Tu sei la mia soluzione con continuità. Lo stesso problema è la nostra opportunità

L’effetto venefico di un problema

Una freccia avvelenata è scagliata e trapassa il cuore da una parte all’altra. Una spina venefica lo punge e lo infilza per metà. Cosa è stato? In un attimo un’essenza esce fuori dalla vita e viene meno. Del veleno, goccia dopo goccia, si disperde e si inabissa nel profondo dove a strapiombo, un’assenza si disperde e deposita pesante. Che brutto incidente, proprio non ci voleva. È davvero un bel problema. Neanche si arresta la caduta a picco nel capitombolo fatto. Succede, più o meno di frequente un po' a tutti, un inciampo che porta volutamente a farti toccare bene il fondo. Mettiamo sia un incontro (fatidico o fatato, chissà?)  con l’altro, che si trasforma in un’esperienza iniziatica verso la scoperta delle reciproche, insolute e abissali profondità.

Un brindisi avvelenato

Che problema, che rebus, quanti dubbi poi, quante questioni senza soluzione…di continuità. Tanti gli effetti indesiderati, che si rende fisiologica l’esigenza di una soluzione. Tutti ne meritano una per ogni tipo di vita o problematica che si ha. Ma perché proprio a me doveva capitare, e perché proprio questo problema irrisolvibile? Risolutezza per cortesia! Siamo in caduta libera che volete che sia. Cerchiamo di sciogliere il tutto con l’aiuto della chimica. Non vedo altra soluzione d’altronde, se non libare, con la giusta miscela di veleno, in omaggio alle avversità.

Risoluto e risolvente
Io incontro te, amico, amante, o potenziale situazione di vita, e scocca il dardo pungente. Entrambi siamo soluzioni composte da molecole ben definite, solo che nella nostra miscela (omogenea), io sono qualitativamente preponderante, tu un po' meno. Il mio cuore ha più cristalli del tuo che ne ha dispersi un po'. Il mio battito è per carattere più risoluto, per questo la nostra mescolanza origina una soluzione vera. In chimica è così quando in una soluzione il soluto, ossia la componente che viene agita/sciolta, è meno presente rispetto al solvente, la componente agente capace di sciogliere. I cristalli del tuo cuore si sono dispersi e tu sei poco presente, mentre i miei, che sono continui, ti possono disperdere.
 
Dente avvelenato

Il tuo cuore può essere sciolto da me in un’unica soluzione ideale, che è quella che ci mischia e ci aggrega l’uno nell’altro per risolverci. Mi hai morso e hai profuso il tuo risentimento. C’è attrito nell’attrazione. Brutta esperienza direte. Ma abbiate fede, l’effetto è venefico, affinché la guarigione sia completa e benefica. Nessun male viene per nuocere. Mi hai instillato il tuo rimedio, somministrato i tuoi stessi sintomi perché possa sentirne gli effetti. Va bene, non è una passeggiata di salute bere questa cicuta, ma se si deve…si fa! D’altronde solo ‘i simili si curano con i simili’.

Simil similia curentur . Chi si somiglia….

Questa locuzione latina ha dato origine, nel XIX secolo, al postulato fondamentale dell’omeopatia (S. Hahnemann) che voleva contrapporsi alla credenza della medicina dell’epoca per la quale invece ‘i contrari vengono curati dai contrari’. Quindi noi due, nel nostro incidente, siamo simili e benedetti dal Cosmo che ci ha messi a contatto. Questo, rende bene atto del perché capitino proprio certi accadimenti con persone specifiche. Guardate, anche nel peggiore dei casi, verosimilmente è così. Succede che tu sei la mia guarigione, la soluzione che cercavi e che, consapevole o no, ho trovata.  Ecco già una possibile risposta al ‘perché proprio a me?’, perché ‘proprio questo?’, o ‘proprio lui/lei?’. Tocca andare affondo, anzi sprofondare, annegare dentro la soluzione che scioglie in lacrime che liberano la vita in tutte le sue possibilità. Si dice che le lacrime portino in posti migliori, conducano a nuove essenze, esattamente quelle che erano esalate prima di conoscerci.

Mi ammalo perché quell’essenza che avevo è precipitata giù e si è trasformata nel tuo veleno. Quello che ci manca, alla lunga ci avvelena, finché per guarire non arrivi tu a scatenare sintomi simili a quelli della malattia che vuoi combattere. Mi sciolgo nel pianto perché anche tu possa farlo (simil similia solvuntur) e fluire meglio altrove se vuoi. E non a caso, hai scelto me. Sapevi che avevo un cuore risoluto, capace di determinare e liberare la tua stessa natura nelle sue polarità. Brindiamo a te, alla tua salute che è anche mia.

Domani questo dolore ti sarà utile

Ogni evento, ogni incontro è un’alchimia che struttura quelle preparazioni in grado di convergere il veleno in medicina. Non è facile mangiare di buon grado una mela avvelenata, oppure cogliere una rosa spinosa. Poco importa che sia tu o no a tirare la freccia che punge e buca. È a te che tocca guarire un’assenza che la tua vita, in modi più o meno misteriosi, adesso reclama. Il momento è arrivato. Tu sei al contempo, la soluzione e il problema di un altro. Tieni a mente che “gli elementi non sono malati, è il corpo a cadere malato. Così lo scorpione cura il suo scorpione; l’arsenico il suo arsenico; il mercurio il suo mercurio” e sempre “il cuore cura il suo cuore.” E allora, abbiate il buon cuore. Fate il favore.

di Laura Pugliese

 
 
 

 

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