mentalità vincente

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Sei una persona assertiva? Scopri come diventarlo

“Sono molto delusa da ciò che mi ha detto"

lavoro3"Adesso terrò il muso fin quando non si accorgerà che ce l’ho con lui"

"Silvia, oggi non puoi andar via perché ti hanno detto che devi finire quei documenti. Che peccato, dovrai cancellare l'appuntamento con le amiche"

"È colpa sua se le cose sono andate così".

Cos’hanno in comune queste tre frasi? Un atteggiamento passivo nei confronti degli avvenimenti della vita.

Un modo di essere che è l’esatto contrario di ciò di cui vi voglio parlare oggi: l'assertività.

Wow...e cosa vorrà dire questo parolone? Sono qui per spiegarvelo e per aiutare a fare vostro, e anche un po’ mio, questo concetto.

Innanzitutto bisogna distinguere tra un comportamento aggressivo e uno assertivo; l’individuo aggressivo basa tutto sui suoi interessi, senza riguardo per diritti, bisogni, sentimenti o desideri degli altri.

Il secondo invece esprime i suoi desideri ma senza prevaricare sulle altre persone.

Sa come farsi rispettare ma non aggredisce, avendo ben chiari i suoi bisogni.

Voglio ottenere rispetto: come faccio?

Essere assertivi non è facile ma è un’abilità che può essere appresa

assertività1Bisogna innanzitutto conoscere bene sé stessi e soprattutto godere di una buona autostima. L’assertività infatti è utile nella vita professionale come in quella relazionale.

In generale un individuo assertivo presenta le seguenti caratteristiche:

  • Stratega del problem solving: sa trovare spesso le migliori soluzioni, che vadano bene per lui e gli altri.
  • Ha un atteggiamento rilassato.
  • Utilizza strategie win-win, ovvero trova sempre le migliori soluzioni per tutte le persone coinvolte.
  • Conosce il suo valore e non si sente minacciato dagli altri.
  • Sicuro di sé e delle decisioni che prende, non dubita mai delle proprie capacità.

La sicurezza in sé però non è mai combinata con l’aggressività ma con un atteggiamento rispettoso e corretto nei confronti degli altri. Questo fa sì che la persona assertiva sia sempre ben voluta e difficilmente osteggiata.

Come sviluppare l'assertività?

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  • Fai valere i tuoi diritti e soddisfa i tuoi desideri
  • Non prevaricare mai sui bisogni degli altri e tieni sempre in conto le tue esigenze.
  • Esprimi sempre le tue perché nessuno le soddisferà se non le fai notare per primo.
  • Considerati responsabile solo del tuo comportamento. Non fare l’errore di sentirti responsabile per come gli altri reagiscono alla tua assertività (ad esempio con rabbia o risentimento): puoi controllare solo le tue azioni, non quelle delle persone che ti stanno intorno.
  • Accetta di buon grado sia i complimenti che le critiche. Se qualcuno loda i tuoi meriti sul lavoro, accetta il complimento e ringrazia; ma se qualcuno invece dovesse farti una critica, cerca di comprendere dove hai sbagliato e rimedia.
  • Se quello che ti viene detto non ti convince, dillo ma senza metterti sulle difensive.
  • Impara a dire “no” quando è necessario. Se non si impara a dire no il risultato sarà essere sempre frustrati e oberati di cose che non vogliamo fare.

Paura di chiedere un aumento? Utilizza la tecnica del semaforo

Tecniche di comunicazione assertiva

assertitvità2L’assertività è strettamente legata a come l’individuo COMUNICA le proprie esigenze.

Esiste pertanto un modo di comunicare che si definisce “assertivo” e si contrappone ad un modo di comunicare aggressivo o passivo.

Ecco di seguito alcune delle principali tecniche di comunicazione assertiva che puoi provare ad utilizzare:

  • Esprimiti in prima persona. “Io voglio”, “Ho bisogno” oppure “Mi sento” per trasmettere affermazioni di base .
  • Intensifica le tue dichiarazioni e comunica in modo empatico.
  • Assumi un tono fermo nelle tue dichiarazioni. 
  • Chiedi più tempo: può capitare a volte di essere in un momento no o di sentirsi troppo emotivamente coinvolti per parlare; può servire a riordinare le idee e preparare meglio il messaggio che si vuole trasmettere. 
  • Reitera le tue affermazioni: durante la conversazione ribadisci il messaggio utilizzando lo stesso linguaggio più e più volte;  alla fine la persona su cui stai esercitando il controllo non potrà che adeguarsi a quello che stai dicendo.

