Tilla Baby box, il benvenuto al mondo passa dalla solidarietà
Le nonne e la loro sapienza.
Testimoni di tempi passati da cui possiamo ancora ricavare importanti insegnamenti. Soprattutto se le care vecchiette esercitavano mestieri ormai perduti nel tempo.
Professioni dimenticate quali la mammana, la levatrice, l’ostetrica. Insomma colei che non solo aiutava le donne a partorire in casa, ma successivamente forniva alle puerpere tutto ciò che serviva nell’immediato per il bebè: cibo, vestiti o qualsiasi altro bene necessario.
Una formula di benvenuto a una nuova vita e un aiuto concreto per i neogenitori, soprattutto se si tratta del primogenito.
Tilla Baby Box, dalle mamme per le mamme
Ed è stata proprio nonna Bertilla a ispirare Margherita Barin, neomamma, per la creazione della startup Tilla Baby box.
La piattaforma si presenta come la riproposizione delle vecchie scatole che si portavano alle partorienti.
Contenitori, nel caso della startup, ad alta filiera etica, testati, selezionati e particolarmente curati anche dal punto di vista estetico.
Tilla Baby Box nasce dall'attenzione verso quella sensazione di spaesamento sperimentata da tutte le neomamme: «Ero stanca, un po’ nervosa» racconta Margherita «armata di salviette per pulire le mani di Carolina dopo le carezze degli sconosciuti. All’improvviso però mi sono sentita fortunata. Neanche il tempo di godermi la sensazione che ho pensato: "Ma se è difficile per me, come dev’essere per una mamma che tanto fortunata non è?"».
Tilla Baby Box, una rete solidale
Il progetto ha inoltre un risvolto benefico, perché sostiene madri in situazioni di difficoltà. Sul modello buy one/give one, a ogni prodotto acquistato ne viene donato uno alle persone che ne hanno bisogno.
Le donazioni per ora sono destinate allo Sportello Donna e Famiglia di Caritas.
C'è inoltre una grande volontà di crescita nel progetto. Anche se al momento la donazione è un semplice kit di prodotti, successivamente potrebbero essere competenze, un lavoro, la possibilità di accedere a risorse fondamentali.
Peraltro, grazie alle donazioni, è stato aperto un laboratorio sartoriale in fase sperimentale, a Casa Sant’Angela ad Arzignano, in provincia di Vicenza. La giostrina Tilla Baby Box, realizzata a mano, contribuisce alle attività del laboratorio e utilizza tessuti naturali recuperati grazie a Progetto Quid, innovativa realtà nell’ambito della moda sostenibile.
Tilla Baby Box guarda già a un futuro con tanti obiettivi da raggiungere, tenendo sempre presente la necessità di coinugare business ed etica.
«Non so se esista una ricetta che può funzionare per tutte le imprese – dice Margherita – quello che secondo me è importante è che in qualche modo bisogna farlo. Penso che la sfida delle imprese sociali, in questo momento, sia quella di essere ancora più brave: offrire un prodotto valido almeno tanto quanto quelli a cui la clientela è abituata, se non di più, ma che rispetti una serie di criteri sociali e ambientali che il mondo non può più permettersi di ignorare».
Seguici anche su Google Edicola »