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Si può smettere di dipendere dalle serie tv?

Binge watching

binge-watchingMacinare un episodio dopo l’altro, puntata dopo puntata, fino a perdere la concezione del giorno e della notte.

Il binge watching è una brutta bestia ed è figlio dei nostri tempi fatti di Netflix, Infinity e piattaforme di streaming che ti danno pochissimo respiro.

 Giusto qualche secondo per decidere se continuare ad immergerti in quel mondo o mollare la presa e  impiegare quelle ore in modo più produttivo.

Malato di dipendenza da streaming

binge-watching3Un ragazzo indiano, 26 anni, disoccupato, è rimasto vittima di questo sistema, iniziando a vedere film e serie tv per più di sette ore al giorno.

«Quando la sua famiglia lo spronava a trovare lavoro o ogni volta in cui vedeva i suoi amici ben sistemati, lui guardava i programmi offerti dal servizio on-demand. Era un modo per fuggire dalla realtà. Riusciva a dimenticare i suoi problemi e da questo traeva un immenso piacere» ha spiegato Manoj Kumar Sharma, docente di psicologia clinica al Nimhans, a capo del Servizio per l’utilizzo salutare della tecnologia.

 

Quando si svegliava al mattino, per prima cosa accendeva la tv. Una vera e propria violenza per i suoi occhi. Il prezzo da pagare? Affatticamento continuo, stanchezza e disturbi del sonno.

Il giovane, dopo aver toccato il fondo, ha perciò dovuto affrontare un percorso psicoterapeutico, con esercizi di rilassamento e counseling lavorativo.

Il binge watching fa sempre male?

binge-watching7In realtà le fughe della realtà sono sempre esistite. L’uomo ha sempre sfruttato le narrazioni, che si tratti di libri, film o racconti orali per avere la possibilità di immaginarsi altre vite, di immedesimarsi in personaggi completamante differenti dal suo essere. 

Pensate che secondo alcuni studiosi il binge watching sarebbe addirittura un comportamento positivo. 

L’antropologo Grant McCracken ha definito il binge watching un modo contemplativo e intelligente di guardare un certo tipo di televisione.

 Specialmente buona televisione, perché consentirebbe di avere una visione unitaria dell’opera e sarebbe assimilabile ad un'attenta lettura (a onor del vero, la sua ricerca è stata commissionata da Netflix).

Fare binge watching? Simile ad una droga

Il 70% degli statunitensi, tuttavia, fa abbuffate televisive e un terzo di questi almeno una volta alla settimana. Quasi metà della popolazione inoltre ha l’abbonamento ad un servizio di streaming no limits.

 Da cosa scaturisce il desiderio di guardare molta televisione? Si tratterebbe di una reazione chimica cerebrale simile a quella derivata dall’assunzione di droghe o dall’ipnosi. La visione prolungata infatti favorisce il rilascio di endorfine, in grado di rilassare lo spettatore o fargli desiderare di continuare all'infinito.

Guardi troppo Netflix? Nasce il primo centro di disintossicazione

 Una volta in astinenza però, esattamente come nelle dipendenze normali, il binge watching è correlato a depressione, solitudine, incapacità di autogestirsi e obesità per allontanarsi dalle sensazioni negative provocate dal mondo reale.

Nuove dipendenze

binge-watching-11 Il binge watching viene classificato come parte delle nuove dipendenze in cui, al posto di una sostanza, si è soggiogati a una particolare attività o comportamento. 

I pensieri dell’addict ruotano attorno all'atteggiamento in questione per la maggior parte del tempo.  La persona prova a resistere alla tentazione, ma spesso ricade irrimediabilmente nell'errore. 

Il soggetto presenta una compulsione a guardare la tv che può essere estremamente difficile da controllare e potrebbe sfociare in situazioni di disordine psicosomatico, fisiologico e comportamentale.

Altri esempi di neo-dipendenze? Comprare oggetti in modo compulsivo, essere troppo legati ad una persona, esagerare con lo sport, uscire tutte le sere o non riuscire a staccarsi dallo smartphone. 

Nel caso del binge watching sta a noi e a chi ci sta vicino discriminare tra una salutare abitudine all’immedesimazione e il confine con la patologia.

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di Irene Caltabiano

 

 

 

 

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Il tuo partner è geloso? L'amore è libertà, non controllo

«Sai che ci amiamo tantissimo. Credo proprio sia l’uomo della mia vita».

amiche1Chiara sorseggia il suo thè e le parole contraddicono la malinconia dello sguardo. Gli occhi si perdono a osservare i fumi della tazza che tiene tra le mani. Capisco che vuole che la lasci parlare. Un piccolo sospiro, poi riprende.

 «Certo, a volte  mi chiama un po’ troppe volte al giorno. Vuole sapere sempre dove sono, con chi… oggi, per fortuna, sapeva che uscivo con te, sennò sai chi lo sente. . Magari pensava fossi con Stefano, quel collega di cui è tremendamente geloso. Ecco, aspetta, mi sta chiamando... »

Davanti al mio caffè osservo la sua faccia preoccupata oltre il vetro del bar. Risponde nervosamente, si morde le unghie. Il suo volto si contrae in una smorfia di rabbia. Urla. Dopo poco, rientra, con un sorriso forzato.

