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Ecco chi è Sabrina Gonzalez Pasterski, mente che ha affascinato i geni d'America

Alcuni la considerano erede di Albert Einstein. 

sabrina-pasterskiJeff Bezos è rimasto abbagliato dalla sua intelligenza, tanto da dichiarare che per lei le porte di Amazon sono sempre aperte. 

La fama dei suoi studi sulla fisica quantistica è giunta fino alla Nasa e la giovane scienziata ha già ricevuto proposte da Hertz, Smith e National Science Foundation. Ma chi è questa ragazza, che, appena ventiduenne, è già una promessa del mondo della fisica?

Dicono che tratto distintivo dei geni sia essere un po’ bislacchi. E  in effetti la cubano-statunitense che proviene dai sobborghi di Chicago sembra uscita da una puntata di Big Bang theory

A meno che non abbiate sentito parlare di “simmetria semiclassica di Virasoro della matrice quantica” o di Phisycsgirl, blog che aggiorna periodicamente con testimonianze sui suoi progressi, è raro trovare sul web qualche contatto di Sabrina. La ragazza non possiede né un profilo Facebook, né tantomeno un account Linkedin o Instagram. D’altronde non ha nemmeno uno smartphone. Inoltre dichiara di non aver mai toccato alcolici o fumato una sigaretta.

 

Una teenager al MIT

Altro punto in comune con alcune grandi menti è il non avere tanti amici. Ma dalla sua ha la "difficoltà" di sabrina-pasterski-2un’intelligenza superiore alla media.  Quando Miss Pasterski varca per la prima volta la soglia del MIT ( Massachussets Institute of Technology) ha solo quattordici anni e da quattro pilota già un aereo

Una delle mansioni del prestigioso centro, oltre teorizzare e costruire marchingegni geniali, è confermare la sicurezza dei veicoli volanti. Ed era proprio questo l’obiettivo di Sabrina, l’approvazione di un velivolo da lei stessa costruito.

I professori Allen Haggerty e Earll Murman, appena visto il video della ragazza alle prese con la costruzione di un aeroplano, sono rimasti a bocca aperta: «Il suo potenziale va al di là di qualsiasi misurazione ». I due rimasero così colpiti da convincere le alte sfere a sottoporre Sabrina a un esame di ammissione anticipato, che, chiaramente, passò con il massimo dei voti.

Che fisico!

sabrina-pasterski-2Oggi, superati da poco i vent’anni, è già laureata al MIT e sta studiando ad Harvard esplorando uno degli interrogativi più impegnativi della fisica teorica:  spiegare il fenomeno della gravità nella meccanica quantistica (analogamente a come fecero Stephen Hawking e Albert Einstein all’inizio della loro carriera) . Argomento che, nella maggioranza della popolazione mondiale, genererebbe facce interrogative e grattacapi.

Nonostante i suoi mentori siano entusiasti e prevedano per lei un grande futuro, Sabrina rimane con i piedi per terra: «Un fisico teorico che afferma che risolverà uno specifico problema a lungo termine sta praticamente garantendo che non lo farà. Quello che intendo fare è stare tranquilla, e divertirmi con la materia».

 

 

di  Irene Caltabiano

 

 

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È nato prima il bullo o il bullismo?

 Bulli si nasce o si diventa?

Tutto si risolve nel vecchio quesito: esiste forse un gene della cattiveria? Cosa provano i genitori che, nel mezzo del cammino di loro vita, scoprono a un tratto che il proprio figlio tormenta altri ragazzini? Che li picchia, li offende verbalmente o ruba loro soldi e cellulari?

Le storie sono spesso simili: ragazzi di buona famiglia, all’apparenza tranquilli, che un giorno si rivelano essere terribili aguzzini. Ma siamo sicuri che i genitori in primis non sappiano leggere tra le righe di certi comportamenti? Andare oltre quei gesti di violenza per comprendere le vere necessità degli adolescenti?

