Yolocaust: niente foto nei luoghi della Shoah
Non si tratta di essere bigotti.
Ma i salti, le smorfie, le effusioni in un sito di (tragica) importanza storica, sono inopportune. Figuriamoci se si tratta di un posto simbolo della Shoah.
Shahak Shapira, artista israeliano, ventotto anni, emigrato a Berlino quando era adolescente, è rimasto negativamente colpito dalla mancanza di sensibilità di tanti avventori al Memoriale dell'Olocausto nella capitale tedesca. Tanto da voler dare una lezione a tutti noi: il progetto Yolocaust (unione dell'espressione Yolo-You only live once e Olocaust).
Il ragazzo, evidentemente mago di Photoshop, ha prelevato decine di fotografie che ritraggono persone sorridenti, magari mentre fanno yoga o si scattano una fotografia davanti alle 2711 stele sparse in Cora Berliner Strasse. Ha così estrapolato i soggetti dal contesto di origine, ricollocandoli all’interno di scenari raccapriccianti di campi di concentramento, tra prigionieri e cadaveri. Il risultato è abbastanza scioccante. Tecnicamente l’operazione è stata fatta senza il consenso dei proprietari delle foto, quindi chiunque si sentisse offeso può chiederne la cancellazione all’indirizzo e.mail undoucheme@yolocaust.de.
A dimostrazione che le immagini possono valere più di mille parole.