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Cosa chiederesti al te stesso del futuro? Ecco il nuovo youtuber trend

«Caro futuro me ».

Cominciano tutti così i video complici dell’ultima moda del web. Gli youtubers realizzano filmati in cui parlano ai sé stessi di 30 anni e più, essendo quasi tutti teenager. Qualcuno ha anche fatto il contrario, come Greta Menchi che ha parlato al suo alter ego sedicenne. «Non cercare di essere una persona diversa da quello che sei. Ricorda che nessuno è come te. Vivrai esperienze indimenticabili e piangerai di gioia per aver creduto in te».Ovviamente il video ha ricevuto migliaia di visualizzazioni.

Fanno una certa  tenerezza questi ragazzini che raccontano a sconosciuti del web desideri, speranze, paure. Ponendosi domande a volte serie a volte frivole. FedericaK4U si chiede se sarà ancora dipendente da caffè o tè. Contemporanemente le piacerebbe sapere se avrà un lavoro, se abiterà a Londra o avrà viaggiato quanto voleva. Nel blog multi autore francese Rue 89 le domande fioccano: «Chi sei diventato? Hai una famiglia? Vedi tutti i giorni i tuoi amici?  Spero che avrai tutto ciò che ti meriti».

Aspirazioni e sogni che viaggiano rapidi pixel su pixel.  Qualcuno più auto-ironico si chiede ciò che tutti vorremmo sapere: « Sei ingrassato? Spero non sia così, sennò ricomincia a fare sport ». Altri invece si sono concentrati sugli altri più che su sé stessi. Come mmarti nao che si chiede: « Stai bene, stanno tutti bene? Sei riuscita a diventare uno scrittrice famosa? Se non ce l’hai fatta non ti capisco perché tu non sogni altro che scrivere ».

Tutti dichiarano che non è stato facile realizzare un video del genere. Un po’ perché non è facile proiettarsi fra dieci anni, un po’ perché si devono svelare aspetti di sè piuttosto intimi. In un mondo in cui gli youtubers creano un’ immagine di sé fittizia è come se dovessero spogliarsi del loro personaggio e mostrarsi semplicemente per ciò che sono. Forse è per questo che i video hanno registrato un tale successo. I più visualizzati sono arrivati fino a un milione di click. Peraltro la tendenza non è esclusiva della piattaforma video. Esiste un sito omonimo in cui ciascuno può scrivere una lettera al sè stesso del futuro e scegliere giorno e ora in cui il sistema la invierà alla tua mail. 

Gli youtuber più pragmatici, forse per cominciare a costruirsi un piano B, si sono domandati: «Ma tra dieci anni, esisterà ancora YouTube? ».

GUARDA IL VIDEO

 

di Irene Caltabiano

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Khouda Diop, la dea della melanina sconfigge il bullismo con l'orgoglio di sè

Dopo Winnie Harlow, top model con la vitiligine testimonial di Desigual, ecco un'altra coraggiosa donna che ha fatto dell'unicità la sua forza.

Khouda_DiopKhoudia Diop, è una giovane modella di origini senegalesi, residente a Parigi. Segni particolari? Pelle scurissima, di una tonalità rara e affascinante, che le ha fatto guadagnare il titolo di Melanine goddess (dea della melanina) o altri soprannomi come figlia della notte regina delle stelle. Proprio per questo color cioccolato fondente, Khouda è stata sempre vittima di bullismo. Ma questo non l'ha certo fermata, anzi l'ha spinta a riscattarsi e a non dare importanza a chi la criticava.

 

Disattiva per: inglese

Dopo aver partecipato alla campagna Colored, nella quale Khouda_Diopsi celebravano le differenze di tonalità della pelle come manifesto anti-razzista, ha aperto un profilo Instagram nel quale ha raccolto 240.000 fan. Anche qui, insieme ai tanti apprezzamenti, non mancavano gli insulti. Una donna ha scritto: « Se avessi il tuo colore di pelle mi spaventerei del mio riflesso e mi laverei tre volte con la candeggina». Ma a Khoudia non importa: « Con l'età ho imparato a non dare importanza a queste persone e amare il mio corpo». E ci scherza persino su: « La prima cosa che faccio ogni mattina quando mi sveglio è guardare il mio sedere di cioccolato. Essere come sono non ha prezzo e mi amo per questo».

