Solo wedding: moda o fenomeno sociale?
Il matrimonio è, per definizione, una scelta di vita.
Una scelta d’amore. Il coronamento del rapporto con un partner che è la nostra anima gemella (o almeno si spera che lo sia).
Ma cosa faremmo se scoprissimo che la nostra anima gemella si trova ogni giorno di fronte ai nostri occhi, guardandoci allo specchio?
Jenilyn Rodriguez, trentenne originaria di New York, ha scelto di celebrare un matrimonio a tema unico: il partner sarà...lei stessa. Una cerimonia con tanto di abito nuziale, anello al dito e ricevimento.
La trentenne sostiene di aver maturato questa decisione dopo una serie di relazioni sbagliate con uomini violenti.
Come Jenilyn, anche Laura Mesi, istruttrice di fitness di Lissone (provincia di Monza e Brianza), ha deciso di convolare a nozze con se stessa.
Laura è la prima sposa single d’Italia che a 40 anni ha organizzato un vero e proprio matrimonio con parenti e amici, culminato con un viaggio di nozze in Egitto.
«Abito da sola da 5 anni e da quando ne ho 38 ho dichiarato che a 40 mi sarei sposata. Se non avessi trovato il principe azzurro sarei comunque convolata a nozze e così ho fatto».
Ma cosa spinge una donna a questa scelta?
In un primo momento, ho pensato che l’unico tirante fosse la solitudine.
Il bisogno di esorcizzare la paura di restare sole architettando una vera e propria celebrazione del proprio status di single a vita. Poi però, guardando l’intervista di Laura, ho cambiato punto di vista.
«Amati perché nella vita conosceremo tante persone. Amici, colleghi familiari e conoscenti entrano ed escono dalla nostra vita. Ma la persona che di certo rimarrà con noi per sempre siamo noi stessi».
Gli sposi single: un nuovo business
Il fenomeno del matrimonio per single non riguarda mica solo il Bel Paese. In Giappone, spesso pioniere di mode bizzarre, è diventato un vero fenomeno sociale: il solo wedding.
Sono infatti nate agenzie ad hoc per donne e uomini single che si occupano di tutto: dalla cerimonia all’organizzazione del viaggio di nozze.
La Cerca Travel di Tokyo ad esempio, non appena aperti i battenti, ha subito registrato trenta prenotazioni.
Si occupa di bouquet, hairstyle, prenota il servizio di limousine e il pernottamento in hotel. Mette a disposizione persino il fotografo per l’album ricordo.
Secondo il Japan Times sono i cambiamenti sociali in corso a determinar tale “moda”: l’urbanizzazione massiccia, l’invecchiamento della popolazione, matrimoni in età sempre più avanzata e aumento dei divorzi che pare creino un senso di ansia, soprattutto nelle donne.
Da qui la voglia di regalarsi l'emozione di quel giorno, anche se, in qualche modo, fittizia.
Continuo a credere che sia una scelta bizzarra.
A tratti discutibile (secondo alcuni sposarsi con se stessi è un ossimoro come a dire: bistecca vegetariana o più semplicemente un’operazione di puro marketing).
Organizzare matrimoni gay: un nuovo business
Tuttavia ho cominciato a farmi alcune domande: qual è la differenza fra un matrimonio autoreferenziale e la scelta di restare sigle o non avere figli?
Ok, Laura ha speso più di diecimila euro per ufficializzare uno status che per molti uomini e donne è semplicemente uno stile di vita.
Ma se questo bastasse a farci sentire felici, che male c’è? Chi è davvero solo? Chi sta talmente bene con se stesso al punto da volersi sposare o chi si ama come conseguenza di un rapporto di coppia da cui è dipendente?
«Amare se stessi è l'inizio di una storia d'amore lunga tutta la vita» ha scritto Laura sui social il giorno del suo sì, dichiarando di essere certa che tutto filerà liscio nella sua nuova vita sentimentale.
«Se dovessi trovare il principe azzurro, sarò felicissima di condividere la mia vita con lui ma non credo mi risposerò più, quindi non credo divorzierò mai da me stessa».
Attenzione però, non tutto è rose e fiori. Le rotture avvengono, proprio perché ci consideriamo partner al pari degli altri. Quindi, care spose single, occhio alle crisi e ricordate che la regola vale anche per voi. Rischio divorzio sempre in agguato: cinquanta su cinquanta!
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