“Mi si nota di più se vengo o se rimango a casa?”
L’amletico dubbio non perde di attualità nell’era dei social network. Anzi assume forme nuove, in linea con l’evoluzione (non scevra da tratti involutivi) dei nuovi stili comunicativi.
Una presenza pervasiva nelle nostre giornate è la FOMO (Fear Of Missing Out), in cui si intreccia il timore di essere tagliati fuori dalle esperienze piacevoli vissute dalla nostra cerchia di amici, ed il richiamo irresistibile dei social network. Questo si traduce nella perpetua ricerca (e utilizzo) della connessione Internet. Insomma, presidiamo costantemente la nostra pagina Facebook, Instagram, e controlliamo incessantemente WhatsApp perché l’ansia da esclusione sociale ci appare intollerabile. Ma cedendo alla compulsione, agendola e agendola ancora, non facciamo che rafforzarla, e acuire il nostro malessere.
La FOMO, però, non è costituita solo da gesti compiuti consapevolmente, ma anche da comportamenti che si manifestano in automatico in concomitanza con specifici stimoli esterni. Ad esempio, scorrere con gli occhi il testo di eventuali notifiche comparse sullo schermo del cellulare.
Quali rimedi per la FOMO?
Contrastare l’ansia da esclusione sociale richiede in primis impegno e concentrazione in attività pratiche, strettamente connesse alla vita quotidiana ed alle interazioni faccia a faccia (gestione della casa, attività fisica, uscite con amici).
Saremo così gradualmente assorbiti da altro rispetto ai social network, e questo renderà più semplice ridurne l’uso nell’arco della giornata, e addirittura eliminarlo in particolari momenti, come quando siamo al lavoro. Iniziare a praticare la meditazione mindfulness potenzierà la nostra capacità di restare nel qui ed ora, definendo in modo sempre più netto la linea di demarcazione tra reale e virtuale. E per diretta conseguenza si “sgonfieranno” le aspettative con cui caricavamo le nostre interazioni social.
Quando le cose non mi divertono, mi ammalo (H.B.)
Seguici anche su Google Edicola »