Maschere colorate, buon cibo, fiori sparsi ovunque.
Se in Italia il giorno dei defunti è associato alla tristezza dell'assenza, in Messico diventa la festa più gioiosa dell'anno. Giorno in cui, metaforicamente, i morti si ricongiungono ai vivi.
Una tradizione talmente sentita che l'Unesco nel 2013 l'ha proclamata Patrimonio culturale immateriale dell'Umanità.
La morte come rinascita
L'origine della festa è azteca. Le civiltà pre-colombiane non consideravano la morte la fine di tuttoma come viaggio e fonte di rinascita.
Leggenda vuole che le anime dei defunti vivessero in un luogo chiamato Mictlan e che, dopo quattro anni di permanenza, fosse possibile per loro tornare sulla terra.
Inizialmente infatti la festività veniva celebrata per la dea Mictlan a fine agosto. La dominazione spagnola diede infine alla ricorrenza un'impronta cattolica e fu così spostata nelle date attuali (1-2 novembre).
Tra teschi e ofrendas
Famosa caratteristica del Dìa de los muertos sono i teschi colorati, gli usci delle case costantemente aperti e las ofrendas, altari in cui vengono esposti cibo e omaggi.
I frutti nutrono le anime dei defunti, il vento che li sospinge viene bene rappresentato da una fine carta bucherellata (detta papel picado) l'acqua versata in un recipiente in modo che le anime possano dissetarsi, ed il fuoco per commemorare l'anima dei defunti. Qualcuno lascia persino un cuscino per permettere alle anime dei morti di riposarsi.
Tipico il pan de muerto, con latte, zucchero e farina, preparato almeno una settimana prima, e las calaveras, teschi fatti con zucchero e acqua. Con il termine vengono anche identificati i necrologi immaginari dedicati a politici o altri personaggi famosi.
C'è persino chi, in quel giorno, si promette amore eterno regalando una bara con il nome dell'amato. Qualche settimana prima invece vengono istituiti concorsi per scegliere la migliore maschera de La Catrina, rappresentazione di Su Majestad la Muerte. Le strade invece si riempiono di calacas, scheletri con le maschere colorate, che invitano a danzare anche i turisti.
Quest'anno la festa sarà dedicata alle vittime del terremoto di magnitudo 7.1 che a settembre ha colpito il paese.
Non si può paragonare questa festività ad Halloween, niente zucche o streghe dalla provenienza celtica.
Una mescolanza tra sacro e profano che insegna a guardare al primo novembre non con tristezza ma come, finalmente, ad un ricongiungimento gioioso tra i defunti e i propri cari.
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