Vuoi diventare un ispettore di alberghi di lusso?
Mollo tutto e scappo via: ci risiamo.
La lamentela più gettonata tra tutti i lavoratori dipendenti d’Italia e probabilmente del mondo è che non si ha mai tempo per viaggiare.
Restare chiusi in ufficio dal lunedì al venerdì garantisce lo stipendio fisso ma priva di qualcosa di ancor più importante: la libertà.
Quel che sembra mancare, più che altro, è la possibilità di gestire autonomamente il proprio tempo, dividendolo tra momenti di lavoro e di svago. Il tutto senza l’obbligo di frequentare sempre lo stesso ambiente e vedere le solite facce.
Esplorare e conoscere nuovi territori e culture è il sogno ricorrente di un’infinità di persone, benché viviamo in un’era in cui possedere l’ultimo modello di iPhone pare essere la massima ambizione possibile.
Nonostante la tecnologia abbia riempito la nostra esistenza di oggetti superflui divenuti drammaticamente indispensabili, gli istinti primordiali continuano ad avere la meglio.
Anzi, più la società ci impone uno stile di vita da cyborg, maggiore è il desiderio di evadere e riprendersi quel che ci è stato tolto. Forse anche perché ci si rende conto che non ha senso disporre di questo o di quello, se poi non si ha il tempo di goderselo appieno.
Mollare tutto? L'unico limite è la paura
Come diventare ispettore di albergi di lusso
Negli ultimi anni, specie sul web, fioccano articoli e dibattiti su quali siano le professioni più indicate per diventare cittadini del mondo.
Sicuramente il nomadismo digitale è una tra le realtà più moderne e concrete per dire addio alla vita da ufficio, ma come tutte le attività freelance ha come controindicazione il fatto di doversi continuamente procacciare il lavoro. Spesso capitano periodi di magra in cui bisogna tirare la cinghia e ciò può diventare un problema piuttosto serio.
Altre professioni, invece, è vero che garantiscono spostamenti frequenti anche all’estero, ma durante la trasferta non permettono di “godersi il panorama”. Emblematico, in tal senso, il passaggio del film Il diavolo veste Prada in cui Nigel (confessando a Andy che sta per mettersi in proprio e non sarà più costretto a confondere il giorno con la notte per via della perfida Miranda Priestley) dice: “Per la prima volta dopo diciott’anni potrò finalmente decidere della mia vita. Oh Dio mio! Pensa, potrò venire a Parigi e vedere veramente Parigi…”.
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Il lavoro che per eccellenza permette di girare il mondo e goderselo davvero è quello dell’ispettore di hotel di lusso e strutture ricettive in genere. Ebbene sì, questo mestiere esiste veramente: essere pagati per vivere nel lusso, controllando la qualità degli alberghi, non è una trovata cinematografica ma un impiego a tutti gli effetti.
Queste figure professionali altamente qualificate, fingendosi normali ospiti, soggiornano in hotel e resort verificando che tutto sia in regola con gli standard qualitativi richiesti. Solitamente sono le grandi catene alberghiere a necessitare di questo genere di servizio nelle strutture del gruppo, per una questione di prestigio. A livello contrattuale, l’ispettore può essere un impiegato dell’azienda stessa o lavorare per società indipendenti che offrono questo tipo di consulenze.
Ispettore di alberghi di lusso: i contro
Diventare un ispettore di qualità non è sicuramente facile. Servono dedizione, impegno, professionalità e conoscenza delle lingue. È anche opportuno frequentare dei corsi formativi per acquisire le competenze necessarie.
Inoltre bisogna considerare il rovescio della medaglia, poiché fare questo lavoro significa davvero essere sempre in viaggio e ciò, alla lunga, può rivelarsi stancante e far soffrire di solitudine.
Quest’ultimo aspetto è affrontato nel film Viaggio sola diretto da Maria Sole Tognazzi. Nella storia, la protagonista Irene (interpretata da Margherita Buy) si dichiara felice del suo stile di vita da ispettrice di alberghi di lusso, che ritiene indipendente e privilegiato. Tuttavia, col passare del tempo e in seguito a varie vicissitudini, comincia a chiedersi se la sua sia davvero libertà o, appunto, semplicemente solitudine.
Quindi prima di farsi cogliere dalla sindrome del “mollo tutto e scappo via”, bisogna avere la certezza di essere al cento per cento degli spiriti liberi o arriverà il giorno in cui si rimpiangerà la routine dell’impiegato moderno.
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