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Quando il dolore per un lutto diventa patologia?

L’esperienza di un lutto familiare è uno dei dolori più grandi che possano esistere.

lutto-familiareUn evento con cui tutti prima o poi ci dovremo confrontare. Tuttavia, quando accade, nessuno è mai pronto e la nostra mente può giocare brutti scherzi. 

Quanto pesa accettare una perdita? La sofferenza per la morte di una persona va attentamente considerata se persiste per un lungo periodo e si rivela sempre più angosciante giorno per giorno.  La linea di confine tra dolore e patologia è infatti molto sottile.

L'elemento  più importante è l’accettazione. Quando però non si riesce a raggiungere questa fase in maniera sana, dal dolore dell’anima si passa ad un problema psicologico che va esplorato con l'aiuto di uno psicoterapeuta. Quali sono i principali segnali?

Il tempo

lutto-2

Se il malessere si protrae per più di un anno si può cominciare a parlare di disturbo mentale. Questo non significa che la sofferenza deve sparire all’istante dimenticando la persona che è venuta a mancare. Piuttosto significa avere accettato il lutto come parte della vita e, nonostante il ricordo faccia sentire il suo peso, non lasciare che influenzi il quotidiano.

 

Pensieri

Quando si ricorda una persona, bisogna fare attenzione a ciò che viene detto. In genere chi tende ad assumersi le colpe oppure pensa costantemente al defunto e rivive la sofferenza del lutto, ha maggiori probabilità di sviluppare un disturbo più grave .

I simboli

LUTTO-6È normale tenere tra le mani un oggetto caro o entrare nella casa della persona  defunta, come è comprensibile evitarlo. Quando però, ad esempio, si cerca di non incontrare gli amici in comune col defunto perché il ricordo è troppo doloroso, bisogna ricorrere alla terapia.

Sentirsi soli e isolati

Un disorientamento iniziale è più che lecito ma quando, nonostante sia passato del tempo, non si riesce più ad uscire di casa o ad avere relazioni sociali è un problema. Non accettare la morte significa andare incontro a depressione e angoscia. Ci si scontra con dilemmi esistenziali ai quali non si possono dare risposte,  se non la propria, personalissima. accetazione.

La mia esperienza

SOCRATE

C’è un momento nella vita in cui la paura della morte bussa alla porta.

È un tema delicato, si fatica persino a scriverne. Quando ti colpisce da vicino inizi a farti un’idea ma è solo con il passare degli anni, quando la coscienza è più formata, che la paura ti assale in modo consapevole. 

Temi di perdere tutto quanto, quando magari è così meravigliosamente bello e sai che un giorno non ci sarà più.

Ma, in fondo, che cos’è la morte? C'è chi ha dedicato parte della propria vita a interrogarsi su questo. In particolare vorrei citare due filosofi a me cari, Epicuro e Platone.

Il primo dice che non dobbiamo assolutamente preoccuparci di nulla; fin tanto che siamo vivi la morte non ci sarà e quando verrà il momento, semplicemente, non saremo più.

Nell’apologia di Socrate, invece, nelle ultime pagine, poco prima che il filosofo venga condannato a bere la cicuta, sostiene che la morte sia o un lungo e beato sonno senza sogni oppure un viaggio dove abbiamo la possibilità di incontrare tutte le persone che non sono più, nel più bello dei mondi possibili.

Perché, allora, temerla?

LUCA MORDENTI

 

Luca Mordenti

Blogger filosofo

 

 
 

 

 

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Sicuri di sè? Mai abbastanza

Il 2018 è iniziato con il piede sbagliato?

consapevolezza-di-sèNessun problema. Allenati a migliorare l’autostima. Esistono tecniche per sentirsi sempre al “top”? Ovviamente sì.  A breve elencherò cinque passaggi che mi hanno aiutato a crescere e migliorare le giornate, rendendomi quotidianamente presente e determinato su ogni aspetto.

Prima ci tengo a fare una premessa. Anzitutto, l’autostima non può essere costruita in un giorno ma necessità di una buona dose di volontà. Essere pessimisti e non vedere più lontano del proprio naso è, a lungo andare, un atteggiamento controproducente e “distruttivo”.  Avere una consapevolezza di sé che tende verso il basso è un andamento che va sostituito con la direzione opposta.

Dimmi come ti chiami e ti dirò chi sei…

amare-sè-stessiPer cambiare la propria visione, quale soluzione migliore se non partire dalla propria identità? Associa il tuo nome ad un pregio, ad esempio: Laura, la dolce. Questa tecnica andrà a sostituire pian piano la concezione che hai di te. Ognuno possiede delle qualità, a volte nascoste o semplicemente non espresse. Le hai anche tu, per cui tirale fuori se vuoi uscire dal vicolo cieco.

Parla come “magni”…

cambiare-visioneCosì come un bel piatto di bucatini all’amatriciana, rendi le giornate golose. Descriviti utilizzando altri pregi e inizia a guardare la realtà che ti circonda parte integrante positiva della tua vita.  Gli stoici nell’antica Roma sostenevano che non sono le cose che cambiano ma è il tuo modo di vederle. Una volta appresa e applicata questa tecnica, agisci.

