Sunrise o Sunset Boulevard? Tre buone ragioni per fare o NON fare lo sceneggiatore
Comincia tutto per caso.
Quando un giorno ti ritrovi a guardare una vecchia pellicola di Billy Wilder e allora sogni di essere dentro quel film. Ma non nelle vesti di Joe Jillis, lo sceneggiatore squattrinato morto nella piscina di una ex diva del cinema muto.
Quanto nelle vesti di Betty Schaefer, che una notte si ritrova a passeggiare sul set e, fra suggestioni scenografiche fatiscenti, si accorge che vuole fare la sceneggiatrice. Fu guardando quella scena che capii che volevo essere come lei.
Così digiti su Google: “Come scrivere una grande sceneggiatura?”, mentre sogni di percorrere il red carpet e una sfilza di pagine ti rimandano a blog, articoli e suggerimenti su come essere un grande sceneggiatore. Tante, troppe.
Sei confuso.
Che fare? Ti iscrivi ad un corso. Per poi scoprire che nessun corso ti insegnerà mai a scrivere bene.
Mentre sei a casa a incorniciare il bel titolo conseguito e fai passare un periodo di tempo al culmine del quale realizzi che… è meglio tentare il concorso pubblico alle poste piuttosto che la carriera dello sceneggiatore.
Ma, ad un tratto, quando hai già pronta sulla scrivania la domanda come insegnante di terza fascia...Ecco che qualcuno si accorge di te. Sì, proprio di te.
La chiamerai fortuna per apparire modesto, ma penserai sia successo solo perché sei più bravo degli altri.
E allora, eccoti al prossimo evento mondano, con un abito per cui hai risparmiato due settimane sulla spesa affinché diventasse tuo. Un evento dove si presenterà il primo episodio di una serie in cui hai lavorato come portatore di caffè.
Eccoti che attraversi il corridoio parallelo al red carpet mentre i tuoi colleghi si prendono i flash che, magari, meriteresti anchetu. Tuttavia, penserai che questo ti basta perché nonostante tutto, tu c’eri.
Poi torni a casa. Ti sfili le scarpe e mentre ti guardi allo specchio e rivedi le tre bollette non pagate, pensi: Ma chi me l’ha fatto fare? E allora realizzi tre buone ragioni per non fare lo sceneggiatore…
Lavoro precario, pagato male e nessuna gratificazione!
Sei decisamente depresso: hai bisogno di quel barattolo di gelato con doppio strato di nocciole che hai comprato per i momenti come questo.
Ti porti il primo cucchiaino alla bocca e le cose d’un tratto ti sembrano facili. Sarà il glucosio che cresce, sarà che anche solo per un millesimo di secondo, ti sei sentita parte di qualcosa di importante. Eppure appaiono tante buone ragioni per continuare a fare questo lavoro:
Passione per la scrittura, il piacere di aver creato qualcosa in cui altri si possono immedesimare, leggere il tuo nome sullo schermo…
Il gelato è finito e i livelli di serotonina stanno scendendo vorticosamente. E tu hai ancora i piedi gonfi, il trucco sfatto e le tre bollette da pagare… Che fare?
Onestamente, non saprei darvi una risposta. Neanche io, quella notte, sono riuscita a darla a me stessa, così ho deciso di andare a dormire.
Eppure, l’indomani avevo di nuovo le idee chiare. Quella notte sognai di nuovo di essere Betty Schaefer.
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