mentalità vincente

Allena il pensiero strategico ☝

A ciascuna la sua femminilità

Quando si tratta di bellezza noi donne sappiamo essere i giudici più implacabili

Non solo nei confronti di altri soggetti di sesso femminile – ché al netto dei proclami celebranti il girl power, la solidarietà rosa è rara da trovare, e  discontinua nelle sue manifestazioni -  ma anche e soprattutto verso noi stesse.

Per riscoprire la tua femminilità, il primo passo è smettere di boicottarti 

FemminilitaUnoFormicaArgentinaIl diavolo è nei dettagli. Analitiche (fin troppo), riflessive fino al  rimuginìo, perfezioniste allo spasmo, spesso basta un elemento fuori posto per compromettere irrimediabilmente la piacevolezza e l’armonia dell’immagine che ci restituisce lo specchio. Quando le aspettative e lo sguardo esigente sfociano nel parossismo, perdiamo di vista l’insieme, rischiando di cadere nella trappola dell’insoddisfazione cronica.

Disprezzare noi stesse, o anche semplicemente convincerci di “non essere un granché” non solo è l’anticamera della svalutazione altrui, ma anche -  e soprattutto – equivale a soffocare la nostra femminilità. Mortificandola, affibbiandole etichette e giudicandola, ci precludiamo l’opportunità di vivere un’esistenza piena e creativa.

"Il segreto della femminilità? Comportarti come (se fossi) una dea”

FemminilitaFormicaArgentinaCome tutte, anch’io ho vissuto il mio personale (e relazionale) purgatorio, in cui si mescolavano scarsa consapevolezza, insicurezza e costante convinzione che qualunque altra ragazza fosse più interessante di me. Il confronto (o meglio, lo scontro frontale) con la realtà mi ha costretta a fare i conti con limiti che non avevano nulla a che vedere con il corpo, ma piuttosto con la percezione globale che avevo di me.

Come può camminare con quel micro costume che scopre impietoso le caverne scavate dalla cellulite, e sentirsi Afrodite?

Ricordo ancora con estrema chiarezza il pomeriggio di agosto di più di quindici anni fa in cui questo pensiero attraversò con la perentorietà di un fulmine la mia mente. Inevitabile provare il sapore vetroso dell’invidia, quando “maneggi” ancora con una certa goffaggine la tua (acerba) femminilità.

Tuttavia, quell’episodio mi fece capire che una ragazza poteva piacersi senza dover aderire a canoni e stereotipi che altri tentavano di imporle. Una constatazione che può apparire banale, forse, ma solo a chi ha un’immagine di sé ormai solida e sufficientemente definita. Nessuno ha il diritto di dirci che una minigonna sia più femminile di un gonnellone gipsy o della combo jeans/sneakers, ma se la critica ci ferisce e/o mette in discussione, la causa non è da ricercare in ciò che indossiamo, bensì in una fragilità interiore.

FemminilitaDueFormicaArgentinaCosa rende ognuna di noi unicamente affascinante? La coscienza di ciò che ci appassiona, dei pregi e difetti che ci contraddistinguono, e la capacità di vivere entrambi con un pizzico di autoironia, senza prenderci troppo sul serio.  Così, anche un’imperfezione può diventare punto di forza, se si accompagna a una spiccata personalità.

Conoscere e valorizzare la nostra autenticità è il primo passo per muoverci con disinvoltura nella nostra pelle: la femminilità è naturale conseguenza di uno stato di benessere diffuso. Ciò che attiene al corpo è accessorio: sta a noi decidere se – e quanto – potere conferirgli.

Francesca Garrisi

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

 

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Nessun fallimento ci rende inutili, finché riusciamo a stupirci

Darsi un obiettivo e perseguirlo rende sopportabile qualunque sforzo o sacrificio

AttesaFallimentoFormicaArgentinaPassione e determinazione sono combustili naturali. Non inquinano, mantengono alto l’umore, e solitamente sono contagiosi. Tuttavia non è automatico che producano risultati in tempi rapidi, e l’attesa paziente non è facile da praticare. Così, dopo una fase iniziale adrenalinica, caratterizzata da raffiche di azioni dirette al raggiungimento del proprio scopo, può succedere di dover fare i conti con un’onda anomala di frustrazione, pessimismo e indolenza.

