mentalità vincente

Allena il pensiero strategico ☝

Quando sbagliare è una virtù

Devo fare la cosa giusta

bsmbino-ubbidirePerché? Cosa è giusto? Da piccoli ci hanno riempito la testa con "non devi fare questo". Pretendevano di insegnarci una morale, la stessa che risuona tuttora nella nostra mente, costringendoci a volte ad agire contro gli istinti.

Io dopo aver cucinato e mangiato, lavo i piatti. Eppure, perché quando condividevo un appartamento con altri studenti c’era qualcuno che li lavava dopo qualche ora o addirittura il giorno dopo?

Questa cosa mi turbava, per cui c'era bisogno di trovare un equilibrio. Non solo avrei parlato con il compagno di appartamento ma allo stesso modo era un occasione per conoscerlo meglio. Ecco allora che questa sua banale abitudine che ritenevo sbagliata aveva i presupposti di:

1.     Conoscenza

2.     Confronto

3.     Accordo piacevole.

Di per sé si presentava l’occasione per confrontare due vite, crescere e trovare un giusto compromesso per convivere serenamente.

Chi tra il coinquilino e me agisse nel bene poco importa, anche perché ognuno di noi crede di agire nel bene altrimenti sarebbe un deficiente.

 

Prendere a testate il muro

fallimento

Pur non essendo psicologo sono convinto che gli errori che avete commesso da piccoli di nascosto, ribellandovi al “non devi fare questo” ad oggi siano una buona scuola. Il cervello ha imparato e l’esperienza è il nome che diamo ai nostri errori.

Il coraggio del fallimento

Sbagliamo, impariamo a confrontarci in situazioni ostili, a conoscerle e migliorarci. Quel che fa paura è il fallimento. Aver condotto una vita e non aver concluso nulla. Ma sarebbe poi così male? No, perché almeno ci hai provato! Avere il coraggio di dire “ho fallito” è molto più dignitoso che dire “Se ci avessi provato...”.

Lo scopo della vita

starda-giustaContinuo a sostenere la tesi che ognuno di noi deve avere un obbiettivo nella vita. Ma quando si crede di averlo trovato, ci si ritrova a pensare: “Mi sento perso, ho bisogno di una guida, ho paura?" Beh, che c’è di meglio? Si è sulla strada giusta.

Anche da persone adulte non si smette mai di imparare e non c’è limite d’età che non permetta di migliorarsi, sbagliare nè tanto meno rischiare. Mi si drizzano i capelli quando sento dire da  trentenni: “Ormai non posso farlo più”, “Ho sbagliato e pago il prezzo”, etc. Mi verrebbe da strillare: “Signori miei, persone hanno stravolto la loro vita a sessant’anni, quando si sono accorte di aver sbagliato tutto, ed ora sono le persone più felici del mondo”.  

La svolta non ha età e spinge l’anima a tal punto da farci sentire immortali. Più impariamo questo e più godiamo ciò che abbiamo intorno. Prima di tutto della nostra vita.

luca-mordenti

di Luca Mordenti

 

 


 

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Le esperienze sono una ricchezza, non un fardello

Il capolinea della nostra vita non è mai una fine ma l’insorgere di un nuovo inizio.

fine-inizioMi piace pensarla così. Vi è mai capitato di sentirvi sfiniti? Non sto parlando del fine settimana lavorativo ma del flusso di pensieri che a volte immobilizza, rendendo sfiduciati pressochè su tutto. Insomma, a tutti capita di trovarsi di fronte a un vicolo cieco. 

Il passato ci schiavizza, il presente è fermo e il futuro sembra non esistere. Ma cosa fare in questi casi? Darsi forza e coraggio può sembrare la risposta più istintiva. Ma occorre adottare una strategia per riuscire a mettersi nella condizione ideale per il cambiamento.

Abbandono o colleziono?

esperienza

La tua vita fino ad oggi è stata colma di relazioni, immagini, pensieriche, in un modo o nell’altro, non si possono cancellare. Ricominciare da zero in un certo senso vorrebbe dire azzerare tutto e abbandonare i ricordi.

Impossibile. Soprattutto se entriamo nell’ottica che il nostro passato è pieno di esperienza e quest’ultima non può che essere di buon auspicio per un nuovo inizio. Ti aiuta a riflettere su quello che è stato fino ad oggi la tua vita.

Tenere un diario e dare sfogo ai propri pensieri potrebbe essere una strada giusta. Ma prima ancora chiediti perché vuoi cambiare vita e perché non ce la fai più.

Che è successo? Quali sono state le cause? Come hai reagito? Appuntarsi su un taccuino le risposte a questa domande è una base solida su cui prepararsi a iniziare un nuovo capitolo. Ricordati che pure le delusioni hanno i loro pregi.

Cambiare punto di vista

maschereAnni fa frequentai una scuola di recitazione ma alla fine del primo anno non ero più soddisfatto e volevo mollare tutto. Ovviamente non avevo alcun tipo di appoggio per la scelta, e siccome gli studi erano finanziati dai miei genitori, mi invitarono a concludere il secondo anno, conseguendo il diploma.

