riesce a crescere la propria piantagione, o non sa come debellare una rara specie di parassiti, può chiedere consigli a un collega del Kenya. È la magia del web.
L’agricoltura si muove sui social
I contadini del nuovo millennio ormai non solo sanno come crescere barbabietole e broccoli, ma vogliono condividere la loro conoscenza, consentire anche ai meno esperti di portare in tavola prodotti freschi di stagione . Secondo uno studio di Farm Futures, centro di indagini di mercato americano, il 40% dei contadini crea il suo business su Facebook. Seguono Twitter (20%), Linkedin ( 17%), e Instagram ( 5%).
Frutta e verdura si coltivano insieme
Nella sharing economy, si mette in comune anche la terra. Da tempo infatti si è diffusa l'abitudine dell' orto in multiproprietà. In alcuni casi, si può affittare un pezzo di terra affidando alle mani di esperti agricoltori le proprie verdure. La famiglia Caccavari ha infatti messo a disposizione campi ( in provincia di Catanzaro) e conoscenze per chi vuole prodotti freschi e genuini, con tanto di tag e foto ad quando il prodotto è pronto per essere ritirato.
Altro esempio sono gli Orti di Veio, alle porte di Roma. In questo caso gli aspiranti contadini sono invitati a sporcarsi le mani in prima persona . Per 350 euro al mese si ottiene in gestione un terreno di 70 metri quadrati dove piantare, coltivare e raccogliere verdure, ma anche crescere fiori ed erbe, in uno spazio biologicamente puro, privo di prodotti chimici . Nel prezzo è compresa attività di mentoring, dedicata a chi approccia per la prima volta questo tipo di attività.
Poi c’è Wefarm, che ha pensato alle zone più remote del mondo, dove non arriva nemmeno la connessione Internet. Con il peer to peer l’agricoltore invia un sms che viene immediatamente pubblicato online e rimandato via messaggio a membri selezionati che potranno a loro volta rispondere via cellulare, senza bisogno di Wi-Fi.
Cos’è il seed swapping
I social non servono solo per scambio di informazioni, ma anche di semi. Il seed swapping è un movimento che sta sempre più prendendo piede, dalle numerosissime pagine Facebook, che agiscono a livello locale, per arrivare ai colossi come Seed Savers Exchange, progetto ambizioso nato nel 1975 e oggi leader nella conservazione, nello scambio e nella selezione di semi. Grazie a questo movimento sono rinate antiche professioni e si è trovato il modo di mantenere colture difficili da crescere, incrementando persino micro-economie che sembravano destinate a morire.
Probabilmente è questo il compromesso tra tradizione e innovazioni: donare ai vecchi mestieri nuovo respiro.
di Irene Caltabiano