Una promessa è una promessa…

promessaFissare dei compiti o stipulare un “patto” con altre persone è un obbligo morale che non va trasgredito. Che significa? Non andare contro se stessi ma permettersi di dire “ce l’ho fatta”, oppure  “ho mantenuto la promessa”. 

 

In questo modo si torna al proprio stato naturale di sopravvivenza dove vengono fuori sentimenti come orgoglio e fiducia di sé. Non solo ti sentirai meglio ma, allo stesso modo, verrai valorizzato dalle persone che ti sono accanto per l’obbiettivo portato a termine.

Coscienza non ti temo…

“Amo sviluppare la mia sofferenza con l’obbiettivo di espandere la mia coscienza”. Rendersi conto della propria passività e pessimismo che alimenta lo stato neutro è un passo fondamentale. È anche un metro di giudizio per vedere pian piano i passi che si percorrono verso la vetta: il proprio cambiamento.

Mente sana, corpo sano…

bambino-che-correAdesso che hai appreso quattro tecniche per migliorare l’autostima, puoi fare ancora di più: allenarti fisicamente. Molto importante è sviluppare un corpo che è preparato alle resistenze perché laddove non arriva la mente sarà lui a trascinarti verso l’alto. Un sano esercizio costante permette di creare la giusta armonia che caratterizza le persone di successo. Inoltre, esistono alcuni sport che possono dare un ulteriore contributo, per esempio quelli di squadra. Ti faranno sentire parte integrante di un gruppo che durante una sfida collabora per un fine ultimo che è la vittoria. E sarà di tutti, compresa la tua.

Ulteriori considerazioni

Non è per nulla impresa facile uscire dal buio prendendosi la responsabilità di puntare alla felicità. La vita è in mano ad ognuno di noi e siccome non è dato sapere quante ne abbiamo a disposizione occorre affrettarsi e godersi tutto ciò che c’è intorno. Il percorso è lungo ma non importa quanto può mancare alla vetta, tu cammina e basta. 

Evita di perdere tempo a confrontarti con altre persone, il tuo unico metro di giudizio sei il “tu oggi” contro il passato. Vivi ogni giorno cercando di fare un passo in più e vedrai che essere felici e avere stima di se stessi non è affatto un’utopia.

luca-mordenti

di Luca Mordenti

 

 

 

 
 

 

 

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Idealista o imprenditore?

Come non commettere l'errore di sognare ad occhi aperti?

idealismoMolto spesso incontro "aspiranti" imprenditori o imprenditrici che hanno in mente di aprire una loro attività. Una Start-up, un locale commerciale o semplicemente un bar.
 
La scelta di costoro è quasi sempre una scelta obbligata. Vengono licenziati dai cosiddetti "posti fissi" e come ripiego sperano di aprire una partita Iva e fare tutto in proprio.
 
L'idea di per sè non è sbagliata se non per 2 motivi
  1. Un ripiego resta un ripiego!
  2. La speranza di farcela ti fa morire di speranza!

L'idealismo è il veleno del business

Un mio amico che lo scorso mese ha perso il suo lavoro a tempo indeterminato, a causa dell'incapacità del suo datore di lavoro che non si è ancora reso conto che l'elettronica da consumo (pc, tv, stereo, ecc.) non garantisce più guadagni necessari alla sopravvivenza di un negozio da 300mq, mi informa che vorrà aprirsi una sua attività
 

I 3 errori del futuro imprenditore

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I classici e più frequenti errori del neo imprenditore sono

  1. Nessuna analisi del mercato di riferimento (ossia il mercato nel quale si vuole entrare)
  2. Nessuna analisi del piano (investimenti, costi fissi, pubblicità, stipendi e ricavi)
  3. Nessuna competenza nel fare le prime 2 cose sopra descritte.

Ma come evitare di commettere errori e farsi prendere dall'idealismo?

bar rossoVorrei aprire un bar tutto rosso che offra un buon the e caffè e che consenta di ascoltare musica jazz solo con dischi in vinile!
 
La domanda che devi porti è: ma è quello che vorrei fare o è quello che il mercato di riferimento mi chiede?
 
  1. Sognare o fare un viaggio in Thailandia non deve portarti a pensare che il tuo progetto imprenditoriale deve essere APRIRE UN'AGENZIA VIAGGI
  2. Adorare la musica Jazz, con dischi in vinile non significa che il progetto deve essere un NEGOZIO DI DISCHI IN VINILE
  3. Amare la lettura di libri, collezionare album, studiare manuali e saggi non ti apre le porte a diventare TITOLARE DI UNA LIBRERIA

L'idealismo deve fare i conti con il ROI

Il Return On Investment, ossia i Ricavi sugli investimenti, non considerano l'ideale, il libro, il disco, la Thailandia!
Ecco perché tanti falliscono. 
Perché partono dall'idealismo, ma non riescono a comprendere il ROI. 
 
 
Quindi, a meno ché non si campi di rendita, e quindi il problema del conto economico non è una priorità, smettiamola di fare gli idealisti o sognatori. 
Facciamo i conti, studiamo il mercato, la concorrenza e i consumatori e controlliamo i costi fissi e le entrate. Dopodiché tutto può essere riprogettatto.
 
di Duccio
Blogger idealista
 

 

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