Sicuri di essere bravi a letto?
“Com'è bello far l’amore da Trieste in giù” cantava la Carrà, ma diciamolo pure … è bello sempre e ovunque.
Primi caldi: l’odore dei fiori riempie l’aria di un profumo afrodisiaco e gli ormoni iniziano a ballare la tarantella. Questa è la fase dell’anno in assoluto migliore per chi ama esplorare al meglio il corpo in un nido d’intimità, dove passione e carne si intrecciano.
Spesso l’errore in cui incorrono le coppie che convivono o stanno insieme da tanti anni è considerare l’amplesso come un dovere, uccidendo l’eros e la relazione. Fare l’amore deve essere un piacere stimolato dal desiderio. Per cui, meglio poco ma bene. Solo in questo modo saremmo in grado di trasmettere complicità, lasciandoci andare alle fantasie più nascoste. È importante per una relazione mantenere una vita emotiva e psichica soddisfacente e più si fa sesso con piacere e più la voglia si rinnova. Impariamo ad ascoltare gli impulsi del corpo, abbandoniamoci all’autenticità dell’amore e godiamoci a pieno questo momento. Ecco qualche consiglio dei sessuologi per vivere al meglio il piacere del rapporto.
Esibizione. Non abbiate paura di mostrare il vostro corpo, accettatelo. Il partner ha scelto di stare con voi perché ama le vostre imperfezioni. Fatevi guardare, ammirare, desiderare e esibitevi senza timore. La carne è fonte di enorme godimento e la vostra è meravigliosamente autentica.
Immaginazione. Se volete evitare di cadere in una performance vergognosa, anzi tutto fatelo con passione e curiosità. Ogni volta deve essere un’ occasione per conoscere meglio se stessi e il partner. Infatti, non si finisce mai di scoprire le zone erogene dell'altro. Un altro consiglio: usate l’immaginazione per sorprendere il vostro lui/ la vostra lei e non per concentrare l’attenzione su voi se stessi.
I 5 sensi. Toccatevi, guardatevi, sentitevi, gustatevi e annusatevi. I sensi sono cinque, usiamoli tutti. Carezze, abbracci e baci vanno bene ma possiamo fare di più. Impariamo ad abbandonarci completamente. Ad ogni modo esistono delle preferenze sensoriali. Ad esempio, l’uomo utilizza la vista per mantenere l’eccitazione, gli piace guardare. La donna, invece, predilige l’ascolto, adora il compagno che all’orecchio le sussurra frasi intense e provocanti. Non abbiate paura di osare, in amore non si hanno regole.
Parti erogene. Conoscete i punti del corpo che eccitano di più il partner? Forse. In genere i più comuni come i genitali, il collo, le orecchie o i capezzoli (sia uomo e donna) funzionano sempre ma impariamo a conoscere meglio la nostra metà.
Orale o manuale? Poco importa, anche se in media si preferisce il sesso orale. Prima di iniziare prendetevi sempre un momento in cui vi dedicate unicamente al partner. La masturbazione è necessaria per stimolare le zone genitali e preparare il corpo all’orgasmo.
Posizioni. Vanno usate quelle che regalano più piacere, non ne esiste una migliore. Provatele. La più comune è il “missionario”: il settanta per cento delle coppie l’utilizza, forse per abitudine. L’uomo si ritrova a dominare la donna ma è preferibile che lei stia sopra al fine di un maggiore godimento reciproco. Infatti, in questo modo è lei a dirigere mentre l’uomo si sente dominato, protetto e come abbiamo già detto, utilizza la vista per alimentare il godimento.
Punto G. Dov’è? Trovarlo è garanzia del piacere totale. Nella donna si trova sulla parete interiore della vagina, dietro l'osso pubico, ad una profondità di circa 6-8 centimetri rispetto all'ingresso del canale vaginale. Si presenta come una piccola protuberanza spugnosa e al tatto è leggermente ruvido. Non è difficile entrarci in contatto, infatti si gonfia in caso di eccitazione.
Le posizioni migliori per raggiungerlo sono da dietro o con lei sopra: osservate la reazione del partner. Negli uomini, invece, si trova sulla ghiandola prostatica, ovvero all’interno del retto, sulla parete interiore, quella che separa il pene dall’ano. Anch’esso si presenta come una piccola protuberanza dalle dimensioni di una nocciolina. Non è facile da raggiungere ma con un po’ di allenamento, il gioco è fatto.
A questo punto, è forse vero che “l’attesa del piacere è essa stessa piacere”?