mentalità vincente

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Sei una persona autodistruttiva?

L’obiettivo dell’uomo è la felicità?

persone-autodistruttiveLa risposta immediata è sì. Tuttavia non tutti rientrano in questo schema.  Ci sono esseri umani che sembrano rifuggirla, averne persino paura: individui nocivi per gli altri ma soprattutto per sé stessi. Sono le cosiddette  persone autodistruttive.

Un soggetto che sviluppa comportamenti che lo danneggiano senza riuscire a capire esattamente il perchè agisca in questo modo. 

Caratteristiche delle persone autodistruttive

1)Non sanno gioire dei successi

Persone che si impegnano tanto però sentono un vuoto profondo quando raggiungono l’obiettivo prefissato. Tendono dunque asminuirsi, minimizzando i risultati ottenuti.

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2) Non riconoscono di stare bene

Le persone autodistruttive sono pessimiste e dunque tendono a concentrarsi sul bicchiere mezzo vuoto piuttosto che su quello mezzo pieno. Se per caso si sentono bene o le si vede particolarmente di buon umore quel giorno e glielo si fa notare, si sentiranno molto a disagio o allarmate. Troveranno dentro di sé ragioni per smettere di stare bene e confermare  il loro malumore

3) Fanno autosabotaggio

Le persone autodistruttive  vanno contro sè stesse anche inconsciamente. Ecco perché dimenticano gli appuntamenti cruciali o si addormentano quando hanno un impegno importante o ne dimenticano l’orario: per trovare un’altra buona ragione per punirsi.

Provocano gli altri e poi si sentono in colpa

Spesso fanno polemica usando espressioni che feriscono, ma poi, passato il polverone, si sentono in colpa per aver provocato la disputa.

 

Sono inclini a sacrificarsi per gli altri

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Le persone tossiche si dimenticano di loro stesse per migliorare le vite degli altri. Rinunciano al loro benessere con relativafacilità per darlo a un altro. Un'eccessiva generosità  che molte volte diventa un ulteriore  modo per punirsi e riscattarsi.

Non reagiscono in modo corretto a chi li tratta male

Hanno un’opinione di sé molto bassa e dunque ritengono di non meritare le attenzioni e l’amore degli altri. Probabilmente hanno subito abusi in passato come qualcosa di normale. Per lo stesso motivo boicottano le relazioni che vanno bene, avolte anche le amicizie.

Le persone autodistruttive soffrono molto e fanno soffrire gli altri e spesso vivono in grande solitudine, perchè in primo luogo sono vittime di se stesse. Sono intrappolate nell’ordine imposto da una persona o da una circostanza di fronte a cui non si sono potute difendere. Questo carattere distintivo si deve a situazioni traumatiche. È come se una persona rimanesse intrappolata dentro uno specchio che la riflette in modo distorto.

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di Irene Caltabiano

 

 

 

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Siamo i nostri principi azzurri e le nostre fate turchine

Ebbene, è successo anche a me.

cocktail-limeTra un cocktail al lime o maracuja e un vol au vent al salmone. Mentre indossavo un elegante vestito color pesca, autentica raritá per me votata al Dio Maglietta e Pantalone Largo.

Durante una festa di matrimonio tutto cuori, milioni di antipasti e love is in the air, di una coppia con quindici anni di fidanzamento alle spalle.

Anche nella mia mente si è insinuato il pensiero, come un  venticello insensibile e sottile, all’alba dei miei 29 anni: e se rimanessi da sola? Se non riuscissi a trovare una persona con cui condividere il quotidiano, nel bene e nel male, nella salute e nella malattia, negli attacchi di fame e nevrosi e durante la sindrome del lunedì mattina?

Conosci te stesso

bridget-jonesSono sempre stata una persona indipendente, a volte al limite della paura del controllo. Amo le mie libertà e nel momento in cui qualcuno le minaccia, mi chiudo a riccio o le difendo con unghie e denti. 

Ho messo spesso a dura prova la pazienza altrui e molti sono caduti nel tentativo di comprendermi: è molto difficile infatti far capire all’altro che volere i propri spazi non coincida con il farsi i caxxi propri.

Nonostante questo, anche a noi piccole Amazzoni ogni tanto viene il desiderio di qualcuno accanto. Non per risolverci la vita, ma perché ogni tanto è bello condividere il divano o un cucchiaio del tuo gelato preferito con un essere del sesso opposto. Quantomeno per dimezzare le calorie assunte.

nerd Avere qualcuno che ti dice che sei meravigliosa anche quando hai passato due notti insonni. Che ti guardi con amore mentre hai gli occhi cisposi e i capelli alla Robert Smith. O semplicemente perché a volte suona meglio un “facciamo una passeggiata romantica questo pomeriggio” di “rimango a letto a spararmi un’intera serie tv fino a lacerarmi le cornee mentre mi rotolo nelle briciole di merendine”.

