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Veritá: uno specchio in cui non tutti hanno voglia di riflettersi

Verità?

verità-lupoEsistono i paladini della sincerità ad ogni costo e il partito di chi preferisce un’accomodante bugia al confronto con la realtà. 

In effetti, quando si parla di sincerità si fa riferimento ad una vera e propria arma a doppio taglio, di fronte alla quale molti provano disagio, soprattutto se si tratta di verità scomode.

La maggioranza delle persone, anche se difficilmente lo ammette, vede le bugie come un’aggressione, uno strumento per eludere ciò che non vuole affrontare

Volersi bene

bugia5Una bugia può essere certamente più dolce ma varrebbe la pena imparare a non dire mai il contrario di ciò che si pensa. Soltanto così si può avere cura del proprio benessere emotivo.

Pensate che per alcuni persino dire una bugia bianca equivale ad un autentico sacrilegio. Persino dire all’amico che quel giorno sta benissimo mentre ha le occhiaie o qualche capello fuori posto di troppo può diventare mentire.

 

Alcuni invece posseggono l’abitudine opposta: dicono menzogne sulla minima cosa. Essere però bugiardi cronici è un’abitudine che alla lunga nuoce, in primis a noi stessi.

È anche vero che ci sono mille modi di  esprimere ciò che si pensa, senza correre il rischio di mostrarsi pedante o ferire. In certi casi chi dice sempre la verità senza filtri, senza tener conto della persona che ha davanti, risulta poco sensibile e senza tatto. Quindi non importa cosa si dice ma anche come si dicono determinate verità, senza necessariamente dover umiliare o aggredire.

Il fine della verità?

verità-8Nel buddismo la verità è illuminazione e dovrebbe essere utilizzata in primis per migliorare la convivenza con gli altri, come strumento di condivisione che prepara a una crescita, ad un cambiamento.

Essere sinceri è qualcosa che dobbiamo agli altri se desideriamo che persone, amici, parenti, conoscenti facciano lo stesso con noi.

Una bugia, che inizialmente può sembrare il male minore, può ferire molto di più che una verità. Per questo bisogna in  primis imparare a rispettarsi e non mentire a noi stessi.

di Irene Caltabiano

 

 


 

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Sindrome da crocerossina: quell'agire contro se stessi mascherato da altruismo

L’egoismo è una brutta bestia.

crocerossina1Tuttavia anche mettere gli altri al centro delle nostre priorità non è per nulla sano. Quest’atteggiamento si può riassumere in un'unica definizione: sindrome da crocerossina. E, al contrario di quanto si possa pensare, altro non è che una delle tante dipendenze emotive.

Che vuol dire?

La persona  che soffre di questo problema si fa continuamente carico dei bisogni altrui, mettendo totalmente in secondo piano il proprio benessere.

Inizialmente potrebbe sembrare una tipologia di relazione sana: infatti, chi soffre di questo problema, possederà un’ampia rete sociale e sarà sempre circondato di amici e conoscenti. Ma chi può dire quanti di questi rapporti siano sinceri e non alimentati dall’opportunismo?

 

Tale sindrome è l’opposto del narcisismo: infatti si riscontra nelle persone naturalmente molto socievoli e generose, ma nasconde in realtà profonde insicurezze. Ma attenzione: qualunque atteggiamento, se portato allo stremo, può causare danni non indifferenti. 

 

Identikit

corcerossina2

Dimenticano i propri desideri e bisogni

La priorità è fare del bene agli altri. Il resto passa in secondo piano. Ciò può essere particolarmente deleterio per chi mantiene questo atteggiamento: è davvero difficile -per non dire impossibile- che qualcuno corra in loro soccorso per soddisfare bisogni di cui non ci si preoccupa in prima persona.

 Sono persone troppo servizievoli

Gli individui affetti da sindrome da crocerossina diventano facilmente manipolabili. Inoltre, se non hanno “nessuno da salvare”, si sentono soli persi e credono di valere poco. La loro autostima è facilmente influenzabile dal grado di aiuto che possono dare agli altri.

Non si aspettano niente 

Dare senza aspettarsi di ricevere nulla in cambio può essere una grande qualità. Nello stesso tempo però l’assenza di  aspettative rende queste persone predisposte all’essere sfruttate.

Tendono a confondere generosità e altruismo con l'essere troppo disponibili

Sebbene la generosità sia positiva, la loro estrema dedizione rende tali individui particolarmente vulnerabili nei confronti delle persone manipolatrici, disposte a sfruttarle per i propri interessi.

Amarsi

La sindrome da crocerossina è essenzialmente un problema di autostima: per iniziare a dare priorità ai propri bisogni si possono cominciare ad adottare alcune semplici strategie. Ecco cosa potete fare se vi ritrovate nella suddetta descrizione.

Riflettete  bene su quale sia il vostro  reale desiderio. È difficile dire di no, ma è il primo passo verso il rispetto altrui nei vostri confronti.  Chiarire bene le vostreesigenze vi farà risultare più forti e pieni di fiducia in voi.

Il maggior motore è certamente il senso di colpa: ma come gli altri pensano a cosa sia meglio per sé, avete tutto il diritto di farlo a vostra volta.

D’altronde, se non siamo i primi a renderci conto di cosa abbiamo davvero bisogno, nessuno potrà farlo al posto nostro.

irene-caltabiano

di Irene Caltabiano

 

 

 

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Perchè essere empatici è più importante (e difficile) che essere empatici

Essere simpatici è il massimo. 

simpatia1Una persona simpatica fa ridere, mette a proprio agio, crea connessione immediata, rompe il ghiaccio. I simpaticoni sono calamite naturali e leader naturali di molti gruppi. 

Non sempre però una persona simpatica è necessariamente anche empatica.

Qual è la differenza?

empatia4

Essere simpatici o provare simpatia per qualcuno implica andare d’accordo e condividere gli stessi valori della persona che si ha di fronte. Dunque è facile simpatizzare per una persona simile a te, perché risulta semplice entrare nei suoi panni. Sono, metaforicamente, di taglia e colore simile.

 

Risulta invece parecchio più complicato calarsi nei panni di una persona con cui non abbiamo niente da condividere. E qui sta il punto: l’empatia è un atteggiamento comunicativo che abbraccia tutte le relazioni interpersonali, indipendentemente  dal fatto di avere qualcosa in comune con chi abbiamo di fronte.

Come utilizzare l’empatia?

panni dell'altroEmpatia è astensione dal giudizio.  Ascoltare, osservare, rispettare la posizione dell’altro. A volte, nella vita di tutti i giorni, crediamo di essere empatici quando in realtà cerchiamo solo di stare bene con gli altri, di compiacerli per ottenere la  loro approvazione. 

Altre volte semplicemente ci troviamo d’accordo con l’altra persona e mostriamo simpatia verso di lei. Rispettare significa accettare che tutti  abbiano il diritto di decidere come vivere, pensare, agire e sentire. Dunque come vogliamo che le nostre decisioni vengano rispettate dobbiamo pensare, agire e sentire senza essere giudicati per questo.  

Quando rispettiamo gli altri capiamo la loro posizione, la scala di valori e mostriamo empatia, percependo che la nostra scala può essere diversa.

Simpatizzare è condividere valori, passioni e affetti.

Empatizzare è mostrare rispetto di fronte alle diversità, senza giudicare.

irene-caltabiano

 

di Irene Caltabiano

 

 

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