L'obiettivo della signorina Dhiop è ispirare altre donne di colore e incoraggiarle, nonché favorire ancora di più la diversità nel mondo della moda. « Ragazze, potete essere tutto ciò che volete e sognate».

 

di Irene Caltabiano

 

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Wonder woman? È il personaggio a ispirarsi alle donne, non il contrario

Corpetto, shorts e stivali di pelle rossa.

Wonder woman, alias Diana Prince, la donna dei sogni creata nel 1941 dalla matita di William Moulton Marston rimane bella, forte, intelligente, giovane, anche a 75 anni appena compiuti.

Confesso però che, nonostante il suo charme, sono rimasta fortemente perplessa di fronte alla nomina al rango di ambasciatrice ONU ad opera di Ban Ki Moon, attuale Segretario generale delle Nazioni Unite. Dal momento che l'eroina non poteva essere fisicamente lì, a fare gli onori di casa è stata Diane Nelson, presidente della DC entertainment, major americana che detiene i diritti di una vasta gamma di supereroi. Alla cerimonia presenti anche Lynda Carter, interprete della famosa serie anni '70, e Gal Gadot, attrice che vestirà i suoi panni nel film del 2017.

Forse persino l'Onu si è dato al marketing, garantendo sottobanco un vasto pubblico di sala per la prossima pellicola? La decisione ha avuto pareri contrastanti all'interno delle stesso organo istituzionale. In primis perchè si pensava che (finalmente) una donna potesse raggiungere le alte cariche, dal momento che nove su dieci sono ricoperte da uomini. Altri hanno considerato la cerimonia quantomeno bizzarra, fino a definirla una vera e propria offesa.

Alcuni membri delle Nazioni Unite hanno svolto un sit-in con tanto di slogan “ Non sono una mascotte” e “Facciamo le cose serie”. Non è mancata la pronta risposta delle femministe, in particolare nella figura Shon Faye, che afferma: «Fare di Wonder Woman un’ambasciatrice Onu è un’assurdità appropriata per quest’annata così assurda della storia umana». E ancora, su Twitter:«Ci dice qualcosa, sul patriarcato, il fatto che per avere potere abbiamo bisogno di una supereroina finta, invece di una donna reale».

La scelta ha sollevato persino commenti legati all' abbigliamento troppo succinto, al seno prosperoso in mostra e alla pelle irrimediabilmente bianca. Peraltro, anche a voler accettare la nomina di un personaggio inventato, non sarà un po' troppo datato per far presa sulle nuove generazioni?

È Wonder woman che si ispira alle donne, non il contrario

Idealmente il personaggio potrebbe essere una rappresentanza di tutto rispetto delle donne. Ricordiamo che lo stesso Marston, teorico del femminismo, per definire il personaggio si ispirò al suffragismo. Wonder Woman fu la prima donna in mezzo a tutti quei testosteronici Batman e Superman. Ha una forza sovrannaturale, una velocità supersonica, parla molte lingue, è resistente al dolore ed è molto istintiva. Atena, come da fumetto, le ha donato grande saggezza e intelligenza. Ma tutte queste sfaccettature sono la sublimazione e l'iconizzazione di caratteristiche già presenti in tutte noi. Perciò perchè non nominare una donna reale?

Diana Prince starebbe benissimo su un manifesto o una campagna pubblicitaria dedicata alle donne forti, un' icona pop molto simile ai quadri di Lichtenstein . Ma meglio limitare la sua presenza alle pagine dei fumetti. Non sarà che, ancora una volta, la visione della donna sia troppo dipendente da uno sguardo maschile?

Inoltre, ci sono evidenti problemi pratici. Come farà Wonder Woman ad essere a capo di una missione diplomatica, magari presso la Santa Sede? Non potrà certo andarci in pantaloncini di latex. O a negoziare su trattati internazionali? Se non è d'accordo, sfodera i suoi poteri? Non mi pare che tra questi ci sia l'ars oratoria. O ancora, nel suo curriculum non vedo una qualche laurea in Scienze Politiche o Giuridiche. Inoltre, attenendosi al fumetto, fra i cattivi che l'eroina combatte figura anche l'ONU. Attenti diplomatici, potreste mettervi il nemico in casa. 

 

di Irene Caltabiano

 

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