mentalità vincente

Allena il pensiero strategico ☝

Come non farsi schiacciare dalla sindrome da rientro

Scrivania, ore 8.30.

stress da rientroSguardo apatico, mente ancora lì,  in mezzo al turchese delle onde o tra le sfumature rossastre del tramonto

Fisicamente sei in ufficio, di fronte al computer; in realtà continui a vagheggiare cocktails, falò e albe sulla spiaggia.

Il rientro dalle vacanze può essere una vera e propria violenza, se non affrontato nel modo giusto. Anche perché spesso le ferie, nonostante i buoni propositi, sono tutt’altro che  riposanti.

Niente paura: siamo tutti nella stessa barca. Ma esistono soluzioni migliori che versare lacrime amare di fronte al foglio bianco di Word o alla macchinetta del caffè. Conviene giocare d’astuzia e far sì che tornare a destreggiarsi tra scartoffie e scadenze sia meno traumatico possibile. Ecco alcuni consigli che potranno di certo risultare utili a superare la sindrome post-ferie.

 

Tornare con qualche giorno d’anticipo

Non varcare la soglia di casa esattamente l’ultimo giorno di vacanza. È utile dedicarsi al ri-ambientamento. O quantomeno a lavatrici e recupero di viveri.

Adattare le abitudini del sonno

È  il momento, ahimè, di abbandonare la siesta pomeridiana e iniziare ad andare a letto ad un orario che garantisca almeno sette ore di riposo.

Focalizzarsi sui lati positivi

Una componente importante è la percezione che abbiamo della nostra attività lavorativa. È importante cercare di scherzare con i propri colleghi, regalarsi  momenti di relax  e per quanto possibile, creare un clima di lavoro favorevole. Inoltre è utile ricominciare a mettere un ordine ai propri ritmi.

Fuggire dalla sedentarietà

Evitare il più possibile il campo gravitazionale del divano. Fai in modo di non entrare nel circolo vizioso casa-lavoro-letto.

Moderare il consumo di alcol e caffè

caffèAnche se la testa tenderà ad afflosciarsi sulla scrivania e sarete tentati da uno spritz di troppo per dimenticare, evitate  il consumo di bevande eccitanti quali alcol o caffè, che possono aumentare i sintomi ansiosi. 

Pianificare il tempo libero

 Siamo soliti associare solo alle vacanze alcune piacevoli attività. Cerchiamo invece di regalarci anche durante l'anno parentesi che ci consentano di terminare quel libro iniziato sotto l’ombrellone o continuare con il nostro yoga mattutino.

Fare il pieno di buoni propositi

Focalizzare le energie per riprendere gli hobby o iniziarne altri.  Mantenete la mente sempre attiva e vivace. E vedrete che ricominciare sarà più semplice di ciò che credete.

irene-caltabiano

di Irene Caltabiano

 

 

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Perchè la paura di amare può farci perdere la persona della nostra vita

Sto benissimo con lui, mi fa sentire importante, parleremmo per ore.

filofobia1Abbiamo persino un’ottima intesa sessuale. Potrebbe essere l'anima gemella ma…manca qualcosa. Avvertiamo ad un tratto una sensazione di ansia, angoscia. 

E se poi non è Lui/Lei? Se non va come credo? Se si accorge che non gli piaccio davvero o se mi rendo conto di non esserne innamorato? Forse, con tutti questi dubbi, meglio troncarla sul nascere. 

 Tali sensazioni si riassumono in una sola parola: paura. Una insana, irrazionale, maledetta paura.  Tale timore, scientificamente, ha un nome: filofobia. Cioè? Paura di amare.

I più superficiali potrebbero associare questa sensazione ad uno scarso interesse nei confronti dell’altro, il classico non ti piace abbastanza.

 

Ma in realtà ciò che si prova, anche di fronte all'evidente benessere che  avvertiamo stando in compagnia dell’altra persona, è un intenso timore che mette in moto meccanismi di difesa. Allo stesso modo in cui una persona cerca un’arma con cui difendersi quando si sente in pericolo, la persona filofobica utilizza determinati comportamenti quando sente che sta per innamorarsi.

Quali comportamenti sono associati alla filofobia?

philophobia1Il filofobico cerca spesso partner irraggiungibili o addirittura lontani, così da non dover mai affrontare il proprio problema con l’intimità. Che, attenzione, non si tratta di intimità fisica, ma soprattutto emotiva: la condivisione del proprio io, delle proprie passioni, riflessioni...ma soprattutto delle proprie debolezze. Perché amare significa anche mostrarsi vulnerabili e non tutti hanno, paradossalmente, la forza di togliersi le maschere e mostrarsi realmente per ciò che sono.