D’altro canto non volevo più andarci, odiavo certe lezioni, eppure ero “costretto” e ho dovuto adottare una strategia per continuare in modo sereno.

 

 Qual era ? Tutto iò che mi insegnava il maestro X era il modo in cui non volevo approcciarmi alla tecnica una volta uscito da qua. Ecco che in questo modo ho visto l’altra faccia della medaglia e mi è tornato il sorriso. 

Collezionate esperienze e appuntatele. Costruirsi una base solida è il mezzo opportuno.

Il futuro è presente

piantePer ricominciare il proprio viaggio c’è bisogno di una meta. E come si cerca di organizzare un viaggio che preveda un itinerario non troppo stressante, allo stesso modo dobbiamo adoperarci nella vita. Di cosa c’è bisogno? Piaceri e obbiettivi.

Ogni giorno è prezioso e per mantenerlo tale occorre trovare tutto ciò che ci arreca piacere. Può essere ad esempio, prendersi cura delle proprie piante, praticare yoga, leggere un libro, etc. 

Ma finisce tutto qua? No, occorre avere un progetto a medio lungo termine. Avere di fronte un obbiettivo è la forza maggiore che si possa ricavare per il proprio spirito e per costruire il futuro da oggi.

Se volessi fare un sunto di tutto questo, è possibile in poche parole? Ricominciare a vivere, riempiendo le proprie giornate di piccoli piaceri costanti e costruire giorno dopo giorno la scala che vi porta al piano alto del vostro progetto: l’autorealizzazione.

luca-mordenti

di Luca Mordenti

 

 
 

 

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Il grande potere dell'ascolto attivo

Se il mondo è il più grande palcoscenico che esista, mentre per un attore il palco è il più importante piano d’ascolto,  il sillogismo vien da sé.

Aspetto con ansia il venerdì sera, solito pub e birretta fresca. Odio profondamente, mentre parlo, osservare l’interlocutore che si fa gli affari suoi. Ancora di più se sostiene di ascoltarmi mentre ha tra le mani lo smartphone, continuando ad annuire anche quando ho finito di parlare. Mi prendi in giro? Sarà capitato anche a voi.

In questo articolo ho deciso di parlare dell’ascolto attivo, l’arma più potente per entrare in sintonia con una persona.

Presupposti importanti

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Sviluppare la capacità di ascoltare attivamente permette di interagire meglio, arricchirsi, rafforzare legami e impararetantissimo. Ogni parola ha il suo peso e, porgendo attentamente l'orecchio, dedichi il tuo tempo, capisci e rispetti chi parla. Non giudichi e ti mostri empatico.

L’empatia

Comprendere quel che ti stanno comunicando e immedesimarti nella situazione rappresenta il massimo grado di ascolto. Tre sono gli stadi per raggiungere questa connessione.

1.     Sentire; la concentrazione è rivolta a cogliere il più possibile dalla comunicazione. Non solo quel che viene detto ma anche il modo e il tono della voce.

2.     Processare; mettere insieme i pezzi raccolti per costruire la storia narrativa:  il sunto di quel che è stato comunicato.

3.     Rispondere; fare domande per assicurarti di aver colto l’essenza del discorso. Mostrando così molta attenzione.

L’ultimo punto riassume gli altri due. Ovviamente si può ribattere solo se si è stati attenti.

Diventare buoni ascoltatori in 7 passi essenziali

ascolto-51.     Guardare negli occhi; è l’ingrediente base per una buona comunicazione.

2.     Essere attenti e rilassati.

3.     Mente aperta; non giudicare mai e non interrompere.

4.     Nessuna soluzione; evitate di suggerire subito un punto di vista; fate che sia l’interlocutore a chiedervelo.

5.     Attendete la pausa; capita, durante un’ argomentazione, che l’interlocutore lasci delle pause nelle quali si aspetta un vostro intervento. Quindi entrate nel discorso nel momento in cui vi viene suggerito.

6.     Feedback regolari; rendetevi attivi anche con il corpo. Mentre vi stanno parlando potete utilizzare espressioni di mimica facciale per far capire che siete dentro all’ascolto e partecipate in maniera attiva. Il vostro interlocutore si fiderà e continuerà a confidarsi.

7.     Linguaggio non verbale; il corpo, anche durante i silenzi, comunica tantissimo. Osservate non solo gli occhi ma anche le spalle, la bocca e la postura. In questo modo potrete reagire nella maniera più appropriata.

Considerazioni efficaci.

 parlare-amicheL’ascolto vale più di mille mille parole. È una capacità essenziale, soprattutto se pensiamo che le nostre relazioni si basano sul linguaggio. Rendersi attivi di fronte al proprio interlocutore significa anche cogliere a pieno la sua cultura e ilsuo essere. E così facendo, riconoscerla, valorizzarla e rispettarla. Inoltre mostrarsi ottimi ascoltatori solleciterà l’amico di turno nel mettersi nelle condizioni di ascoltare anche voi qualora abbiate bisogno di sfogarvi. 

 

D’altronde perché abbiamo due orecchie e una sola bocca?  

luca-mordenti

di Luca Mordenti

 

 

 
 

 

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