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Combattere l’insicurezza e le malattie con la scrittura

Quanto ci condiziona l’immagine restituita dallo specchio?

DonnaSpecchioFormicaArgentinaPersonalmente dipende dai giorni. Quando l’umore è alto, la mia percezione di armonia tra interno ed esterno non viene intaccata neanche da quelli che ritengo i miei principali difetti. Felicità e consapevolezza rendono trascurabili anche i capelli non perfettamente stirati e quei due/tre chili in più sui fianchi. 

Se qualcosa non va in altri ambiti della mia vita, invece, finiscono per diventare immediato pretesto per una sorta di autoflagellazione.

A fare la differenza è la capacità di percepire il nostro corpo in modo globale, prendendo coscienza della sua unicità e valorizzandone i punti di forza…e le imperfezioni. Solo così, infatti, possiamo donare a noi stesse sensazioni preziose come gratitudinestima ed empatia. Come fare a sviluppare e mantenere questo approccio verso noi stesse?  Due ricercatrici della Northwestern University hanno provato a rispondere attraverso uno studio scientifico. È così emerso che la scrittura incide profondamente sul rapporto con il proprio corpo.

Cara me ti scrivo…

ScritturaTerapeuticaFormicaArgentinaAlla ricerca ha partecipato un campione di circa 1600 donne. 150 di loro sono state invitate a scrivere una lettera indirizzata a sé stesse adottando un atteggiamento compassionevole, e a 250 è stato suggerito di provare ad adottare il punto di vista di un amico. A circa 1.100 partecipanti è stato proposto di rivolgersi direttamente al proprio corpo, dedicandogli parole di riconoscenza e apprezzamento per il suo corretto funzionamento.

Lo studio ha messo in evidenza che indirizzare a sé stesse la scrittura consente di smussare atteggiamenti ipercritici ed aspettative troppo alte. Contestualmente predispone all’accettazione, aiuta a costruire la consapevolezza delle proprie risorse, e consolida l’autostima.

La scrittura è uno strumento efficace su più piani: ritagliarsi un momento per ascoltare i propri pensieri non solo sviluppa la memoria, ma stimola anche la capacità immaginativa. Un aspetto, questo, da non sottovalutare, in virtù del potere trasformativo di sogni e desideri.

La narrazione è il motore della nostra vita…ed è importante tanto quanto i farmaci, quando insorge la malattia.

Medicina narrativa: la metodologia fondata sull’alleanza dottore-paziente

Questa corrente è nata negli Usa a fine anni Novanta e si è sviluppata in Italia attraverso la Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità.

MedicinaNarrativaFormicaArgentinaLa medicina narrativa è fondata sulla centralità del racconto nella relazione clinica tra paziente e medico. L’efficacia di tale metodologia è legata alla negoziazione di significati, alla costruzione partecipata della storia di cura. In quest’ottica, alle informazioni biomediche inerenti origine e decorso della malattia, deve affiancarsi il racconto del rapporto che il paziente ha con essa.

 La medicina narrativa restituisce senso e dignità alle ripercussioni psicologiche e sociali della patologia. La cartella clinica parallela rappresenta così lo spazio in cui confluiscono i dati giudicati irrilevanti dal punto di vista clinico classico.

L’uso smodato dei social espone costantemente la scrittura al rischio della banalizzazione e svuotamento di senso. Fortunatamente però, la declinazione del concetto di narrazione in molteplici e variegati ambiti ci dimostra che la memoria di sé resta irrinunciabile anche (e forse soprattutto) quando la tecnologia va a briglia sciolta.

Francesca Garrisi

Quando le cose non mi divertono, mi ammalo  (H.B.)

 

 

 

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Perché la "ricerca della felicità" ci sta lasciando tutti depressi?

In un mondo che persegue costantemente la felicità, è sorprendente perché così tante persone siano depresse.
 
In un recente studio, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che a livello globale oltre 300 milioni di persone soffrono di disturbi depressivi mentre 264 milioni soffrono di ansia.
 
Il suicidio rimane una delle prime 20 cause di morte.
 

Da dove viene la contrapposizione tra depressione e felicità come obiettivo finale?

Secondo lo psicologo sociale Brock Bastian, i tassi di depressione sono più alti nei paesi che danno un premio alla felicità.
Enfatizzare eccessivamente la felicità è una ricetta per il disastro. Naturalmente, gli esseri umani sperimentano una serie di emozioni.
Quando la felicità è posta come obiettivo primario di vita, proviamo un senso di fallimento quando non viene raggiunta .
Ma "sentirsi a volte tristi, delusi, invidiosi e soli" è umano e questa vasta gamma di esperienze dovrebbe essere abbracciata, non giustificata.
 
Etichettare la "felicità" o incoraggiare la "ricerca della felicità" come l'obiettivo finale della vita ignora la felicità per ciò che è veramente, un'emozione fugace.
 
La sopravvalutazione della felicità aliena altre emozioni e induce le persone a temere e ignorare sentimenti di tristezza, rabbia, solitudine. Ignorare questi sentimenti è un modo infallibile per causare ansia e depressione .
Se la felicità è abbracciata per l'emozione che è, alla pari di tutte le altre emozioni nella gamma dell'esperienza umana, allora non ti sentirai negativo riguardo all'essere umano.
 

Una grande parte dell'essere un umano è l'ottimizzazione

Ottimizzare il tempo, i piani, il lavoro, i sentimenti.
 
Stiamo tutti cercando di "vivere la nostra vita al meglio", il che potrebbe fornire indizi sul motivo per cui la felicità è adorata come lo standard d'oro della vita umana.
 

