Sei sicuro di sapere come si costruisce un sito internet?

Do it yourself… ma impara come.

Corre l’anno 2017 e il sogno di ognuno è mettere in rete il proprio blog, curarne i contenuti, farlo spopolare e guadagnare un sacco di soldi. Confucio ha detto: “Trova un lavoro che ami e non dovrai lavorare neppure un giorno in vita tua”. È esattamente questo lo spirito che ci anima nel momento in cui immaginiamo di mollare un impiego noioso e malpagato per dedicarci a una passione. Non è perché siamo degli ingrati, è che vogliamo semplicemente essere felici.

Ebbene, oggi la felicità passa per il digitale. È un fatto, non un’opinione: qualunque sia l’idea di business che abbiamo in mente, è impensabile che possa avere successo senza un sito internet e un blog aggiornato. Occorre stabilire un rapporto di fiducia con gli utenti dimostrando autorevolezza, se l’obiettivo è convertirli in clienti. Pubblicare quotidianamente articoli di valore è il modo migliore per attirare traffico ma a monte di tutto questo c’è il piazzamento nei motori di ricerca (segnatamente Google), altrimenti nessuno saprà della nostra esistenza.

A meno che non si disponga di un budget coi fiocchi, tale da potersi assicurare le prestazioni di un webmaster qualificato, bisogna fare di necessità virtù e imparare un po’ di trucchi del mestiere.

L’importanza di chiamarsi Google.

Con l’avvento di CMS (Content Management System) come Wordpress, Joomla, Magento, Webnode e simili, oggi chiunque può costruire un sito di tutto rispetto con le proprie mani spendendo meno di 100€. In fondo si tratta solo di acquistare un dominio e un buon template. Per l’installazione, poi, bastano pochi clic e il gioco è fatto.
Tuttavia costruire un sito internet efficiente non significa metterlo tecnicamente in piedi ma fare in modo che piaccia al signor Google, prima ancora che agli utenti. Il motore di ricerca di Mountain View domina il mercato al punto che anche i suoi rivali di sempre, Yahoo e Bing, si sono adattati al leader modificando i rispettivi algoritmi.

Quando digitiamo alcune parole chiave nella barra di ricerca e premiamo Invio, dei software chiamati robot entrano in funzione per fornirci le risposte migliori nel minor tempo possibile. Vengono così seguiti una serie di criteri di cui è opportuno tenere conto in fase di progettazione, oppure si rischia di essere tagliati fuori. Una pagina web che non piace ai motori di ricerca è a tutti gli effetti una cattedrale nel deserto: nessuno la raggiungerà mai.
Se vogliamo evitare di fallire prima ancora di aver cominciato, dunque, dobbiamo conoscere i duecento fattori che l’algoritmo di Google prende in considerazione per stabilire chi collocare nelle prime posizioni dei risultati della ricerca.

Il vademecum del bravo webmaster.

In realtà è sufficiente prendere in esame un sottoinsieme di questi criteri per assicurarsi una visibilità soddisfacente, senza dannarsi l’anima per impararli tutti. Vediamo allora quali sono e mandiamoli a memoria come veri e propri comandamenti, se vogliamo che il nostro sito o blog scali la classifica come un alpino.

  • Età del sito: più è “anziano”, meglio si posizionerà.
  • Presenza della parola chiave nel nome del dominio: se ci occupiamo di biciclette, l’ideale sarebbe che la parola “bici” fosse inclusa nell’indirizzo web (ad esempio bicimaniac.com).
  • Periodo di registrazione del sito: è bene assicurarsi la proprietà del dominio per almeno tre anni.
  • Identità del proprietario: se non si rendono visibili il proprio nome e cognome, si è penalizzati.
  • Scrivere gli articoli rispettando le regole SEO: i contenuti vanno ottimizzati in modo da semplificare il lavoro dei software robot che scansionano la rete.
  • Velocità del sito: le pagine devono essere leggere in termini di byte necessari per la visualizzazione.
  • Frequenza di pubblicazione: Google ama i siti aggiornati quotidianamente.
  • Grammatica: può suonare strano ma il motore di ricerca si comporta come una maestra delle elementari e più errori si commettono, peggiore sarà il voto che si prende.
  • Popolarità del sito: si valuta in base al numero di siti che linkano alle nostre pagine.
  • Originalità dei contenuti: ebbene sì, il copia e incolla non è gradito.
  • Qualità dei siti suggeriti: se invitiamo gli utenti a visitare siti di bassa qualità, saremo penalizzati.
  • Coerenza dei contenuti: se ci occupiamo delle sopracitate biciclette, difficilmente otterremo un buon punteggio scrivendo un articolo dedicato alla cucina etnica.
  • Condivisione sui social network: una buona popolarità su Facebook, Twitter e compagnia cantante è considerata un punto a favore.
  • Usabilità del sito: un utente deve trovare facilmente quel che cerca, idealmente senza alcuno sforzo cognitivo.
  • Sito ben strutturato e diviso in categorie: questo aspetto semplifica il compito ai robot, per cui viene premiato.
  • Bounce rate: rappresenta il tasso di persone che abbandonano il sito senza navigarlo e deve essere il più basso possibile.
  • Responsive layout: il sito deve adattarsi alle dimensioni dello schermo dell’utente senza perdere in usabilità ed efficienza.
  • Qualità dei contenuti: gli articoli pubblicati devono essere utili e creare valore nella rete.

Si consiglia dunque di badare poco ai fronzoli e andare dritti al sodo, perché non è l’estetica il parametro che determina il successo o l’insuccesso di un sito web. Ciò, ovviamente, non significa che dobbiamo mettere online un obbrobrio perché in un fattore come il bounce rate, ad esempio, anche una bella grafica può avere il suo peso.

 

di Giovanni Antonucci

autore del romanzo "Veronica Fuori Tempo"

 

 

 
 
 

 

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