mentalità vincente

Allena il pensiero strategico ☝

Il tuo corpo parla ancora prima che tu apra bocca

Comunicare bene

madmenSe dico bravo comunicatore sono certa che a chiunque verrà in mente una persona in particolare nella sua cerchia di amici e conoscenti.

Esatto, proprio quell’amico dalla dialettica ineccepibile, dall’indomabile parlantina e dalla sconfinata sicurezza in sé che convincerebbe persino il più scettico del mondo a stare dalla sua parte.

Il COME è sempre più importante del COSA si dice. Per questo oggi voglio parlarti di comunicazione non verbale e di quali tecniche adottare per cominciare a padroneggiarla.

Conoscere cosa significano alcuni gesti, alcune movenze quando ti confronti con il tuo interlocutore è fondamentale per interpretare cosa stanno dicendo davvero, tra le righe, le persone con cui ti interfacci.

Corpo e parole

colloquio-di-lavoroPensiamoci un attimo. Se il nostro partner ci dice di non avere niente, ma ce lo dice con sguardo funereo e tono di voce mogio e triste, a cosa tendiamo a credere?

Oppure se dobbiamo affrontare un colloquio di lavoro cerchiamo generalmente di mostrarci sicuri in ciò che stiamo dicendo. Ma se l’esaminatore avvertisse le nostre mani sudate e il piede che sotto il tavolo balla la rumba?

La comunicazione non verbale è un linguaggio inconsapevole, in grado di trasmettere intenzioni e sentimenti. Da cosa dipende dunque una comunicazione efficace?

Dal fatto che il linguaggio non verbale sottolinei e rafforzi, ma soprattutto sia in linea con il linguaggio verbale. Che succede infatti se non è così?

Leggi anche: L'importante è il gesto

Segnali contrastanti

comunicazione-non-verbale-mimoI contrasti tra comunicazione verbale e non verbale alimentano tensione, sfiducia e confusione.

Ecco molto sinteticamente i ruoli che i segnali del corpo possono giocare all’interno di una comunicazione verbale:

  • Ripetizione: possono ripetere il messaggio che la persona sta trasmettendo verbalmente.
  • Accentuazione: possono accentuare o sottolineare un messaggio verbale.
  • Contraddizione: possono contraddire ciò che l’individuo sta cercando di trasmettere.
  • Sostituzione: possono sostituire il messaggio verbale, è il caso ad esempio degli occhi che spesso trasmettono molto più delle parole.
  • A complemento: i segnali del corpo possono aggiungere o completare un messaggio verbale; pensa a una carezza o a una pacca sulla spalla.

In cosa consiste il linguaggio non verbale?

  • comunicazione non verbale-bambinoEspressioni del viso

Le espressioni del volto sono capaci di esprimere infinite emozioni, senza bisogno di parole. Non hanno bisogno di essere tradotte perché sono universali: rabbia, disgusto, paura, tristezza le proviamo tutti, indifferentemente da sesso, età e paese di provenienza.

  • Movimenti del corpo e postura

Anche il modo in cui ti muovi è in grado di trasmettere una ricchezza di informazioni incredibile. Una persona che cammina a testa alta, con la schiena ben dritta e lo sguardo fiero, trasmette certo una sensazione più positiva di una che cammina mogia mogia, occhi bassi e strascinando i piedi.

  • Gestualità

gesticolareDirei che nel caso di noi italiani questo aspetto può aiutare molto! ;) Scherzi a parte, anche i movimenti delle mani sono molto importanti a livello di comunicazione.

Tuttavia questi ultimi possono variare rispetto alle varie parti del mondo. Quindi occhio agli errori di interpretazione.

  • Il contatto visivo

Il modo in cui si guarda qualcuno è in grado di comunicare molte cose, compreso interesse e verificare la reazione dell’altra persona.

  • Contatto fisico

amore-gifÈ vero che un gesto vale più di mille parole. A volte non è meglio un abbraccio senza dire una parola che una frase consolatoria? Una stretta di mano, una carezza o un buffetto sulla guancia?

  • Spazio fisico

Lo studio degli spazi ha anche un nome: prossemica. Se ti avvicini troppo rischi di invadere lo spazio fisico dell’altra persona e suscitare disagio e ostilità.

Se invece sei troppo lontano trasmetti rigidità e freddezza. Non esiste una regola generale circa la distanza giusta da prendere dagli altri perchè molto dipende dalla cultura, dalla situazione e dal tipo di rapporto.