Un meccanismo di difesa molto comune è la ricerca di difetti nel partner, utilizzandoli come giustificazione per non andare più a fondo nei sentimenti.

Altri invece provocano volontariamente litigi per far sì che sia l'altro a chiudere la relazione. Molti di questi conflitti inoltre hanno a che fare con la gelosia. Infatti, l’idea che il partner li lascerà per una terza persona serve loro da scusa per non impegnarsi.

Oppure, quando sentono che il rapporto sta per passare ad una fase più seria, smettono di uscire con l'attuale compagno, evitano di rispondere al telefono, inventando scuse per non vedersi.

Come combattere questa paura?

filofobia4La filofobia ha una cura e vincerla  è possibile.  Una terapia potrebbe aiutarvi a comprendere il processo mentale che vi porta a sentire paura. 

Esistono tecniche per bloccare questi meccanismi distruttivi, sostituendolo con alcuni costruttivi. Ad esempio, la terapia di desensibilizzazione: consiste nel mettere i pazienti di fronte all’oggetto o la situazione che causa loro paura, in questo caso, delle relazioni romantiche.

Molti altri, ancora, hanno avuto successo utilizzando la programmazione neurolinguistica, l’ipnoterapia, e altri metodi. Un professionista della salute mentale potrà indirizzarvi sulla terapia migliore nel vostro specifico caso. 

Continuare a convivere con la filofobia, porterà soltanto  ad un senso di solitudine e tristezza. Vale la pena superare  questo scoglio per, finalmente, amare e sentirsi amati senza remore.

irene-caltabiano

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

Come l'autoironia è ancora uno dei migliori strumenti di relazione

Viva la goffagine!

goffagineCadere in pubblico, dire la cosa sbagliata, fare gaffes. Il carattere di una persona si rivela nei momenti di difficoltà, in particolare quando si potrebbe rischiare di essere presi in giro e apparire ridicoli.

La capacità di fare autoironia è fondamentale, quel non prendersi troppo sul serio che consente di vedere il lato comico di ogni situazione. 

Saper ridere di sé stessi è una qualità rara e contagiosa; le persone autoironiche infatti sono un antidepressivo naturale e quando si incontrano si deve sapersele tenere strette.

L'autoironia come comunicazione

autoironiaLo stesso Freud fece uno studio sul particolare tipo di comunicazione che crea l’autoironia ( il saggio Il moto di spirito e la sua relazione con l’inconscio).

La comunicazione tradizionale è generalmente di tipo informativo, l’autoironia invece ha un aspetto puramente relazionale, che prescinde dalla chiarezza del linguaggio. 

Mette in evidenza ciò che della persona è più celato e richiede umiltà, modestia e coraggio.

 

I modi migliori per usare l’autoironia

1) Autoironia: strumento positivo di coscienza di se stessi: rendere noto agli altri una propria debolezza fisica o difetto, ma autoironia-10saperla esporre con naturalezza. Bisogna essere i primi a guardarsi con indulgenza. 

2) Strumento salvafaccia: l'autoironia può essere sfruttata per salvarsi dalla vergogna e da una situazione imbarazzante alleggerendo e sdrammatizzando. 

3) Strumento scaramantico o attirarsi le simpatie altrui: sdrammatizzare il successo ottenuto per evitare negatività e invidia degli altri,.

4) Affermazione di giudizio autoreferenziale: prendersi in giro prima che lo facciano gli altri. Una consapevole accettazione dei propri limiti, per evitare critica e censura da parte del contesto sociale e culturale in cui si vive.

Autoironia, strumento potente

In tutti i casi, l’autoironia serve a guardare il potenziale lato comico di ogni situazione: insomma, è una preziosa risorsa per non prenderti troppo sul serio ed un efficace mezzo per rapportarsi con le persone.

Una persona con un'autostima forte non è quella impeccabile, che non sbaglia mai, ma quella sempre in grado di ridere di sé, perché si accetta. Questo include anche tollerare sbagli o errori.

di Irene Caltabiano

 

 

 

 

google playSeguici anche su Google Edicola »

 

Continua...

 

FB  youtubeinstagram

✉ Iscriviti alla newsletter


☝ Privacy policy    ✍ Lavora con noi

Contattaci