«Ecco, avevo ragione.  Senti, ti dispiace se tra mezz’ora vado via? Passa a prendermi. Si è innervosito perché mi stava chiamando da dieci minuti. Scusami, ci rifaremo un altro giorno a cena…ok? »

Prende la giacca, la borsa e si dilegua. Credo sia davvero dispiaciuta. Nello stesso tempo però mi è chiara una cosa: Chiara sta diventando prigioniera del suo rapporto di coppia.

La gelosia subdola

gelosia3Tutte abbiamo avuto un’amica (o più semplicemente ci siamo passate in prima persona) invischiata in un rapporto che somigliava molto più al binomio prigioniero –carceriere che ad una vera relazione d’amore.

 

L’errore più grosso è pensare: "Se mi controlla è perché si preoccupa per me",  "se è geloso è perché gli importa", “ se si arrabbia ci deve essere un motivo". "Magari è colpa mia”. E si cade in una spirale da cui è veramente difficile  tirarsi fuori.

La libertà è il più grande dei doni e il vero amore rende liberi

tarpare-le-aliIl controllo è un modo di manifestare insicurezza.  Avere bisogno di sorvegliare continuamente l’altra persona, significa che non si ripone abbastanza fiducia in lui/lei o che semplicemente si ha paura, inconsciamente, che l’altro si allontani.

Far parte di una coppia e quindi dover rispettare alcune “regole”, come l’essere fedeli, non significa dover tarpare le ali al proprio partner.

Se la nostra intenzione è trasferirci in un altro paese o inseguire i nostri sogni, anche se sarà complicato da accettare o organizzare, nessuno può impedircelo. La rinuncia o la scelta di favorire e impegnarsi perché la relazione continui deve essere libera.

Non siete il centro del mondo di nessuno

controllo-della-vitaQuando si è coinvolti risulta più complicato, dal momento  che si tende a pensare di star facendo “ di una mosca un elefante”. Ma è proprio ciò di cui cercano di convincervi le persone che vi controllano.

Probabilmente Chiara, accanto a Luca, si sente speciale. Lei è la sua principessa, la cosa migliore che gli sia capitata, è unica e insostituibile. E, proprio per questo, lui crede di avere il diritto di decidere sulla sua vita e lei, inconsciamente, si lascia controllare.

 Lascia che lui abbia il coltello dalla parte del manico sul fatto che lei che possa uscire o non uscire con chi le pare, non rispondere subito al telefono se non vuole, che non debba passare per forza le domeniche con la sua famiglia o fare tutti i viaggi insieme.

Di sicuro lei si sente protetta e al centro del suo mondo. Ma a lungo andare può diventare segno di avere a che fare con una personalità manipolatrice.

Ricordate sempre: siete gli unici padroni della vostra vita. E i vostri partner dovrebbero essere i vostri più grandi alleati, non certo i primi ad affossarvi.

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di Irene Caltabiano

 

 

 

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Cosa fare se ci si sveglia durante la notte?

I due consigli per riaddormentarsi in caso di risveglio notturno

insonniaEsiste un tipo di insonnia chiamata “insonnia centrale” o “difficoltà a mantenere il sonno”, che è del tutto normale, e che si verifica quando, ad esempio, alle quattro del mattino ci si ritrova completamente svegli.

E’ normale perché il sonno segue dei cicli durante la notte, da un sonno a onde lente si passa a quello più leggero. 

E’ possibile ,quindi, che nel corso della notte spostandoci verso fasi di sonno più leggere aumentino le probabilità di risvegliarsi.

Il risultato è un sonno frammentato belle prime ore del mattino.

Anche l’età influisce molto su questo tipo di insonnia, difatti, più si invecchia più aumenta la frequenza dei risvegli. E allora, cosa fare quando non riusciamo a riaddormentarci?

Premettiamo che per un buon sonno senza risvegli è molto importante l’ambiente in cui si dorme. E’ chiaro che dobbiamo assicurarci che, ad esempio, non filtri luce dalle tende e che non arrivino rumori fastidiosi.

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Può essere importante anche non consumare pasti abbondanti e pesanti prima di andare a letto.

Il dottor Michael Breus, specialista del sonno e autore di The Power of When, come riportato su The Independent, ci indica le sole 2 cose da fare in caso di risveglio notturno.

1. Non fare nulla

Evitiamo, di andare in bagno, a meno che non ne abbiamo realmente bisogno, perché il solo fatto di mettersi in posizione seduta alza la nostra frequenza cardiaca.

Secondo il dottor Breus, infatti, il nostro cuore ha bisogno di restare ad una frequenza bassa  per continuare a dormire. Quando andiamo in bagno aumenta la frequenza, superando i 60 battiti al minuto, ed aumenta ancora di più se poi sbattiamo contro qualcosa.

2. Non guardare l’ora

Il nostro istinto, infatti, è quello di guardare l’ora indicata dalla nostra sveglia. Ebbene bisogna combattere questo istinto. Se guarderemo l’ora faremo automaticamente il calcolo di quante ore dobbiamo ancora dormire. 

Dobbiamo resistere alla tentazione, perché l’obiettivo è di rimanere il più possibile rilassati. “Agire, o peggio ancora agitarsi, vi sveglierà e soprattutto vi terrà svegli”.

Simona
blogger assonnata

 

 

 

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