WAW, il laboratorio di ceramica al femminile che cura le ferite dell'animo
WAW, il lavoro nobilita la donna
Anche se di una certa tipologia di progetti si dovrebbe parlare ogni giorno, quale migliore data se non l’8 marzo per mettere in luce una realtà a sostegno del femminile come WAW?
WAW, acronimo per Women A(r)t Work, accoglie donne migranti provenienti da tutto il mondo, che, attraverso il lavoro condiviso, si emancipano da situazioni di disagio e ritrovano la fiducia in loro stesse attraverso il lavoro manuale.
I primi gruppi destinati al laboratorio sono stati realizzati nel 2017 ma è solo due anni dopo che il progetto decolla e prende seriamente il via. Affrontato l’ostacolo di inizio pandemia, il laboratorio ha infatti ripreso in piena attività.
Il progetto è legato all’associazione Terra Verde, impegnata da venticinque anni in attività di integrazione sociale rivolte a persone svantaggiate. L’obiettivo è favorire l’inserimento nella società principalmente attraverso l’acquisizione di competenze artistiche e artigianali.
Arte terapia
Lavorare la ceramica è notoriamente un percorso terapeutico, anche in casi meno complicati. Ogni pezzo è unico e racchiude qualcosa della personalità di chi lo crea. In questo contesto, magari storie di migrazioni difficili, che si mescolano a situazioni familiari e personali complesse.
Le donne che lavorano in WAW hanno altri punti in comune, a parte la provenienza da paesi lontani. L’arte frequentemente le aiuta a sfogarsi, a sentirsi capite, protette e ascoltate. Probabilmente, perché spesso non c’è nessuno che riesca a farlo al di fuori.
«Nel nostro laboratorio, cerchiamo di valorizzare ognuna di loro a seconda delle proprie capacità manuali e cognitive, monitorando gli stadi di apprendimento e la loro crescita» ha raccontato Francesca Rambaldi al giornale l’Italia che cambia.
In questo modo si crea una sorta di catena di montaggio, che rende la filiera produttiva più sostenibile, potendo conciliare un alto numero di pezzi a dei tempi di realizzazione contenuti.
Tornare a brillare
I colloqui avvengono alla presenza della direttrice e di un mediatore culturale, per facilitare la comunicazione emotiva. La cosa più incredibile è che, anche in tempi relativamente brevi, queste donne ritrovano la loro centralità, uno scopo. E questo si riflette su tutto il resto. Tornano libere di brillare, consapevoli del loro valore.
Accanto al laboratorio, lo Spazio WAW ospita i manufatti realizzati dalle Women A(r)t Work. Il sogno dell’Associazione Terra Verde è di creare un giorno un’impresa di artigianato sociale per continuare a offrire a queste donne un’occasione di riscatto. Magari diventando un luogo di accoglienza e incontro, nel pieno centro della città di Bologna. L’associazione vorrebbe che il laboratorio si trasformasse sempre di più in uno spazio polivalente, a beneficio della comunità.
Intanto, le Women A(r)t Work continuano a portare avanti i loro obiettivi, sostenendo e contribuendo a creare i sogni di molte donne. «A volte – conclude Francesca – quando arrivano al mattino sono preoccupate, agitate: scuola, bambini, circolari da decifrare, visite mediche. Vederle andar via con un sorriso e leggerglielo negli occhi racchiude tutto il senso del nostro lavoro».
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