mentalità vincente

Allena il pensiero strategico ☝

Un kg di felicità e 1/2 di successo

Esiste un legame?

felcità-successoAnzitutto per stabilire l’eventuale nesso occorre analizzare il significato di entrambi i termini. C’è una risposta universale o esistono tesi diverse? Io credo fortemente che felicità e successo siano temi che toccano ognuno di noi in maniera soggettiva.

Eppure, osservando l’essere umano immerso nel quadro sociale attuale non posso che cercare di offrire la giusta ricetta per il benessere.

Cosa ci rende felici?

I soldi? Non fanno la felicità ( ma nemmeno tristezza :D) L’etica di Socrate ci insegna che i valori non devono venire dall’esterno (beni, ricchezza, etc) ma dall’interno. È nostro compito curarci dell’anima.

Come possiamo preservarla? Agiamo con il giusto equilibrio. Adempiere al nostro lavoro, non sprechiamo ciò che abbiamo, compriamo l’essenziale e nutriamoci di poesia, arte ma, soprattutto, di ciò che ci piace. Solo così possiamo sentirci leggeri, spensierati e liberi. Allora, non è forse vero che la felicità non è altro che sentirsi liberi di agire nel mondo?

Liberati dal male

sorridere-4Immaginiamo di vivere le nostre giornate come se fossimo avvolti da un’ enorme catena d’acciaio. Ovviamente non possiamo agitarci e convincerci di romperla con la foga. Solo l’astuzia potrà farci muovere lentamente e nella maniera più opportuna per liberarci. 

Da cosa, però? Dalle cattive abitudini, da un bacio non dato, da un atteggiamento sgradevole, da un messaggio non scritto, un grazie non detto. Vivere a pieno le proprie giornate come fossero le ultime, non può che stimolarci a vivere al 100%.

Come si raggiunge il successo?

Se si è in pace con se stessi e si sbaglia molto. Agire nel giusto, essere determinati e pronti a vedere ogni problema come successouna partita da vincere e non come una sofferenza. È meglio averci provato piuttosto che esser rimasti fermi a guardare. Il successo è, di conseguenza, non temere la morte perché ogni giorno viene vissuto a pieno. Quest’ultima per me è la vera risposta.

 

Non importa quanti soldi uno abbia in banca o che posizione ricopra al lavoro. Aver vinto significa non aver mai mollato i propri ideali. L’importante, in ogni caso, è provarci.

Esiste un legame

successoFelicità e successo, secondo la mia filosofia di vita, vanno a braccetto. Non esiste l’una senza l’altra. Sostengo fortemente che siano entrambi coinvolti in un’anima che si muove costantemente nel giusto. Un direttore di banca o una star, se guardandosi allo specchio, nonostante il raggiungimento del traguardo più alto, si rende conto di essere infelice, ecco che non ha successo. 

Siamo infatti noi ad attribuire la fama di una star o ad elogiare come modello ideale un direttore qualsiasi.

La ricetta

Non esiste un mercato per comprarsi successo e felicità, anche perché non avrebbe alcun prezzo. O se anche fosse, la cifra sarebbe troppo alta. Prendersi cura della propria anima, invece, è gratis. 

Impariamo ad agire secondo i nostri desideri, piaceri, godendoci le giornate senza procrastinare nulla. Questo è il vero toccasana per sentirsi leggeri e pronti  a volare, nonché la vera ricetta per sbattere le ali in un cielo di felicità e successo.

luca-mordenti

di Luca Mordenti

 

 
 

 

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Ti assicuri più volte al giorno di aver chiuso la valvola del gas?

Il disturbo ossessivo compulsivo.

«Magda per l’amor di Dio fermati! Non si dispongono i bagagli dentro una macchina così. Quando compi questa operazione devi sempre tener presente di dover comporre un mosaico: ogni cosa deve combaciare con l’altra. Deve essere come un puzzle, né più né meno.»

