Telefonare? Vi basterà un dito. Ecco Get, idea di tre fratelli italiani
Get, il bracciale per parlare al telefono con un dito
Marshall McLuhan aveva ragione.
Uno dei più grandi sociologi della storia già settant'anni fa aveva predetto ciò che, giorno per giorno, si sta lentamente avverando. Lo studioso, nel celebre saggio “Gli strumenti del comunicare” affermava che i device tecnologici presenti sulla terra sono solo estensioni delle estremità e dei sensi dell'uomo.
Ormai andiamo sempre più verso l'interconnessione tra software, hardware e individuo. Se già il telefono di casa si può considerare defunto, tra una decina d'anni, anche meno, potremmo forse seppelire anche i nostri smartphone.
La diffusione di tecnologie come SGNL, cinturino intelligente che consente di rispondere al telefono con le dita di una mano ideato dalla startup cinese Immondle Lab, nè è la dimostrazione.
Tuttavia non serve arrivare in Oriente per incontrare l'eccellenza tecnologica. Anche l'Italia sta dando il suo contributo al cambiamento, al progredire dell'innovazione tecnologica ad alti livelli.
Cos'è Get e come funziona
Sviluppato dalla startup romana Deed, figlia delle menti frizzanti dei fratelli Enrico, Edoardo ed Emiliano Parini che l'hanno sviluppata grazie all'incubatore di impresa del Politecnico di Torino, è un braccialetto che consente di controllare i nostri device tramite un'interfaccia invisibile. E quale miglior sistema operativo al quale ispirarsi se non il nostro corpo?
Il braccialetto sfrutta infatti la bone conduction, meccanismo per cui il suono non viene condotto attraverso i timpani, quanto piuttosto, tramite le vibrazioni del cranio. Dunque per ascoltare contenuti di mail, messaggi o telefonate sarà sufficiente indossare il braccialetto e avvicinare il dito all'orecchio.
Le chiamate o le notifiche vengono preannunciate da una vibrazione e una determinata rotazione del polso consentendo di rispondere.
In seguito si avvicina l'indice all'orecchio per ascoltare il nome di chi ci sta chiamando: subito dopo, si sente la telefonata.Così ascolterete direttamente nelle vostre orecchie la soave voce della mamma che vi chiede se avete mangiato o le mail del capo che vi intima di consegnare quei documenti entro domani. O magari la tanto attesa email di conferma del volo per il viaggio di quest'estate.
A cosa serve Get
Get unisce le caratteristiche dei braccialetti per il fitness e gli smartwatch.
GET può essere anche utilizzato per tracciare l’attività fisica, gli spostamenti e il ciclo del sonno, sostituendosi a qualsiasi wereable.
Inoltre uno strumento come Get è volto a diminuire la nostra dipendenza dagli schermi, un'abitudine che ci porta a controllare il touchscreen dello smartphone almeno 150 volte al giorno.
Un'invenzione che piace anche alla Cina
L'invenzione è stata presentata all'Apec 2016, conferenza di tecnologia internazionale nella Shenzen Valley, cuore dell'ecosistema dell'hardware mondiale.
«Abbiamo scoperto una Cina in completa trasformazione, dove l’innovazione è centrale. La tipica freddezza cinese svaniva nel momento stesso in cui indossavano Get e sperimentavano la nostra tecnologia. Un pubblico attento e curioso che ci ha dimostrato cosa il made in Italy rappresenta per loro: sicurezza e qualità del prodotto. Ora vogliamo predisporre una nuova strategia, con una vision che ci permetta di approdare anche sul mercato asiatico» afferma Edoardo Parini.
Il prossimo passo? Creare una campagna di crowdfunding internazionale che permetta di portare Get a livelli alti di software e hardware e diffondere l'idea a livello mondiale.
Per la produzione e la successiva vendita si parte dall'Italia, che, per quanto non sembri, è il paese europeo con il più alto tasso di acquisizione delle nuove tecnologie legate agli smartphone.
Insomma, le teoria di McLuhan sono già di gran lunga realtà. E anche ciò che adesso ci sembra assurdo, tra qualche anno potrebbe realizzarsi. Suggerisco di cominciare a pensare al teletrasporto.
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