Ma un'emozione fugace non dice molto sulla qualità della propria vita.

Le emozioni sono fugaci e non definiscono una persona. Si sentono semplicemente e poi passano, lasciando il posto ad altre emozioni o pensieri.
Quando si comprende la fluidità delle emozioni, è più facile raggiungere una vita emotiva sana ed equilibrata. Questa comprensione include la conoscenza di non agire né prendere decisioni mentre si provano forti emozioni.
 
Quando proviamo rabbia estrema, tristezza o persino felicità, spesso possiamo sentire l'impulso di prendere decisioni.
 
Ma qualcuno con una forte comprensione delle emozioni aspetterà che questi sentimenti passino, analizzerà il motivo per cui sono stati sentiti e poi prenderà una decisione (se ritenuto necessario).
 

Questa capacità di sentire le emozioni e comprenderle sono fattori importanti di saggezza e ragione.

Se sei consapevole di ciò di cui hai bisogno per essere una persona migliore, se metti il ​​massimo in tutto il tuo lavoro, se aiuti gli altri quando puoi, se ti nutri e ti nutri bene, se controlli le tue emozioni e non intraprendi azioni sotto una mente annebbiata, se ti fermi sempre a pensare prima di fare, allora sei vivo.
 
Per offrire un esempio: invece di cercare la prossima scarica di dopamina, cerca di ridurre al minimo le distrazioni, fai una cosa alla volta e dedica del tempo alla creatività .
 

Una vita equilibrata

Che tu sia uno dei tanti milioni di persone che hanno sperimentato depressione o ansia nella tua vita o meno, è piacevole sentire che la "felicità" non è la fine di tutte le capacità umane.
 
Prendendo amichevoli consigli dalle filosofie orientali e greche, vivere una vita equilibrata non è così difficile.
Concediamoci di sentirci tristi (e mangiamoci una coppa di gelato quando serve) e accettiamo che la rabbia fa parte dell'essere umani tanto quanto lo è la felicità.
 
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Blogger di tanto in tanto
 

 

 

 

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Ecco le più grandi scuse che inventiamo per non avere successo

«Questo pomeriggio voglio parlare con voi del perché non riuscirete a fare una grande carriera».

larry smith1«Il primo motivo è che non importa quante persone vi dicano: "Se vuoi fare una grande carriera, devi inseguire le tue passioni, devi inseguire i tuoi sogni, devi inseguire il grande fascino della vita".

«Ve lo sentite dire ancora e ancora e poi decidete di non farlo. Non importa quante volte vi scarichiate il discorso introduttivo di Steve Jobs a Stanford, lo guardate e decidete comunque di non farlo»

A parlare non è esattamente il primo arrivato ma Larry Smith, professore di economia all’Università di Waterloo, in Canada.

Cosa fa di preciso Larry Smith? Insegna ai suoi studenti a trovare le carriere che amano davvero.

Cosa vuoi fare da grande? Se non sai scegliere, forse sei un multipotenziale

Parole, parole, parole

larry smith32Larry, nel suo Ted Talk, elenca quante scuse ci raccontiamo. E siamo bravissimi e creativi a inventarne sempre di nuove.

Una delle più grandi è che per la maggior parte delle persone le grandi carriere sono veramente una questione di fortuna. “Aspetterò, cercherò di essere fortunato e, se sono fortunato, farò una grande carriera. Altrimenti, farò solo una carriera onesta”.

Seconda scusa: “Ci sono persone speciali che inseguono le loro passioni, ma sono geni. Io non sono un genio”.

Terza scusa: “Se lavoro molto, farò una grande carriera. Non sono pronto a inseguire le mie passioni, quindi so cosa farò perché ho una soluzione, ho una strategia. È quella che mi hanno insegnato mamma e papà. Mamma e papà mi hanno detto che lavorando duro avrei fatto carriera. Quindi se lavorate duro e fate una bella carriera, se lavorate molto, molto, molto duro farete una grande carriera. Matematicamente, ha senso, no? mmm. No".

Sì, possiamo nutrirci di interessi extra lavorativi. Ma non bastano. Non basta trovare uno svago. Di interessi se ne possono avere anche 20.

Poi uno di questi ti prende allo stomaco ti coinvolge più di ogni altra cosa.

Dal disegno ai fornelli. Il segreto? Ci vuole Amore!

Sentite di aver trovato la vostra passione.

passione 6O se preferite si può parlare di destino. Se ci si fissa su un interesse, non si troverà mai la più grande passione della propria vita.

Il rischio di non seguire questo richiamo? Con il tempo, le scuse aumenteranno.

“Preferisco dedicare tempo alle relazioni”. E magari, alla lunga, finirete per prendervela con i figli, che vi hanno tolto il tempo per inseguire i vostri sogni.

O peggio, avrete lo stesso atteggiamento con loro, perché pensate che non sia possibile inseguire le vostre passioni e mantenere un equilibrio negli altri campi della vostra vita.

Si ha paura di sembrare ridicoli, di tentare. Ma soprattutto… si ha paura di fallire.

La grandezza fa paura perché ci si auto infligge dei limiti, pensando che sia impossibile essere contemporaneamente un bravo genitore, una/un brava /o moglie/marito e una persona di successo nel proprio lavoro.

«Ed ecco perché non farete una grande carriera. A meno che…ma l'espressione "a meno che" è anche legata all'altra frase terrificante, "Se solo avessi..." "Se solo avessi...". Se solo quell'idea vi fosse frullata in testa ».

Queste sono le ragioni per cui fallirete nel fare una grande carriera, afferma Smith.

A meno che.

irene caltabiano

 

di Irene Caltabiano

 

 

 

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