Sei una brava o una cattiva persona? Lo decide l' (inquietante) social credit
Avete presente Black Mirror, serie di grande successo sugli effetti collaterali delle nuove tecnologie?
Gli sceneggiatori hanno ambientato la fiction in un futuro prossimo ma, considerati gli eventi recenti, è più attuale che mai. Potrebbe la reputazione online diventare così importante da influire sulla vita reale? In Cina ci stanno lavorando, con una piattaforma dall'inquietante sapore orwelliano.
Il governo del sol Levante ha sviluppato un sistema di credito sociale (social credit) che misura l'affidabilità dei cittadini, inseriti in un enorme database di informazioni fiscali e governative. Una sorta di classifica che, sull'onda lunga del credit scoring bancario (verifica della situazione finanziaria che definisce solvibilità e condizioni di un prestito di denaro), analizzerà la reputazione di una persona su ben altri fronti, partendo dalla "vita" virtuale.
Il credito sociale viene calcolato in base agli acquisti di servizi costosi online, al tipo di prodotti comprati, fino agli investimenti compiuti o al comportamento sui social media. Una scala sociale iperconnessa che, ancora una volta, è basata su denaro e apparenze. Si può scalare la classifica? Sì, certo. La soluzione è stringere amicizia con persone che hanno già un punteggio alto e eliminando chi sta in basso alla lista. Come fare a sapere se ti trovi a contatto con un outsider? Gli utenti vengono incoraggiati a pubblicare il loro scoring sui social. Numeri sui quali, a loro volta, altri utenti potranno inserire la loro valutazione positiva (o negativa).
Un altro punto da non sottovalutare per avere un alto profilo sociale è la diffusione di “energia positiva online”. Detta così sembra affascinante e molto zen. Ma che vuol dire in concreto? La propagazione di "energia negativa" corrisponde ai rumors, termine che sta ad indicare la critica politica. Insomma, chi pubblica contenuti sensibili e dà opinioni poco lusinghiere sul governo in carica riceverà un punteggio sociale inferiore. Una dittatura edulcorata, in cui la libertà di opinione viene bollata come pubblicamente sconveniente.
Chi ci guadagna?
Su una piattaforma del genere il traffico di informazioni e dati sensibili è enorme. Ed è proprio sulle identità dei cittadini che trarrebbero profitto le agenzie di gestione del credito sociale. Come? Vendendole ai governi e alle aziende private.
Il sistema non è ancora stato implementato a livello nazionale ma otto aziende cinesi stanno utilizzando versioni in miniatura del progetto. Sono già stati calcolati punteggi di credito sociale con Sesame Credit, braccio finanziario di Alibaba, una delle piattaforme di e-commerce più famose al mondo. Come? Accumulando le informazioni in un database. Stessa cosa con siti di incontri come Baihe, che hanno provato a variare il loro algoritmo di engagement non più improntandolo sulla bellezza ma sulla sicurezza economica.
Quali sono le conseguenze?
Un sistema del genere obbliga chiunque a essere online. Se non ci sei non esisti e non sei socialmente valutabile, In poche parole, sei un emarginato della società, non più distinta tra reale e virtuale.
Il credito sociale riflette una crisi profonda delle relazioni. Si è arrivati a fidarsi di più degli algoritmi che di sè stessi, in un continuo bisogno di prove ( fittizie) che garantiscano la credibilità di una persona. Ma se la reputazione dipende da fattori esterni al proprio punto di vista e da individui tutt'altro che disinteressati?
Succede che siamo in balìa di qualcosa che va al di là del nostro controllo. E, se si accetta questo, ci siamo già consegnati alle intelligenze artificiali.
di Irene Caltabiano
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