  • Tono della voce

tono-della-voceCercare sempre di non avere un tono monotono. Questo potrebbe infastidire chi ascolta. Se invece si sa usare il ritmo giusto, alternando parole a brevi pause o espressioni, la conversazione sarà più fluida e scorrevole.

Quando fra comunicazione verbale e linguaggio del corpo non c’è concordanza, può accadere di mandare messaggi contrastanti che alimentano diffidenza e sfiducia nell’interlocutore.

Ecco perché, se non sei in grado di gestire i segnali del corpo potresti avere difficoltà ad instaurare relazioni stabili e durature.

Quali sono i motivi di discrepanza fra messaggio verbale e non verbale? Eccessiva goffaggine, rigidità del corpo, atteggiamento austero, negare lo spazio altrui nelle conversazioni. Insomma bisogna imparare a controllare il linguaggio del corpo in modo da interpretare i segnali non verbali che inviano gli altri.

Quando a parlare è l'inclusione, non serve la voce

Migliorare la comunicazione non verbale

comunicazione non verbale donnePer migliorare la conversazione bisogna essere concentrati al 100% sia sugli aspetti verbali che su quelli non verbali.

Bisogna dunque imparare a gestire lo stress che il processo di comunicazione comporta. Più sarai stressato, più i messaggi che invierai agli altri tramite il linguaggio del corpo saranno confusi e costanti.

Dunque, per poter inviare segnali non verbali accurati, occorre essere consapevoli delle proprie emozioni e di come influenzano il comportamento. Si dovrà dunque essere capaci di leggere le emozioni degli altri dietro gesti, sguardo, postura e toni della voce.

Come interpretare il linguaggio del corpo

Una volta che avrai sviluppato la tua capacità di gestire ansia e stress e a riconoscere le tue emozioni, sarà più facile gestire i segnali non verbali inviati dagli altri.

Ecco dunque delle domande da porsi quando si comunica con qualcuno.

Ciò che sta dicendo è in linea col suo linguaggio del corpo? Se pensi che ci siano delle incoerenze, ciò potrebbe indicare che la persona non è sicura di quello che dice o che sta mentendo? È  avvenuto il contatto visivo? Se sì, ti è sembrato troppo intenso o adeguato al tipo di rapporto? La postura del corpo e i gesti sono rilassati o forzati? C’è contatto fisico? È appropriato alla situazione? Ti fa sentire a disagio? Qual è il ritmo del discorso, lento o rilassato?

Mettetevi alla prova.  A giovarne saranno solo le relazioni con gli altri.

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di Irene Caltabiano

 

 

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Il paradosso della nave di Teseo per accettare i cambiamenti

Siamo sicuri di essere sempre gli stessi?

teseoSulla base di cosa cambia la nostra identità? Sono certa che vi siete già fatti questa domanda, magari in un momento di riflessioni sui massimi sistemi.

Oggi voglio condividere con voi la storia del paradosso di Teseo, ovvero uno spunto interessante per cominciare ad avere un pensiero differente sulla potenza del cambiamento.

Quando Teseo partì da Creta ad Atene per uno dei suoi numerosi viaggi, la sua nave si ruppe diverse volte.

Il risultato fu che quando tornò a casa, la nave non possedeva più alcun pezzo originale: tutti erano stati sostituiti. Nonostante ciò, l’equipaggio continuava a considerare la nave la stessa di quando avevamo lasciato il porto di partenza.

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Cosa significa?

identità3Se a un oggetto vengono sostituite tutte le parti, si tratta ancora dello stesso oggetto?

Se ci riflettiamo, lo stesso paradosso può essere applicato anche alle persone. Siamo gli stessi se il nostro fisico cambia? E se cambia la nostra personalità?

Tendiamo a considerarci sempre uguali ma in realtà siamo immersi in un cambiamento costante; infatti, mutiamo sia noi che l'ambiente che ci circonda.

Leggi anche: Sicuri di avere un'identità?

Il paradosso della nave di Teseo ci invita a riflettere su come sia molto difficile sapere in che momento un oggetto, così come una persona, diventa diversa da se stessa.

Nessuno si bagna due volte nello stesso fiume

fiumeEraclito diceva: «Nessun uomo può bagnarsi nello stesso fiume per due volte perché né l’uomo né le acque del fiume saranno gli stessi».

Il ragionamento è dunque simile al paradosso di Teseo: l’identità si rinnova o cambia?

