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I 7 ostacoli da superare nella vita

Secondo Travis Bradberry, psicologo dell'Università di San Diego, California e autore del best seller "l'Intelligenza emotiva 2.0", nella vita ci sarebbero solo 7 grandi ostacoli da superare per avere successo e felicità.

Leggiamo insieme quali sono.
 
  1. L’età
    L’età è solo un numero. Chi ha successo non lascia che sia l’età a definire chi è, quello di cui è capace. Le persone tendono a lamentarsi, a dire che non possono raggiungere più traguardi a causa della loro età. Non ascoltarli. Sono cuore e mente a guidarci, non il corpo nel quale “abitiamo”.
  2. Il confronto con gli altri. 
    Quando provi piacere e ti senti soddisfatto solo confrontandoti con gli altri, ti rendi conto che non sei più padrone del tuo destino. Chi  ha successo non cade in questo errore e si sente bene unicamente quando realizza un suo obiettivo.
  3. Le persone “negative”
    Chi ha successo crede che noi siamo il risultato delle cinque persone che più frequentiamo nella vita. Come alcune di queste ti aiutano a raggiungere il tuo potenziale, quelle che definisco tossiche ti creano stress e conflitti che vanno evitati a ogni costo. Se tu sei infelice, guardati intorno. Forse il problema sono le persone di cui ti circondi.
  4. La paura
     La paura è una scelta. Chi ha successo lo sa ed è attratto dall’adrenalina che viene fuori quando affronti le tue paure e le stai conquistando.  Non indietreggiare nella vita solo perché hai paura. E tieni in mente che non è la morte la peggiore paura, ma sentirti morto dentro mentre sei vivo.
  5. I momenti critici
    La vita non va sempre nella direzione che vuoi. Ma quando ci sono ostacoli hai le stesse 24 ore di chiunque altro. Chi ha successo sa usare bene il suo tempo, invece di lamentarsi si concentra su ciò che è necessario fare per superare il problema e andare avanti.
  6. Il passato e il futuro. 
    Nessun senso di colpa può cancellare il passato, come nessun  sentimento di ansia potrà modificare il futuro. Le persone di successo lo sanno e vivono il momento presente. È difficile che tu raggiunga il tuo potenziale se sei sempre con la mente da un’altra parte. Troppo indietro come troppo in avanti.
  7. Le condizioni esterne.
    Guerre, attacchi terroristici, economie fragile, aziende che chiudono, disastri naturali… Le persone di  successo non temono ciò che è all’esterno di loro stesse, perché tanto non potrebbero controllarlo! Si focalizzano su tutto ciò che è in loro controllo, che dipende dalla loro attenzione, forza, energia.
 
e tu? sei d’accordo? ci sono altri ostacoli che aggiungeresti alla lista?
 

 

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Andare oltre l’apparenza

Quanti possiedono la tipica convinzione che il proprio giudizio sia una sorta di giudizio universale?Quanti si sentono detentori di una verità assoluta?In realtà nessun giudizio è universale, nessuna verità è assoluta. Ognuno possiede la propria verità, poi sta a noi decidere se ,vale la pena o meno, condividerla con gli altri. Ad ogni modo è come se ci fosse sempre quella sorta di presunzione che ci porta a imporre la nostra verità su quella degli altri,che ci porta a guardare con la nostra ottica tutto ciò che si presenta ai nostri occhi : cose,situazioni,persone. 
 
Persone: quando applichiamo il nostro giudizio universale sugli altri,molto spesso, è inevitabile parlare di “etichette”. Affibbiare agli altri delle etichette, è un meccanismo spontaneo, naturale nella maggior parte degli uomini,e soprattutto è semplice. Etichettare qualcuno significa fermarsi all'apparenza,non andare oltre,non "approfondire" una persona, ecco perchè è facile,ed ecco perchè la maggior parte degli uomini lo fa.
 
Impegnarsi nello studio in maniera costante, non fa di qualcuno un “secchione”; avere un approccio omosessuale,non fa di qualcuno un omosessuale; fumare uno spinello,non fa di qualcuno un “drogato”; bere ogni tanto,non fa di qualcuno un alcolista; vestirsi di nero, non fa di qualcuno un “emo”.Gli esempi in realtà potrebbero essere infiniti, ma effettivamente quanti sono realmente disposti a “scoprire cosa c'è di più”? Tutti coloro che hanno realmente compreso che davvero l'apparenza in quanto tale ci garantisce una verità soltanto apparente,che le forme possono essere molteplici,ma sono solo forme, poichè il vero splendore sta nella “sostanza”. Il punto è che ognuno ha la sua storia, e c'è sempre un perchè. 
 
Il “perché” ovviamente non si scopre con l'apparenza e non lo si scopre con le etichette, ma il perchè di ogni persona lo si potrà svelare andando in profondità, senza mai fermarsi alla superficie. Tutto ciò rende ogni persona dannatamente interessante,ogni persona colpisce la nostra curiosità,il desiderio di andare oltre, e forse soltanto quando questa concezione arriverà a tutti, si potranno sconfiggere tutti i “muri” causati dalle etichette. Cechov scrisse: «E quando non sanno che etichetta appiccicarti in fronte, dicono: è un uomo strano, proprio strano!» In realtà i cosiddetti “etichettatori”, non sanno che coloro che vanno oltre l’apparenza applicano questo principio anche su di loro, ossia sveleranno il perchè e scopriranno la sostanza di tutti quelli che in verità si fermano soltanto alla forma.
 
