Ognuno ha una sostanza viva
(s)Tac !
C’è bisogno di uno stacco…o più di uno magari. E presto o tardi, nella vita di ognuno succede. Tac. E via! Staccati e cadi, oppure staccati e vola. Se non lo farai tu, lo farà comunque qualcun altro per te, una persona, un evento, il destino o la vita. C’è chi ha bisogno di staccarsi o essere staccato via per imparare a stare con i piedi per terra, e chi invece sente il bisogno di spiccare il volo per ergersi più in alto verso il cielo. In entrambi i casi, non è possibile disconoscere le proprie radici e non averne di profonde e ben piantante. Giustamente si sa che dall'albero riconoscerai i suoi frutti.
Sfrutta la tua natura
Immaginiamoci per un attimo come frutti che maturano, colti di sorpresa dalla vita, ognuno nella sua perché sia portato a compimento. Colligere (cogliere in latino) è 'raccogliere', allora quanto sarebbe bello essere raccolti in un abbraccio improvviso da un’inaspettata tempesta che ci (co)stringe nella nostra interezza tra le sue braccia e svela il sereno dietro di sé. Dei sentimenti si dice che quelli colti invadono e pervadono immediatamente, riempiono e danno un senso di pienezza. Che ci si senta pronti o no, la vita ci capita inattesa bene o male, perché possiamo soddisfare allo scopo che lei saggia, ha prefigurato per noi.
Cogli e raccogli
Un frutto può cadere spontaneamente dal suo ramo (raccolto), rimanervi (acerbo) o essere staccato volontariamente (colto). In ogni caso gli serve peso perché possa (ac)cadere. Saremo riconosciuti dai nostri stessi frutti, e in base a questo sarà operata la scelta. Sarà quello che metteremo a frutto nei comportamenti, nel sentire, nell'essere e credere che sentenzierà la bontà o l’acerbità del nostro carattere. Una mela marcia, vuota, senza fragranza, consistenza e sapore, può far marcire una sana se le è posta accanto. Tuttavia non è vero il contrario.
Acerrima fine
Se il frutto resta acerbo, dunque vuoto di un vuoto esistenziale, questo non si staccherà mai dal ramo. L’acredine lo incattivirà al punto da negargli la possibilità costruttiva della sua realizzazione finalistica. Mancherà la caduta a terra (contatto con la realtà) che ne appaga lo scopo. Nessuno potrà cogliere questo frutto amaro che mai sarà impiegato (trasformato) per soddisfare il suo fine ultimo, ossia il godimento vivo della sua esperienza di vita. Ci sono persone che restano sul loro ramo, intimamente desiderose di un radicamento che la loro asprezza gli nega. Non conoscono la pienezza, il calore del sole non ne cambia il colore, la pioggia le lucida ma non le disseta dall'interno perché non sanno bere. Non riescono a dondolare al ritmo di un vento sradicante che vorrebbe buttarle giù.
Cascate di vita
Il completo sviluppo del frutto comporta un suo cambio di colore, una maggiore morbidezza e dolcezza, si verifica un reale aumento degli zuccheri. La crescita completa è data dal miglioramento raggiunto nella pienezza (intendiamola come d’animo, cuore e corpo) che spontaneamente spezza il ramo. La sostanza interna si è resa dolcemente pesante per romperlo a lasciarsi cadere. Ogni caduta fa male, e tante sono quelle nella vita di ognuno. Lasciarsi andare fa paura. Una mela può cadere una sola volta giù dal suo ramo, ma di quante cadute ha bisogno un animo umano per trasformarsi in ciò che è? Caschiamo tutti, o più o meno, chi in piedi, chi a gambe all'aria. Ma tutto questo ci serve eccome…
Un sospiro di sollievo. Stacca e respira
È da sapere che i vegetali riescono a mantenere intatte le loro funzioni vitali per diverso tempo anche dopo la recisione. Dopo la caduta o lo stacco, continuano a respirare e sono vivi! Questo tempo di vita è dato dalla velocità di respirazione. Che sospiro di sollievo. È sorprendente vedere come anche per il mondo vegetale la respirazione costituisca il processo vitale e metabolico più importante. Così come per l’uomo, anche per la pianta più lenta sarà la capacità di respirazione, maggiore la durata di vita del suo frutto dopo la recisione.
Casquet
Eppure quanta paura e affanno in ogni caduta. Basterebbe imparare a ornare il tutto con un floreale e gradevole casquet. E via, di nuovo, siamo vivi e vegeti! Anche per la frutta la velocità di respirazione è data da un insieme di affascinanti e mistici fattori simili a quelli umani. Per respirare serve la giusta temperatura (il calore matura e addolcisce), una buona dose di luce (è vita stessa), un’adatta concentrazione di ossigeno nell'atmosfera (è fisiologica) e l’assenza di stress! Più che di clima, parlerei di climax naturale ed esistenziale.
Climax. Raccolti o caduti?
È vero che il clima influenza la crescita e il carattere. Basti pensare che i frutti possono essere climaterici, per cui il loro albero produce un ormone (etilene) che li fa maturare velocemente e questo processo continua anche dopo la loro raccolta! La vera meraviglia accade specialmente in quelli che giungono a maturazione solo dopo essere stati raccolti perché la pianta stessa inibisce l’ormone finché il frutto non è staccato.
Questo esempio fantastico di natura rende consapevoli di come, alle volte, certe persone ancora aspre nel cuore e immature nell'animo, possano compiersi se strappate dal ramo per mano di un cuore coraggioso e volenteroso. Questa costituisce una grande opportunità che la vita offre a chi rischia di rimanere incompiuto e inespresso nell'amore e marcire nel suo potenziale creativo e disegno divino.Nei frutti non climaterici a differenza degli altri, poiché non usufruiscono dell’etilene, prodotto in quantità minori, la maturazione e la respirazione diminuiscono gradualmente subito dopo essere stati colti.
Un vivido dono
Così anche le persone, per mano di una volontà più grande che le vuole colte o raccolte, dopo essere state separate della loro pianta madre, possono continuare il loro processo di trasformazione e soddisfare il loro compimento. Cadute a terra sono ancora sostanza viva pronta per essere impiegata dopo che il vento, la grandine, il freddo e il sole, le hanno cambiate in quelle che sono. La terra le ha cresciute perché la pienezza di tutto il loro sapore diventasse dono vivido da condividere con gli altri.
Per quelli ancora aggrappati al loro ramo, incolti e inarrivabili invece, la Natura che è grande e sempre benevola, ne scuoterà le radici tanto da far tremare il tronco. Che peste li colga, darà loro una mano che li strapperà dal vuoto che dentro li lacera e fuori li lucida. Non c’è vita incompiuta secondo me. Almeno non prima “che il vuoto tutti ci divori che venga presto il tempo in cui ci si innamori... ” (R. Lerici).