Tale paradosso può essere più facilmente comprensibile se applicato al nostro fisico. Anche se è possibile realizzare trapianti di vari organi, non è possibile sostituire completamente un organismo, pertanto tendiamo a considerare che la persona sia la stessa. Sembra dunque che ci sia un consenso generale nel considerare l'identità come un sinonimo di cervello.

La scienza però continua ad avanzare. Potremmo quindi giungere a un punto in cui anche il cervello potrebbe essere sostituito, come gli altri organi. Cosa succederebbe in questo caso? Immaginate che sia possibile trasferire pensieri e ricordi in un altro cervello. Continueremo a essere gli stessi?

Leggi anche: Potremmo costruirci un'identità senza le nostre gioie ma non senza le sofferenze

Siamo l'insieme di tanti aspetti

ilustratrice Chloe AmeràsIl nostro io, peraltro, non veine definito solo da fisico e personalità. Noi siamo anche relazioni, azioni, progetti.

Finché questi aspetti sussistono, anche se il “contenitore” cambia, la persona rimane la stessa. O no?

Come tutti i paradossi, anche quello della nave di Teseo continua a generare domande. Tuttavia rifletterci può aiutare ad  accettare meglio i cambiamenti. E abbandonarci con più serenità al corso degli eventi.

( Illustration credits: Chloè Ameras)

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di Irene Caltabiano

 


 

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Trattare male gli altri? Questione di infelicità con se stessi

I bambini felici non hanno bisogno di fare i bulli!

Vi siete mai chiesti da cosa è generato il bullismo? Beh Jessica Alexander, una psicologa americana sposata con un danese ha studiato il bullismo e le sue radici ed ha scoperto che in Danimarca esiste un “metodo” per ridurre al minimo gli episodi di bullismo .

Si parte  dal presupposto che i bambini felici diventano adulti felici che cresceranno altri bambini felici.  Un circolo virtuoso che si ripete all’infinito.

La cultura danese

Cosa hanno di diverso i danesi rispetto a tutte le altre culture? Come ha potuto constatare la psicologa americana, crescono i bambini in un modo tutto particolare. Ed effettivamente i loro figli sembrano essere bambini educati, rispettosi ma anche sereni e felici. Bisogna quindi imitare il metodo educativo danese e cercare di capire come ognuno di noi possa applicarlo nella propria famiglia per aumentarne il benessere.

L’approccio innovativo nei confronti del bullismo

I danesi non considerano il bullismo come una responsabilità e una colpa individuale ma più semplicemente come conseguenza di una minor tolleranza e come effetto delle dinamiche gerarchiche del gruppo.

Per loro non esistono bambini “cattivi” ma esistono solo dinamiche di gruppo sbagliate. Ecco perché se gli insegnanti sviluppano strategie per aiutare gli studenti ad inserirsi nel gruppo affinchè non si sentano più emarginati  ma accettati.

La paura di non piacere a nessuno e di non essere scelti crea ansia sociale e scatena comportamenti volti ad essere accettati.

Come devono agire le scuole

Le scuole, secondo i danesi, devono monitorare le dinamiche di gruppo attraverso un “sondaggio di benessere” in cui viene chiesto al bambino di indicare quanto è felice in una scala da 1 a 10, e di individuare le tre persone con le quali gli piace di più passare il proprio tempo, più una serie di altre domande che dipendono dall’età e dai bisogni specifici di ciascun intervistato.

In questo modo gli insegnanti ottengono informazioni importantissime sul benessere degli studenti, sia individualmente che in gruppo. Riescono in tal modo ad individuare chi è lo studente più popolare e quello meno accettato e possono così pianificare le lezioni seguendo una strategia volta a migliorare le dinamiche di gruppo.

Agli studenti, inoltre, viene chiesto di dedicare un’ora alla settimana al miglioramento delle dinamiche di classe imparando ad ascoltarsi a vicenda e a mettersi ognuno nei panni dell’altro. Si insegna loro la tolleranza e l’appartenenza e in tal modo diminuisce il bullismo e aumenta la loro felicità.

Perché è importante utilizzare questo metodo

bambino-felicePerché essere esclusi è molto doloroso ed è scientificamente provato che provoca sofferenze emozionali ed angoscia sociale ed è una sensazione devastante.

Utilizzando il metodo danese, dedicando un’ora alla settimana al insegnare ai ragazzi a stare assieme  usando sociogrammi per migliorare le dinamiche di gruppo sbagliate invece di punire i bambini ”cattivi”, si riuscirà a contrastare il bullismo e ad avere bambini e ragazzi più felici.

 

Simona

 

 

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