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Checco Zalone, il nuovo spot sulla Sma e il potere virale della risata

Si può criticare il suo stile e non condividere la sua comicità.

Tuttavia non si può negare che Luca Medici, in arte Checco Zalone, sia diventato il brand di sé stesso. Stavolta il comico barese mette faccia e humor a disposizione di una causa sociale, la lotta alla Sma (Atrofia Muscolare spinale). Dando una lezione di marketing vincente dopo il disastro del Fertility day.

Come avevo recentemente sottolineato, la disastrosa campagna sulla necessità impellente di procreazione, qualche merito l'ha avuto: far luce sull'importanza della buona comunicazione. Spesso, in nome del politically correct, si creano slogan poco efficaci, addirittura dal sapore grottesco.

Con #eiochiamolaricerca si punta sull'umorismo come lo intendeva il buon Pirandello, ovvero il sentimento del contrario. Il co-protagonista dello spot non è il classico bambino dagli occhi languidi che stimola compassione solo perchè in carrozzina o una storia intrisa di buoni sentimenti. Il cuore dello spot è proprio puntare su un testimonial amato dal pubblico e calzante nel ruolo del vicino egoista e geloso delle proprie abitudini, al di là di falsi moralismi. Risultato? Su Facebook il video ha avuto 60mila interazioni e oltre 58mila condivisioni.

Una pubblicità è vincente nel momento in cui, accanto alla risata, stimola la riflessione. Spesso non ci rendiamo conto di quali siano le nostre fortune quotidiane, che vadano dal poter scendere le scale a trovare autonomamente un posto auto. Godetevelo. 

 

 

 

di Irene Caltabiano

 

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Dimmi che social crei e ti dirò chi sei

Immagina di essere un appassionato di ornitorinchi. 

Ti svegli una mattina e decidi che il mondo ha bisogno di una piattaforma per chi, come te, ama alla follia questo buffo animaletto. Probabilmente l'inventore del social per ricconi o per i food porn addicted hanno avvertito lo stesso impellente richiamo: crearsi una nicchia dove possano essere amati, capiti e benvoluti dai propri simili. Una sorta di Fight Club del web, aperti a chiunque voglia farne parte.

Baffo, che passione

A metà fra un social e un sito di dating, Stache Passion è il sito per gli/ le amanti dei baffi. Le donne vanno alla ricerca del barbuto più affascinante mentre i giovanotti si scambiano consigli su come tagliarsi l'irsuto pelo.

"Navigare" volando

Virgin America, nota compagnia aerea americana, fece un esperimento, probabilmente più legato al marketing che a una reale necessità di fare community. Fatto sta che per qualche mese Here on Biz, social network che connette i passeggeri di uno stesso volo,  sembra aver funzionato con discreto successo.

Lana e punto croce

Raverly è il circolo del cucito 2.0, il mondo degli appassionati del lavoro a maglia che ha raccolto oltre tre milioni di utenti in tutto il mondo. Non troverete solo simpatiche nonnette, ma un sottobosco di sferruzzatrici ( e sferruzzatori) con i quali condividere le vostre creazioni, ricevere commenti e consigli, sfruttare i tutorial a disposizione.

Il paradiso non può attendere

Garantirsi un posto nell'alto dei cieli? Meglio cominciare subito. Line for heaven è un sito per fanatici religiosi, una sorta di confessionale online in cui si guadagnano punti confessando peccati, ci si confronta sui diversi punti di vista riguardanti il proprio credo, si stigmatizzano gli infedeli. Admin? Ned Flanders.

Aumentare il sen(n)o

Ebbene si, esiste anche questo: Myfreeimplants aiuta chi vuole ricorrere alla chirurgia plastica e richiede donazioni al popolo del web. Ciascun utente crea un profilo in cui spiega la sua storia e il perchè vorrebbe fare il classico ritocchino. Chi vuole, se le motivazioni sono convincenti,  può contribuire alla spesa. Lo slogan è indicativo: "Invest in breast". 

Prison-break

Rabbrividite, Prison inmates è un social che connette tutti i carcerati degli Usa. Si scambieranno consigli su come evadere?