Il web pullula di consigli per bastare a sé stessi, come se esistesse la bacchetta magica o fosse facile come bere un bicchiere d’acqua. Credo che per bastare a sé stessi bisogni innanzitutto conoscersi (mortacci de li greci che c’hanno sempre ragione).

 

principe azzurroE conoscersi è un percorso arduo e complicato: sei di fronte alla relazione più complessa e duratura della tua vita. E pensa,quando litighi non puoi nemmeno mandarti a quel paese e uscire a fumarti una sigaretta. Però ,tutto sommato, ne vale la pena.

Mettiamoci il cuore in pace e amiamoci. Siamo gli unici artefici della nostra felicità perché restiamo sempre e comunque l’unica persona con cui passeremo tutta la vita. 

Nessuna fata turchina o principe azzurro ci verrà a salvare. L’animo regale alberga dentro di noi, che sia fucsia, verde o giallo paglierino. Altro che principesse sospiranti racchiuse dentro la torre o principi sul cavallo bianco costretti ad aspettare che le bellone di turno calino la treccia.

Un’altra persona non potrà far altro che innescare una predisposizione alla felicità che è già insita in noi, senza esserne la causa. Dunque bisogna tapparsi le orecchie e chiudere gli occhi quando quel pensiero si fa spazio nella nostra testa, quando il demone della singletudine si impossessa di noi facendoci spasimare passeggiate al chiaro di luna, viaggi alle Bahamas e lenzuola matrimoniali.

Tutto sommato, si vive bene anche con un divano tutto per sé.  E al diavolo le calorie di un’intera vaschetta di gelato.

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di Irene Caltabiano

 

 

 

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La vita in città mi soffoca. Come fare?

La vita in città è una continua battaglia. 

stress sui mezziQuante ore passate in mezzo al traffico, correndo a destra e sinistra. L’atmosfera che si presenta è di eterna tensione: clacson che suonano, gente che si insulta, la paura di fare tardi al lavoro, metropolitane o autobus che non passano. E, quando miracolosamente accade sono strapieni. Occhio a portafogli, zaino, cellulare.

Insomma vivere in una grande città è il delirio all’ordine del giorno. Questo quotidiano teatro non è però privo di conseguenze anzi logora pian piano la forma mentis e il fisico. Purtroppo ce se ne rende conto troppo tardi e psicologi o dottori ci aprono porte…e portafogli.

Non ce la faccio più

stress-10Questo tran tran porta con sé un numero considerevole di problemi. Prima dell’avvento dei sintomi acuti, però, si può manifestare una stanchezza fisica eccessiva  spesso connessa a una mentale.  Il problema è che tutto ciò è considerato normale.

Quando entrambe si manifestano ed albergano in noi a lungo, il rischio è cadere in un buco nero dal quale è difficile risalire. Questa situazione si manifesta con ansia, stress e/o  nervosismo.
 
 Ben presto si possono presentare anche disturbi del sonno o dell’alimentazione unite a mal di testa, reflusso gastrico, problemi muscoloscheletrici sono disturbi che invece colpiscono il fisico. 
 

Cosa posso fare?

viaggiare in autoAnalizzare la propria routine è essenziale per capire anzi tutto dove intervenire. Chi va al lavoro in auto, potrebbe cambiare tragitto anche a costo di allungare la strada. Questo aiuterà la mente a riattivarsi ed evitare la solita meccanicità d'azione.

Viaggiando in auto inoltre può risultare utile ascoltare programmi radiofonici, album musicali o audiolibri. Non solo la mente ringrazierà ma vi sentirete molto meglio. Per chi viaggia con i mezzi le soluzioni sono molteplici.

Non solo si può rendere attiva la propria routine attraverso dosi di cultura ma a differenza dell'auto si possono toccare con mano libri, riviste, giornali e via dicendo.

Inoltre si possono fare amicizie, riposare, riflettere e tutto ciò che vi fa stare bene.

Ad ogni modo ogni giornata inizia con la colazione, questo è il pasto più importante. Nutrirsi adeguatamente prima di affrontare il percorso verso l'ufficio darà una forza nuova in grado di stimolare la voglia per una nuova avventura giornaliera.

Iniziare col piede sbagliato significa essere già stanchi ancora prima di uscire di casa.

Al lavoro?

Se domandare è lecito e rispondere è cortesia, non abbiate timore di farlo. Soprattutto se si tratta del vostro capo. Ovviamente dipende dal tipo di lavoro che svolgete ma dove è possibile perché non chiedere se alcune ore lavorative si possono svolgere da casa. A casa si è più produttivi oltre ad essere più rilassati.

Se prevenire è meglio che curare, allora perché essere schiavi di una società (città) quando si può essere padroni?

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di Luca Mordenti

 

 

 

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