Non scrivo per fini pedagogici, ma sulla scorta di riflessioni personali. Qualche settimana fa mi sono semplicemente chiesta perchè a volte non serve provenire da particolari situazioni sociali per diventare bulli. A volte questi ragazzi hanno situazioni familiari normalissime, anzi crescono con sani principi. E allora perché un mattino il "bullo in potenza" si sveglia e comincia a scagliarsi  sulle vittime prescelte?

Il bullo è sempre esistito

Chi di noi  a scuola non è mai stato preso in giro per qualcosa? Il taglio di capelli, la maglia non proprio all’ultima moda,  per essere un po’ più in carne del normale? Il problema è che adesso i mezzi per “ferire” non si limitano alle parole, ma sono più sottili e umilianti. La presa in giro, se prima si limitava alle quattro mura di un'aula, oggi viaggia in mainstream su YouTube e non dà scampo, ti costringe ovunque al ruolo di vittima. Le tristi conseguenze le conosciamo bene. L’autostima del soggetto perseguitato viene minata a poco a poco, fin quando non si annulla completamente. E in maniera definitiva.

Chi è vittima e chi carnefice?

Tutti abbiamo un modo diverso di reagire al dolore. C’è chi lo affronta trasformandolo in energia positiva e chi sceglie di chiudersi in sé stesso, mutando la sofferenza in rabbia e aggressività. E in un periodo come l’adolescenza è complicato fare quel passo in più, trasformare il proprio rancore in apertura verso il mondo.

Tantissimi possono essere i motivi per crearsi una corazza, senza far riferimento a situazioni troppo difficili: non essere stimati dai propri genitori, avere un padre o una madre troppo autoritari, provare invidia per un fratello o una sorella più bravi.

Quando una richiesta di amore non viene ascoltata, la mancanza di affetto diventa un’esperienza dolorosa. Il passo successivo è convincersi di essere invincibili: quel bisogno di amore è una debolezza. La stessa che scatena l’aggressività quando si rivede quella vulnerabilità in un'altra persona. Il bullo non tollera i punti deboli altrui perché è il primo ad esserci passato.

L’educazione passa anche dai genitori

Dal momento che la forma più diffusa è ormai il cyberbullismo, stanno nascendo numerosi progetti in cui si educano genitori e alunni per affrontare e capire il mondo del web e la diffusione di tali fenomeni,  Il modello proposto è più o meno il vecchio ritornello (sempre valido) di non abbandonare i figli davanti alla tv, oggi trasferito a smartphone e pc.

Cominciare, fin dalle elementari a navigare su Internet insieme e farne un uso adeguato, imparando a distinguere cosa sia meglio non fare. Una maggiore alfabetizzazione potrà aiutare i genitori, soddisfando anche un’altra funzione: il bisogno dei figli di ricevere attenzioni e e sentirsi amati

 

di Irene Caltabiano

 

 
 
 
 
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Netflix sfida i pigri a fare sport

Un’iniziativa lodevole per la piattaforma americana.

Soprattutto dopo le Feste natalizie, quando i depositi di adipe ci fanno sentire il Gabibbo. Netflix ha trovato la soluzione definitiva: fare esercizio mentre si guarda la propria serie tv preferita.

Niente training sfiancante alla Jill Cooper o maratona di New York, ma sette semplici esercizi da venti secondi ciascuno. L’idea è del trainer spagnolo Sergio Peinado, che ha creato una serie di movimenti da ripetere per almeno tre volte, che siate sul divamo o sulla sedia. Poco tempo, massimi risultati.

Dallo squat al plank addominale, dalla corsa sul posto alle flessioni, finirete per diventare muscolosi e affascinanti come i vostri idoli.  State guardando Breaking bad? Scappate dalla polizia insieme ad Heisenberg. Fan di Orange is the new black? Fate addominali insieme alle detenute.

Chi l’ha detto che guardare la tv non possa far bene?

di Irene Caltabiano

 
 
 
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