Ti renderai subito conto che un comportamento assertivo ottimizza il lavoro di squadra e permette di trovare soluzioni in modo più rapido ed efficace, due dei requisiti fondamentali per avere una carriera felice e di successo e migliorare la propria leadership.

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di Irene Caltabiano

 

 

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Come la rabbia gestita correttamente rappresenta un' àncora di salvezza

Nel film Inside out Rabbia è un tipetto tutto pepe, rosso, cubico, con le fiamme al posto dei capelli.

rabbia11Tutti abbiamo fatto metaforicamente la sua conoscenza, chi più, chi meno. Dal momento in cui abbiamo messo piede in questo mondo, il tipetto iroso ha accompagnato tutta la nostra esistenza.

Da quando appariva all’improvviso se la mamma non ci voleva comprare il giocattolo oggetto del desiderio a quella che oggi può suscitare un litigio con il partner o qualcosa che non va secondo le nostre aspettative. 

Chiaramente si può essere persone più o meno rabbiose. Dipende dal carattere, dalle situazioni o, semplicemente… dalle giornate.

Come gestire la rabbia?

 rabbia-ragazza Ciascuno di noi insomma prova rabbia. Ma non tutti sappiamo gestirla nella maniera corretta. La rabbia, come la gioia o la tristezza, è un sentimento e non va ignorata nè repressa. Se non viene tirata fuori e incanalata il pericolo è che ci si ritorca contro.

Spesso la rabbia viene addirittura confusa come espressione di autorità o serietà. Un capo che grida o un genitore severo incutono timore, sembrano avere le cose in pugno.

Ma la maggioranza delle volte si tratta di un equivoco: chi fa la voce grossa sta al 90% dalla parte del torto o, automaticamente,  ci passa.

Come gestire dunque Rabbia ogni volta che viene a farci visita, senza permettergli di prendere il totale sopravvento sulla nostra razionalità?

Non riversare la rabbia su se stessi

rabbia su sè stessiSe reprimiamo l’energia che accompagna la rabbia, questa finirà per schiacciarci trasformandosi in risentimento e, nei casi più gravi, in depressione. Lo stato depressivo è infatti legato a doppio filo con l'ira repressa che, nella maggioranza dei casi, si riversa contro di noi,  provocando persino male fisico.

Adottare un atteggiamento passivo-aggressivo

Quante persone conosciamo che adottano questo tipo di comportamento? Si preferisce evitare il problema piuttosto che affrontarlo, facendo citazioni indirette, che dicono e non dicono.

Si gira intorno alla rabbia quando sarebbe semplicemente meglio andare al punto, sfogandosi e difendendo le proprie ragioni.

Scaricare la rabbia sulle persone più vicine

litigio13La rabbia provoca reazioni a catena che, se non chiarite alla base, diventano un circolo vizioso. Immaginate un collega che vi ha trattato in malo modo provocandovi nervosismo. Dopodichè chiamano fidanzato o mamma e voi non rispondete o lo fate in modo infastidito. 

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La mamma a a sua volta è adirata e se la prende con vostro padre, che si sfogherà con vostro fratello. Insomma, alla fine ne farete le spese tutti quanti, voi per primi.

Qual è il problema? In nessun punto della catena descritta si è realizzata un’adeguata gestione della rabbia. Rabbia che potrebbe andare ad incidere su cose che non c’entrano un bel niente con la sua origine.

Imparare a gestire l'ira è importantissimo se si vogliono costruire ambienti sani e positivi. L’ideale è esprimere sempre il proprio fastidio alla persona che l’ha generato, protestare con i dovuti modi di fronte a un comportamento ingiusto o poco rispettoso.