Di colpo ci sentiamo svuotati. Abbiamo l’impressione che l’assordante silenzio di quelli da cui aspettavamo un cenno, un incoraggiamento, o magari un concreto sostegno, abbia prosciugato  le nostre energie. Cura, dedizione e ambizione, che solo fino a qualche giorno prima emanavano spontaneamente dalla nostra persona, sono sideralmente lontane. Inattuabili, ormai. Insomma, non riusciamo più a dare un senso a ciò che facciamo, e le giornate finiscono per essere una somma interminabile di ore quasi impossibile da riempire: perfino andare a fare la spesa sembra un’impresa sfiancante. Una domanda risuona, sistematica e minacciosa: “chi me l’ha fatto fare?”.

Quasi certamente tutti ci siamo ritrovati immersi in questo stato di disfattismo, almeno una volta nella vita. Rifletterci mentre si attraversa un momento sereno, e quindi con sufficiente distacco emotivo, può servire a evitare di amplificare e fomentare una sensazione di inutilità che potrebbe sfociare in depressione.

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La tristezza ha qualcosa di interessante da dire, a chi la sa ascoltare

Ridimensiona aspettative e delusioni: dividi le tue energie tra vita privata e lavorativa 

FallimentoTreFormicaArgentinaLa tentazione di farci assorbire interamente da una relazione appena nata o dalla carriera può essere forte, soprattutto se contestualmente in altri ambiti le cose non vanno a gonfie vele. Inconsciamente è un modo per compensare delusioni e rifiuti difficili da elaborare, ma dobbiamo tenere a mente che identificando la nostra realizzazione con un’unica attività/situazione ci esponiamo a un contraccolpo emotivo rischiosissimo. In caso di fallimento, infatti, ci sentiremo persi: sarà come trovarsi circondati da terra bruciata. Individuare un punto di ripartenza sarà doppiamente difficile.Dunque, diversificare l’investimento emotivo aiuta a tenere i piedi ben piantati per terra, ci rende centrati … e mette a disposizione una serie di exit strategy  se qualcosa va storto.

L’ottimismo pragmatico affonda le radici nel contatto con la realtà

Quando percepiamo che le giornate si susseguono una dopo l’altra identiche nel loro grigiore e inutilità, c’è qualcosa di vero, di concreto, a cui dobbiamo dare attenzione. Il dolore, infatti, è il motore dell’aguzzo scetticismo con cui ci stiamo giudicando. È comprensibile provare sconforto, se a dispetto di mille tentativi nulla accenna a cambiare, ma è necessario restare saldamente ancorati a quello che ci circonda. Altrimenti, infatti, cadremo vittima di una trappola mentale che ci porterà a sovrastimare la nostra infelicità, se non addirittura a considerarla immutabile.

FallimentoDueFormicaArgentinaMettere costantemente in atto uno sforzo mirato a godere delle piccole cose che la realtà esterna ci offre, è fondamentale per decentrarci e distrarci dalle fonti del nostro arrovellamento. Elencare uno o più esempi freddo potrebbe sembrare un esercizio retorico, quindi non lo farò; mi limito a dire che ognuno, in base alla propria personalità, può trovare nel mondo circostante uno o più elementi in grado di spostare – proficuamente – la sua attenzione. Basta farci caso la prima volta che succede, così da cercare situazioni analoghe in seguito.

Alimentare con testardaggine una fiammella di attenzione e curiosità verso la realtà esterna ci predispone inoltre all’empatia. Ascoltare gli altri non è solo un gesto di altruismo e rispetto, ma anche un modo per fare del bene a noi stessi. Magari parlando con il vicino di casa, il collega o l’amico, potrebbe concretizzarsi un’inattesa soluzione/alternativa al problema che, nel chiuso della nostra coscienza, sembrava irrisolvibile. Chiusa una porta si apre un portone, e spesso a darci la chiave è qualcuno che, essendo completamente libero dalle pastoie di un coinvolgimento emotivo, si rivela un aiutante perfetto.

