Sogni gli Usa? Non dimenticare l’ESTA
Il viaggio, nella nostra epoca 2.0, costituisce un paradosso
Tecnicamente, infatti, rappresenterebbe una condizione transitoria, ma, in concreto, è diventato stabilmente parte integrante delle vite di milioni di persone. Essere in movimento, quindi, è un’azione…stabile.
Lavoro e viaggio: come conciliarli?
Tenere insieme qualcosa di necessario e la propria curiosità, il bisogno insopprimibile di conoscere cose nuove, sfidare i propri limiti e proporsi ulteriori (e più ambiziosi) traguardi, non è semplice. In questo senso è certamente facilitata la condizione dei nomadi digitali, ovvero persone che lavorano attraverso la tecnologia, costantemente esposte ai social, e quindi non obbligate a rispettare il classico orario di ufficio 9-17. Li basta un portatile ed una connessione Internet per svolgere la propria attività.
La vita dei nomadi digitali attira l’invidia di molti: chi non sogna, infatti, di trascorrere il tempo tra volti e paesaggi nuovi? Chiunque, se potesse, direbbe basta a una quotidianità “incatenata” a una scrivania e a un cartellino da timbrare. Comunque va detto che non è tutto rose e fiori, per chi sceglie di girare il mondo “mettendo in valigia” il proprio lavoro.
Sono molti, infatti, i problemi (anche pratici) con cui i nomadi digitali devono costantemente confrontarsi. Tra i tanti, la necessità di essere connessi h24, cosa non sempre facilmente realizzabile, e una spiccata capacità di adattamento e di gestione dello stress. A queste si aggiunge la propensione al compromesso, se non addirittura al sacrificio, per quanto riguarda la vita privata.
Ultimo ma non da ultimo, scegliere attentamente i luoghi in cui spostarsi. Cosa fare, ad esempio, se si è attratti da un Paese ricco di opportunità umane e professionali, ma profondamente diverso, per leggi e cultura, da quello d’origine? Sognare con ambizione è importante, ma altrettanto lo è restare con i piedi ben piantati per terra. Perciò, quanti sono irresistibilmente attratti dagli USA dovrebbero coltivare con un pizzico di pragmatismo il loro sogno a stelle e strisce. Un primo passo in questa direzione potrebbe essere un viaggio esplorativo oltreoceano, per effettuare il quale è indispensabile richiedere l’ESTA (Electronic System for Travel Authorization).
Cos’è l’ESTA e qual è la sua funzione?
Si tratta di un’autorizzazione al viaggio che permette di raggiungere gli Stati Uniti utilizzando un volo o imbarcandosi su una nave da crociera. Disporre dell’ESTA non costituisce tuttavia garanzia automatica di accesso al suolo statunitense: in tal senso un ruolo decisivo è svolto dagli ufficiali dell’immigrazione. Spetta a questi, infatti, dislocati in porti e aeroporti, decidere sulle sorti di chi è intenzionato a visitare il Paese.
L’ESTA è obbligatoria dal 12 gennaio 2009 per chi proviene da nazioni quali l’Italia, il Regno Unito, la Germania e la Svizzera. Tale sistema è stato introdotto per consolidare le misure volte a garantire ai viaggiatori di muoversi in condizioni di sicurezza, nel rispetto della propria incolumità.
Tale strumento prevede un processo di monitoraggio delle informazioni fornite dal viaggiatore, in base alle quali il suo spostamento verso gli USA viene consentito oppure no.
La richiesta di ESTA va inoltrata almeno 3 giorni prima della partenza, attenendosi alle linee guida fissate dal Dipartimento Sicurezza Interna.
A partire dal settembre 2010 l’ESTA è a pagamento; se la richiesta di autorizzazione viene rigettata, il viaggiatore deve ottenere un visto temporaneo da un’ambasciata o dal consolato USA.
L’autorizzazione ha validità biennale, e durante i 24 mesi previsti è possibile viaggiare oltreoceano senza problemi; tuttavia, se in questo arco di tempo il passaporto scade, bisogna ripetere l’iter di richiesta ESTA.
Per tutti questi motivi è fondamentale che la domanda venga compilata correttamente e che non ci siano errori, così da poter viaggiare verso gli USA senza problemi.
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