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di Irene Caltabiano


 

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Sono la mia priorità (e non mi sento in colpa)

Scala di priorità.

priorità1Quando apro gli occhi per cominciare la giornata, il pensiero è sempre lo stesso: la lista di priorità. A cosa dare precedenza oggi?

 Spesso ci pervade il demone della perfezione, il senso del dovere che ci costringe ad essere performanti al 100%, l'obbligo di dover riuscire a gestire tutto come un giocoliere provetto.

 Facciamoci caso. La nostra vita è spesso improntata sul dare priorità agli altri: lavoro, famiglia, amicizie, sport, volontariato. Insomma, tutti obblighi imposti ed autoimposti che, se non rispettati, fanno automaticamente scattare il senso di colpa.

Tuttavia non ci rendiamo conto che la chiave per stare bene con gli altri, anche se sembrerà contraddittorio, è stare bene con sé stessi.  Dedicarci del tempo, guadagnare energie e grazie alla soddisfazione di aver fatto ciò che ci piace dare più valore al tempo passato con gli altri.

 Stop ai sensi di colpa

senso-di-colpa1Le vostre necessità sono importanti. Se i vostri bisogni non sono una priorità, non lo saranno per gli altri. Assicuratevi dunque di avere sempre un po’ di tempo per coltivare le vostre passioni e entrare in contatto con voi stessi.

Non sentitevi in colpa se vi prendete cura del vostro spirito e della vostra salute.  Non dovete giustificarvi né dare spiegazioni. Se qualcuno non lo capisce, non è un vostro problema. Siete padroni del vostro tempo.

Fate esercizio fisico, prendetevi cura del vostro corpo, dedicate tempo alla lettura. Riconoscete le persone positive e allontanate quelle negative: niente dà più carica di essere attorniati da persone che vi appoggiano e capiscono quanto è importante che vi amiate.

Comprendete inoltre la differenza tra le cose che potete cambiare e quelle che invece NON POTETE cambiare. Non dimenticate che nella vita ci sono tre cose che potete controllare: ciò che dite, ciò che pensate e ciò che fate. Agite di conseguenza, non lasciatevi manovrare e siate coscienti di ciò che fate e del perché lo fate.

Se siete i primi a rispettarvi dimostrerete di saper fare lo stesso anche con gli altri. Imparate dunque a dire di no, capire come stilare la lista di priorità in base ai vostri valori.

La matrice di Eisenhower

matrice di eishenower-4Esistono inoltre diversi metodi per gestire le priorità. Uno dei più famosi  è la matrice di Eisenhower. Dopo aver dissertato sull’importanza di  saper gestire le proprie attività quotidiane, ecco un metodo concreto per  organizzare la vostra giornata.

 “Ciò che è importante raramente è urgente e ciò che è urgente raramente è importante”

Questa frase, attribuita a Dwight D. Eisenhower, generale e presidente statunitense negli anni 50, è alla base del metodo di ottimizzazione del tempo noto come Matrice di Eisenhower.

La matrice di Eisenhower serve a ordinare le priorità separando ciò che è urgente da ciò che è superfluo, classificando le attività giornaliere in base al loro grado di urgenza e/o importanza.

Le priorità sono legate ai nostri valori, principi ed obiettivi, e possono quindi essere diverse per ciascuno di noi. Imparare a gestirle con la consapevolezza della nostra scala di valori è fondamentale per una efficace gestione del tempo, soprattutto quando si lavora in team.

Il concetto di “urgente”, invece, è oggettivo, e dipende unicamente dalla variabile tempo. Va applicato quindi a quelle attività che richiedono attenzione immediata o comunque a brevissima scadenza.

La struttura della Matrice di Eisenhower

matrice-eishenowerCombinando i due parametri si ottengono i quattro quadranti che costituiscono la Matrice di Eisenhower:

Possiamo quindi riassumere i quadranti in:

Q1 = Crisi: urgente e importante

Q2 = Qualità: importante e non urgente

Q3 = Inganno: urgente e non importante

Q4 = Spreco: non importante e non urgente

Vi piacerebbe saperne di più su come compilare al meglio tale Matrice? Seguiteci nel prossimo articolo!

 

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di |Irene Caltabiano

 

 

 

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