Un'altra vittoria così e si sarebbe rovinato!

Cosi' Plutarco descrisse lo stato d'animo di Pirro, dopo la sua vittoria sui Romani, nella battaglia di Ascoli Satriano, praticamente un'elezione locale di allora.

Beppe Grillo UrneChe il M5s abbia sbagliato molte mosse, va da sé. 

La vicenda Pizzarotti, direi che ha parecchio da insegnare, tra cui la necessità di metabolizzare una volta per tutte che, pragmatiche elezioni locali, dove c'e' da decidere dove piazzare i bidoni dell'immondizia, quali aree lotizzare o se la ZTL debba comprendere o meno casa tua, poco hanno a che vedere con elezioni nazionali di indirizzo.

Sul fatto che Grillo sia onesto e abbia delle grosse capacita' di futurologo, io non ho dubbi, ma questo non significa che quelle stesse capacita' gli consentano di toppare con efficienza le buche sottocasa.
 

Un conto e' dire: "Ho visto la Madonna", un altro e' organizzare il successivo flusso di pellegrini.
Cosi' come credo che l'onesta' sia una precondizione, altrettanto credo non basti quella per poter essere definito un buon amministratore e, di conseguenza, prendere anche voti.

 

Orfani di Casaleggio?

Va pure detto che questo movimento resta pesantemente azzoppato dalla mancanza di Gianroberto Casaleggio, ovvero quello che, molto probabilmente, aveva fissato principi e obbiettivi e poi su quelli , da vera anima strategica e operativa del M5s, teneva fissa la barra del timone.

Pensare che questi, nel ruolo di coordinamento degli enti locali, possa essere sostituito da quel fringuello in giacca e cravatta di Luigi Di Maio, oggettivamente, fa un po' sorridere.

In buon sostanza credo che questa suonata del M5s sia da addebitare a delle grosse carenze di Grillo in fatto di organizzazione e, forse, gli farebbe bene, piu' che alzare i toni della voce, leggere, o rileggere, il sempiterno "L'arte della guerra" di Sun Tzu.
 

E' vero che da lui ha mediato molti suggerimenti

Ma, forse, ha saltato i capitoli dove il vecchio generale dà consigli sulle noiose, ma fondamentali, questioni che riguardano gli approvvigionamenti, l'organizzazione del dietro le quinte di una battaglia e la noia che, dopo un po', entra dirompente negli animi dei soldati durante il lungo assedio a una città.

Comunque, una volta fatte le pulci a Grillo e al suo movimento, non vedo proprio di cosa abbiano da ridere gli altri moribondi contendenti.

Anche non volendo considerare la scarsa affluenza alle urne, davvero ai minimi termini, nella gran parte dei casi , le singole liste in appoggio ai candidati, specialmente quelle del PD, prendono meno voti del M5s.
 

Prendiamo il caso di Asti. 

E' vero che il M5s è fuori dal ballottaggio ma è anche vero che ha preso il 15% dei voti contro il 10% del PD, ed è vero che, il centrodestra, è si risultato vincente, ma mettendo insieme 10 diverse liste civiche di cui nessuna, singolarmente, è superiore al M5s.

E' un vantaggio saper mediare? 

Si, in parte lo è, ma voglio vedere, quando poi dovranno passare al governo della città, mettere d'accordo 10 diverse posizioni, tra chi la vuol cotta e chi la vuol cruda.
E questo senza citare la situazione paradossale di Palermo dove, per QUINTA volta, nonostante per sapere in che condizioni è la città, basterebbe fare un giretto per le sue vie o domandare in giro a che punto è la raccolta differenziata dei rifiuti, viene rieletto Leoluca Orlando, che, in diretta televisiva, se si offende con Mentana dopo che questi ha affermato la pura e semplice verita', ovvero che era appoggiato dal PD.
 

Un bel paradosso essere eletto da una forza politica del cui appoggio ci si vergogna. 

E' come se io mi sedessi a tavola e mangiassi con gusto i manicaretti preparati da mia moglie, ma poi mi vergognassi a farmi vedere in pubblico insieme a lei.

Vittoria e sconfitta, spesso, non andrebbero considerati valori assoluti 

In molte occasioni il vero metro di misura dovrebbe essere lo stato di avanzamento verso un obiettivo, date le condizioni di partenza.
Cosi' come, in altre situazioni, andrebbe applicato il fattore correttivo della vittoria cadmea, dove il finale e' di quelli in cui i contendenti si uccidono a vicenda. 

Rivendicare, in fin di vita, di aver dato piu' spadate dell'altro mi sembra una situazione abbastanza paradossale.

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