 
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+Alter … + Ego

C’è stato un tempo in cui mi sarebbe piaciuto essere una di quelle che regala il suo cuore a buon mercato, al miglior offerente. Una di quelle che si specchia in occhi sempre diversi. Un giorno un volto, pochi giorni dopo uno nuovo, con la velocità con la quale si sceglie di indossare un vestito piuttosto che un altro.
Baciare delle labbra o delle altre.
Senza differenza. Senza sentirne il sapore.
Scaldarsi in un abbraccio o in uno nuovo senza neanche accorgersi del differente odore della pelle.
Come se necessariamente debba esserci qualcuno al nostro fianco per dare un senso alla nostra esistenza.
Il che non è del tutto sbagliato se guardiamo il concetto nella giusta proporzione. 
 
La ricordate favola di Eros Ramazzotti? Il cantante, riferendosi ad una scritto di H.Hesse, nel testo dice: “la felicità non è mai la metà di un infinito”.
Certo per la nostra felicità abbiamo bisogno dell’amore, dell’altra metà della mela di Platoniana memoria, anche se- personalmente- ho compreso che occorre cercare sempre una “mela intera”, una individualità che si muova prescindendo dall’alter. 
Ciò che mi lascia perplessa è la facilità con la quale si pronuncia questa parola che è una delle più piene di senso e significato che esistano: AMORE!
I “ti amo” si trovano ormai al mercatino dell’usato.
E “i ti voglio bene” ???
Quelli poi neanche hanno più un peso! 
E’ importante non essere mai soli, essere popolari, riconosciuti, ricercati, desiderati…
E, sui nostri amici social, che meraviglia modificare il proprio status sentimentale da ‘single’ a ‘fidanzato/a ufficialmente’!
Non si vede l’ora di poterlo fare…Che poi duri un giorno, una settimana, un mese…che differenza fa…?
Che peso può mai avere?
“Taggamenti” melensi a iosa purché il mondo virtuale sappia.
 
Oggi un nome…domani un altro… chi se ne frega…. !!!
Tanto l’anima non ce la si mette mai…quella è assopita… e nessuno si prende la briga di sollecitarla…perché se si desta, beh allora il problema diventa serio!
 
Già, lei, l’anima, pretende di essere ascoltata, di vivere l’autenticità, di ricercare quell’amore che è talmente raro che non è possibile confonderlo in volti differenti.
E chi è mai quel folle che vuole correre il rischio di intraprendere una ricerca che forse non porterà mai a nessun risultato?
Chi può mai essere così pazzo da metterla nelle mani di un altro piano piano la propria anima? Correndo poi il rischio che questo ci passeggi su come se fosse il più comodo dei tappeti persiani!
L’intessere delle relazioni diventa un machiavellico piano dell’inganno, non solo verso l’altro…ma prima di tutto verso se stessi.
Questa percezione di controllo fa sentire forti in fondo.
Che sciocchi siamo… 
Il dispendio energetico che impieghiamo nell’autoinganno diventa senza misura.
Tuttavia, talvolta, ho  creduto che in realtà fossero molto più semplici questo autoinganno e questa assenza di verità.
D’altra parte la via dell’autenticità comporta prezzi alti da pagare. 
La voce fuori dal coro risulta nota stonata (seppur in realtà dovrebbe essere melodia armonica)
Troppo spesso comporta il versare lacrime amare.
Eppure, ‘’vox populi’’ insegna, chi nasce quadro non può certo morire tondo…
Indi per cui…se stai stretto in queste ciniche dinamiche…rassegnati… o ti ci adatti o sarai destinato a quelle lacrime…
Visione in effetti non al top dell’ottimismo…ma suvvia, siamo realisti…. Non ci prendiamo in giro…. 
Oggi chi è disposto a mettersi in gioco senza riserve in nome di una emozione vera che solleciti il cuore?
 
Senza volerci soffermare sul fatto che molto è mosso dalla forza del dio-sesso (ossimorica associazione ma necessaria per rendere l’idea).
Ora non voglio fare la moralista, sarebbe finto e stupido, non sono certo la santa della situazione, ma mi chiedo come sia possibile riuscire a passare da un corpo ad un altro senza mai lasciare che venga toccata l’emotività.
Anatomicamente il corpo di un uomo e di una donna sono creati in modo tale che la loro…come dire, integrazione, produca piacere. Il che giustifica la ricerca di questo ‘allietamento’ dei sensi. Ma mi piacerebbe ricordare che non siamo animali che obbediscono solo all’istinto.
 
In questo probabilmente c’è da fare anche una distinzione tra uomo e donna.
Proprio l’anatomia dei corpi la dice lunga.
Per un uomo la sessualità è qualcosa di esterno, per una donna qualcosa di interno.
Il che potrebbe spiegare un bel po’ di dinamiche (anche se oggigiorno saltano tutte le regole e riflessioni che non sono comunque mai generalizzabili).
Ciò che credo è che quando tra due individui c’è un incontro dei corpi si genera un campo di forze che implica il donarsi in qualche modo.
Solo che, il più delle volte, questo donarsi viene castrato subito dopo e limitato ad esercizio ginnico che, seppur generatore di piacere fisico, inaridisce l’animo volta per volta…spingendo sempre un gradino più giù. Ma nell’autoconvinzione fittizia che ‘‘fare numero’‘ ci renda dei grandi...
 
 
 

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