Sono un poser e me ne vanto

Esistono due social in cui tutti i fotocamera-dipendenti possono dare sfogo liberamente alle loro pulsioni . Foodporn, in cui ciascuno può postare foto di colazione, pranzi, cena e spuntini e Beautiful people, in cui si dà il via libera a foto di fronte allo specchio, selfie e muscoli in bella vista.

Freud improvvisati

Vi siete svegliati scombussolati da un sogno o un incubo che non riuscite a decifrare? Remcloud ti aiuta a interpretare sogni tuoi e degli altri. Per poi capire che è sempre colpa di tuo padre o di tua madre.

Privacy, questa sconosciuta

I just made love, un social in cui ciascuno può informare il pubblico dell'ultimo luogo in cui ha fatto l'amore, geolocalizzandosi tramite smartphine. Non il massimo dell'intimità, ma forse una volta sarebbe stato utile conoscere i posticini più appartati...

Vi odio tutti

Questa è la piattaforma definitiva. Un social per chi odia i social.

E voi? Se poteste inventarne uno quale scegliereste? Scrivetelo nei commenti!

 

di Irene Caltabiano

 

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Gatti robot, i nuovi (finti) dispensatori di affetto

Pelo sintetico e movimenti naturali.

Simulano le fusa grazie alla modalità VibraPurr ma soprattutto non sporcano né graffiano. I nuovi gatti-robot della Hasbro, nota società produttrice di giocattoli, sembrano un soggetto perfetto per Black Mirror, serie televisiva che avverte sull'incedere dee nuove tecnologie e dei sui effetti collaterali. Si chiamano Companion Pet cat e non sono balocchi per i bambini, bensì gingilli pensati e collaudati per gli anziani, così da offrirgli compagnia, affetto e divertimento. Ma non solo. Orange Tabby, Silver, White Mitts e Creamy White sono la soluzione anche per chi è allergico al pelo di gatto oppure non ha spazio sufficiente in casa. 

Come funzionano

Nipoti dei Petster, gatti robot anni '80 molto più rudimentali, i pet companion hanno voglia di coccole e sono in grado di “ricambiare l'affetto” e fare compagnia a chi passa molte ore da solo in casa. Costano 99 dollari, sono dotati di sensori di movimento e luce che consentono di rispondere a carezze e abbracci. Se si riesce a stimolarli adeguatamente, si girano su sé stesso e si grattano la pancia. Nel caso in cui vi addormentiate, il super-gatto, se non stimolato per un tot di tempo, si spegne da solo, fingendo un lungo pisolino. Inoltre miagola in diversi modi, a seconda di come si interagisce con lui.

Hasbro ha iniziato lo sviluppo del prodotto quattro anni fa, quando a seguito di una ricerca di mercato scoprì che i peluche erano in gran parte destinati a mani adulte. Da qui alla creazione dei Pet companions il passo è stato facile. E quale miglior sembianza se non quella dell'animale domestico per eccellenza?

I Pet companions non sono il primo tentativo del genere. I primi animali domestici robot vengono dall'Oriente e anche lì sono rivolti agli adulti. Ad esempio Aibo, cane robot della Sony o Paro, il cucciolo di foca che risponde agli stimoli dei padroni. In quest'ultimo caso però l'animale è registrato come vero e proprio dispositivo medico, perciò il prezzo si alza fino ai 6000 euro, proibitivo per gran parte delle famiglie.

Ma non è meglio un gatto vero?

Questioni vecchie, ma sempre attuali. I robot facilitano la vita perchè ci sollevano dai problemi che qualcosa di naturale creerebbe. La questione è sempre capire quale sia il limite. L'idea di una manica di vecchietti con un gatto robot sulle ginocchia mi mette tristezza. Chi ci garantisce che da un momento all'altro i suoi circuiti non diano forfait, lasciandoli più soli di prima? L'essere naturalmente imperfetti è ciò che ci rende autentici. E questo vale sia per gli animali che per le persone.

 

di Irene Caltabiano

 

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