Francesca Garrisi

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

 
 

 

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La tristezza ha qualcosa di interessante da dire, a chi la sa ascoltare

Ci si può sentire vuoti pur vivendo una vita piena?

TristezzaDueFormicaArgentinaLa tristezza è un sottofondo impalpabile ma inconfondibile, capace di insinuarsi tra le pieghe del quotidiano anche in assenza di (eclatanti) cause scatenanti. Spesso la percepisci come un fulmine a ciel sereno, e questo innesca rimugii, sensi di colpa e ansie da prestazione. Altre volte si materializza dopo una separazione, un lutto, o se ci sono problemi di salute o di lavoro. 

Il confronto è per la tristezza come sale sulla ferita

 Se chi ti circonda ostenta una vita edulcorata, senza ombre né zone grigie, in cui sembra essersi compiuta l’utopia di una felicità perfettamente incasellata, accettare e mettere a frutto un’inafferrabile malinconia diventa inconcepibile. Al contrario, sarai inconsciamente tentato di alzare bruscamente l’asticella delle aspettative, se non addirittura mettere in discussione e stravolgere le tue priorità. La conseguenza? Verrai investito da sensazioni tossiche come rabbia, frustrazione e vittimismo.

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TristezzaFormicaArgentina

 dagli Ismi. Salutismo, efficientismo, presenzialismo 2.0 e ottimismo di plastica. Non insegui la perfezione? Sei un perdente, e meriti di essere messo in un angolo; i limiti insiti in questa visione distorta non tardano a manifestarsi. L’ossessione del successo, l’illusione di poter annientare ciò che ha a che fare con l’ombra, richiede un incredibile dispendio di energie, rende stressante la quotidianità…e allontana la felicità.

Ti sei mai chiesto perché l’umore improvvisamente si rabbuia, ti porta a guardare il “rovescio” delle cose e interrogarti sulla loro provvisorietà? Quasi certamente a parlare è quella parte di te che hai “parcheggiato”, che non metti in gioco da (troppo) tempo. La tristezza è come la bassa marea: in entrambi i casi qualcosa si ritira, facendo emergere ciò che era nascosto.

Accettare la malinconia, concederle spazio e tempo definiti per esprimersi, è utile a individuare le risorse interiori a cui devi dare voce. Hai bisogno di piangere o semplicemente ascoltare in loop una certa canzone? Dai a te stesso la possibilità di sfogarti per mezz’ora, un’ora, ma non crogiolarti in questo stato d’animo. Altrimenti, infatti, rischi di entrare in un circolo vizioso convincendoti che non ci sono margini di cambiamento/miglioramento, e preparando il terreno alla depressione.

Dare ascolto alla malinconia innesca un lavoro di introspezione che spesso ha risvolti creativi. Quante poesie, canzoni e opere d’arte sono nate da uno stato d’animo “nuvoloso”?

TristezzaTreFormicaArgentinaLa tristezza è un amplificatore di profondità. Ti spinge a setacciare le cose con un’attenzione speciale, acuisce simultaneamente la capacità di interrogarti e di osservare. Insomma, ti rende più consapevole, meno esposto rispetto a luoghi comuni e tentativi di manipolazione.  Concentrazione e intensità implicano maggiore cura e impegno in ciò che fai. Essere centrato su te stesso incanala spontaneamente le energie verso le cose che ti fanno stare bene, spazzando via il superfluo. Lo avresti mai detto? Accogliere la tristezza, sfruttarla come punto di (ri) partenza, irrobustisce l’autostima e ti rende più flessibile alle fluttuazioni degli eventi, qualcosa che pochi degli adepti dell’ottimismo di plastica sanno fare.

 

 

Francesca Garrisi

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

 

 

 

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