Quante volte abbiamo visto questa sequenza esilarante tratta dal film “Bianco, rosso e Verdone”? Ebbene, a quanto pare non è solo il povero Furio a soffrire del famigerato disturbo ossessivo compulsivo (alias DOC). Sono oltre un milione, infatti, gli italiani affetti da questa patologia psicologica del comportamento.

Il DOC è caratterizzato da ossessioni (pensieri, immagini e idee ricorrenti) che creano stati ansiosi la cui entità può essere lieve o grave. Ciò comporta la manifestazione delle cosiddette compulsioni, ossia la ripetizione maniacale di comportamenti volti a ridurre tale livello d’ansia o paura.

La continua sensazione di aver lasciato la valvola del gas aperta, ad esempio, è un pensiero ossessivo che genera ansia e paura per la propria incolumità e quella dei familiari. Pertanto è un’ossessione che martella chi ne fa esperienza. Il meccanismo di difesa della mente è quello di ordinare il controllo attraverso un impulso irrefrenabile chiamato, appunto, compulsione.

C’è chi è assalito continuamente dal dubbio di non aver chiuso la porta di casa o dell’auto, chi si lava le mani in continuazione, chi non sopporta il disordine ed è ossessionato dalla simmetria… Il campionario dei pensieri assillanti è davvero molto vasto e variegato.

 

Chi soffre di questi disturbi si rende perfettamente conto di avere idee prive di senso, ciononostante non riesce a prendere il controllo della situazione e puntualmente cede ai propri istinti.

Il problema è che le compulsioni non sono affatto risolutive, benché inizialmente diano la sensazione di alleggerire il peso dei pensieri ripetitivi. Esse, infatti, alimentano le ossessioni in una sorta di circolo vizioso “ossessione-compulsione-ossessione”.

Il cortocircuito mentale.

Proprio così: nel cervello di chi è affetto da DOC si manifestano dei cortocircuiti. Ciò è stato dimostrato attraverso la Pet (tomografia a emissione di positroni). Le aree cerebrali delegate alla funzione di allarme manifestano una particolare iperattività e continuano a segnalare pericoli imminenti anche laddove non ce ne sono. È come trovarsi intrappolati all’interno di un labirinto.

Al pari della depressione, il disturbo ossessivo compulsivo sembra essere legato a una riduzione dei livelli cerebrali di serotonina. Spesso, peraltro, gli stati depressivi accompagnano il DOC in quanto le compulsioni e il senso di impotenza che si avverte di fronte alle ossessioni generano un forte stato di stress e angoscia.

La patologia insorge prevalentemente in giovane età, di solito tra i 15 e i 25 anni, e colpisce indistintamente uomini e donne. Per quanto non sia stata ancora definita con precisione, all’origine del disturbo si riconosce una base genetica.

L’evidenza dimostra, infatti, una certa predisposizione familiare al disturbo che si tramanda di generazione in generazione, a livelli di gravità via via crescenti.

Le forme di DOC conosciute sono numerosissime, tuttavia quelle riscontrate con maggior frequenza sono 6: i controlli ripetuti (vedi esempio del rubinetto del gas), la pulizia esasperata (timore irrazionale di entrare in contatto con germi e sostanze tossiche), cabala (convinzione che compiere o meno determinate azioni abbia un’influenza sul futuro), simmetria (vedi Furio), numeri (fissazione di dover contare tutto ciò che ci circonda), accumulo (mania di raccogliere e conservare oggetti spesso inutili).

Come si cura il DOC?

Nelle forme di media ed elevata gravità si consiglia una terapia farmacologica mirataNel 10% dei casi si assiste alla remissione totale dei disturbi, mentre nel restante 90% si ha comunque un miglioramento significativo.

Inizialmente le cure erano a base di antidepressivi, ma i farmaci di seconda generazione detti “inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina” hanno dato risultati migliori e ridotto sensibilmente gli effetti collaterali.

Anche la psicoterapia cognitivo-comportamentale si è rivelata molto utile nel trattamento del DOC, tuttavia se non affiancata a quella farmacologica risulta poco efficace.

