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Messenger: anche Facebook terrà al sicuro le nostre chiacchiere

Dopo Whatsapp, il colosso di Menlo Park non poteva essere da meno. 

Così anche il servizio di messaggistica di Facebook ha attivato l'opzione end-to-end, ovvero la crittografia che protegge le nostre conversazioni.

Come funziona?

Una chiave univoca, differente per ogni contatto, che solo smartphone di mittente e destinatario sono in grado di modificare. Il servizio è momentaneamente disponibile solo sulle versioni più recenti di Android e IOS, perciò è necessario aggiornare i dispositivi all'ultima versione.

L'opzione non si attiva automaticamente. Si deve avviare l'applicazione e selezionare il nome di un contatto; successivamente, dalla finestra che si apre, si sceglie l'opzione conversazione segreta e si conferma con ok la nuova impostazione.

All'interno delle conversazioni gli utenti potranno scambiarsi messaggi, immagini e adesivi. Al momento bandite GIF, video e chat di gruppo. Se la richiesta di crittografia è stata approvata, Messenger mostrerà la scritta: codificato da un dispositivo all'altro.

La novità più ghiotta sono i messaggi che si autodistruggono. Si può infatti impostare un timer su ogni messaggio, ovvero il tempo entro il quale quest'ultimo dovrà "scadere".

Insomma, amanti e pettegoli, fatevi avanti. Avete ancora più possibilità di farla franca.

 

di Irene Caltabiano

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Igor Kupec, quando il Parkinson trema e il Narcisismo si specchia

Rappresentare una malattia graficamente, senza bisogno di lunghe spiegazioni scientifiche?

Igor Kupec, illustratore slovacco, si è cimentato in quest'impresa, centrando in pieno l'obiettivo. Immagini che, con pochi tratti, definiscono disturbi mentali anche molto complessi. Testo grigio su sfondo bianco, le malattie vengono rappresentate in linea con sintomi e conseguenze della patologia su chi, purtroppo, ne è affetto. Così il Parkinson trema, la Paranoia ha mille occhi e L'Alzheimer si dimentica la lettera finale.

Kupec, nella gallery pubblicata interamente su Bored Panda, descrive la scintilla per la creazione dell'originale album. «Quando ero uno studente universitario soffrivo d'ansia e attacchi di panico. Dopo un paio d'anni ho cominciato a pensare ai disturbi mentali dal punto di vista del graphic designer. La mia ricerca era volta a cogliere la loro essenza attraverso la tipografia. Sono stato capace di rappresentarne molti, tranne quelli contro cui stavo combattendo».

Un chiaro esempio di come l'arte riesca a esorcizzare in qualche modo le nostre nevrosi. Eccovene un assaggio. 

 
 
di Irene Caltabiano
 

 

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Real beauty beats: la vera bellezza fa battere il cuore. Parola di Dove

Cos'è la vera bellezza?

Domanda non semplice. Soprattutto in tempi in cui moda, pubblicità, stampa impongono alle donne determinati modelli. Tutte pensiamo che essere attraenti significhi assomigliare il più possibile a volti e fisici che vediamo sulle riviste patinate. E se ci dicessero che siamo belle così come siamo, senza bisogno di fronzoli o vestiti all'ultima moda?

Dove, azienda statunitense di cosmesi e prodotti per l'igiene, ha fatto della vera bellezza la forza del suo marchio. Da anni, per le sue campagne pubblicitarie, sfrutta  donne "depurate" da trucco e Photoshop; col tempo ha così creato una serie di spot che definirei commoventi.

Il penultimo, Real beauty sketches, ha raggiunto 67 milioni di visualizzazioni, un premio come una delle migliori pubblicità di sempre, e ha persino una pagina dedicata all'argomento su Wikipedia ( per chi non ricordasse di cosa stiamo parlando, ecco il link ). Il nuovo capitolo stavolta non mette sotto i riflettori le donne. Anche se, in un certo senso, le rende più protagoniste che mai. La parola viene infatti data agli uomini, al loro sguardo sulla bellezza femminile.

Il nuovo spot si chiama Real beauty beats

Ha coinvolto un gruppo di giovani adulti. Messi di fronte a uno schermo che proietta foto di modelle, in un primo momento gli viene chiesto di descrivere cosa vedono. Nel frattempo uno strumento misura il battito cardiaco. Risultato? Anche se esteticamente perfette, le donne mostrate comunicano poco. Sono fredde, distaccate. Qualcuno dice persino: «Probabilmente mi imbarazzerei solo a guardarla negli occhi». D'improvviso però, il battito accelera. Perchè? Non voglio rovinarvi la sorpresa.

Luce soffusa e musica lenta e dolce contribuiscono a creare un'atmosfera intima, quasi onirica. La campagna è efficace perchè slega finalmente il concetto di estetica da quello di emozione: chi amiamo diventa bello ai nostri occhi perchè, come recita la frase finale, ci fa battere il cuore...e per quello non servono make up artist o parrucchieri.  

-GUARDA REAL BEAUTY BEATS-

 

di Irene Caltabiano

 

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