È inoltre possibile adottare delle strategie di contenimento che consentono di gestire il picco d’ansia iniziale che accompagna il manifestarsi del pensiero ossessivo. Sostanzialmente si tratta di rompere lo schema “ossessione-compulsione-ossessione”, evitando di agire in risposta allo stimolo mentale ricevuto.

Un soggetto che, ad esempio, riceve il messaggio “controllare la portiera dell’auto”, anziché provvedere immediatamente a verificare la cosa può ripetersi che l’input ricevuto non è reale ma dovuto a un’alterazione del proprio modo di essere. Fatto ciò è opportuno che si distragga facendo qualcos’altro. In questo modo gli episodi futuri sono destinati a ridursi.

 

di Giovanni Antonucci

autore del romanzo "Veronica Fuori Tempo"

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Se la vita è una sola, basta procrastinare!

Se potessimo fermare il tempo?

perdere-tempoSi passa troppo in fretta dal " forse lo faccio” a “non lo posso fare più”. Un dramma, se consideriamo il ticchettio di un orologio interno che primo o poi smetterà di battere. Prima, però, di farci venire la depressione con questi discorsi, teniamo sempre a mente una frase: non perdiamo tempo!

Mi pongo sempre molte domande sull’essere umano e la vita (non per altro ho deciso di iscrivermi a filosofia). Ad oggi, non sapendo ancora “nè leggere né scrivere”, mi sono fatto una domanda. Come facciamo a capire se stiamo sprecando ore e minuti preziosi?

Non è troppo mai tardi

clessidra

Per quanto vi sentiate vecchi, non lo siete affatto. Altrimenti nemmeno riuscireste a leggere questo articolo.Immaginatedi continuare a condurre il vostro stile di vita fino alla terza età; poi chiedetevi: «Ho fatto quel che volevo fare? Ho utilizzato bene il mio tempo?»  Se la risposta è no, avanti, cambiate abitudini. È ora di agire.

 

L’esame di coscienza è impresa solo apparentemente semplice. Soprattutto perché la vita è imprevedibile già di per sé e certe risposte possono anche variare con gli anni. 

Eccoci dunque alla pratica: mi sono scervellato finché non ho trovato una serie di indizi per scoprire se stiamo perdendo tempo senza goderci a pieno la vita.

Indicazioni per il successo.

  • ora“Fai qualcosa che ti piace e non lavorerai nemmeno un giorno della tua vita” scriveva Socrate. Se siete costantemente divisi tra ufficio e casa e ogni giorno non fate altro che aspettare il weekend c’è qualcosa che non va.
  • Se è vero che la speranza è l’ultima a morire, evitate di perire con lei. Non impigritevi dicendo:«Domani andrà meglio». Il nostro domani deve diventare l’oggi. Non trovate l’alibi della brutta giornata.
  • I sogni son desideri …. Al diavolo. Se il desiderio non si evolve e diventa obbiettivo è dura arrivare da qualche parte. Sognare fa bene, tiene vivi, ma abbandonandosi troppo alle fantasie il rischio è fossilizzarsi.
  • «Miracolo!» esclamò la folla. Occhio però a non credere a fenomeni soprannaturali. Evita di girare per le vie del corso sperando in un colpo di fortuna. Potrebbero anche cadere dal cielo milioni di euro. Ma non è più proficuo arricchire l'anima, il tesoro intoccabile e unico di ognuno di noi?
  • Fai di te ciò vuoi, ecco il mio ultimo  suggerimento. Futuro è presente. Presente è oggi.

Basta girarci intorno, procrastinare, lamentarsi. Solo adesso possiamo porre le fondamenta per la strada verso il successo. Non esistono scorciatoie o treni. Passo dopo passo, mattone dopo mattone, giorno dopo giorno. 

Diamo un senso alla nostra vita, ricerchiamo il benessere psico-fisico capace di cambiare radicalmente la nostra esistenza. Altrimenti diventa sfiancante ripetere che la vita è solo una, cercando di riflettere mentre il tempo passa.

 Io mi sono già stancato di parlare. Preferisco agire. E voi?

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di Luca Mordenti

 
 
 

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