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Lavorare nel posto in cui si è nati? È ad un solo click da qui

«Non tornare più, non ci pensare mai a noi, non ti voltare, non scrivere.
Non ti fare fottere dalla nostalgia, dimenticaci tutti».

Nuovo Cinema Paradiso è sempre stato uno dei miei film preferiti. Forse perchè un po' mi ci rivedo in quel Salvatore che lasciava tutto senza voltarsi indietro, che emigrava da un piccolo paesino dell'entroterra siculo inseguendo il sogno di diventare regista.

Una volta chi lasciava il proprio paese d'origine era il coraggioso, l'impavido che abbandonava la certezza per il brivido dell'ignoto. A volte persino lo snob che rinnegava i suoi natali. Oggi partire verso altri lidi è diventata la prassi. La vita e le possibilità delle grandi città ci attirano come le api sul miele ed è più che giusto investire sulle proprie aspirazioni. L'ho fatto anche io.

Il prezzo da pagare tuttavia non è subito evidente, sopito dall'entusiasmo della novità. Ma i quasi sette anni vissuti lontana dalla terra d'origine mi hanno aiutata ad avere uno sguardo più completo su ciò che ho lasciato, sui momenti che mi sono persa. La morte di persone care, che non ho potuto salutare per l'ultima volta. Passeggiare per la città e avere in ogni angolo qualcosa che ti ricorda una parte della tua vita. Conoscere la tua gente, tra pregi e difetti. E, da “emigrata”, guardarli con maggiore indulgenza e tenerezza di quando sei partito pieno di rabbia e voglia di abbandonare quel posto che ti stava così stretto.

Oggi non voglio parlare di chi ha scelto di andarsene, ma di quelli che hanno compiuto l'altrettanto difficile scelta di restare o, dopo tanti anni, tornare da dov'erano partiti. Le loro storie sono raccolte su wwworkers.it, la prima job-community italiani di lavoratori in rete, che si presenta con questo slogan:« I wwwworkers, connessi alla rete e alla propria creatività, sono la dimostrazione di come si possa scommettere sulla cosa più preziosa di cui si è in possesso: sé stessi».

I profili sono tantissimi e dei più svariati. La maggioranza hanno vissuto, lavorato, conosciuto altre realtà per poi decidere di comprare solo il biglietto di ritorno. Hanno rinunciato a posto fisso e contratto a tempo indeterminato a favore di mestieri artigiani o professioni poco considerate. Ma soprattutto hanno puntato sulla rete per dare una spinta notevole alla propria rinascita.

Come Alessandro che, un giorno, entrando in ufficio, non ha avuto dubbi. Ha scritto nero su bianco i motivi delle dimissioni e si è messo in proprio come dogsitter online. Denise, quarantanni, lavorava all'estero come organizzatrice di eventi. Ha mollato tutto per creare l'attività Grim&Marius, negozio online di chandeliers e abat-jour prodotti artigianalmente, che oggi segue da Bologna. O ancora Giulia, ventotto, cinque lingue, che, dopo aver viaggiato intorno al mondo come reporter internazionale, ha scelto di tornare nella sua amata Roma per vendere fiori online. All'inizio la prendevano per pazza.Oggi ha numerose offerte di investitori sulla scrivania.

C'è anche chi da grafico pubblicitario si è reinventato commerciante aprendo un portale di vendita di cibo locale. O chi, come Riccardo, dalla sua Catania ha sviluppato un e-commerce di prodotti di ceramica e pietra lavica che oggi esporta in mezza Europa. E ancora ex-ingegneri che ora vendono shopping bag, dirigenti diventati cuochi a domicilio, contadini che hanno scoperto le potenzialità di Twitter e Facebook. Lo stesso fondatore del portale, Giampaolo Coletti, lavorava per una multinazionale a tempo indeterminato, ma avevo voglia di fare altre esperienze. Perciò si  è dimesso per diventare unun imprenditore digitale.

Piattaforme come queste fanno riflettere sulle possibilità del web, danno speranza di un nuovo futuro lavorativo grazie alla rete. Ma soprattutto, ti fanno capire che non sei solo e puoi viaggiare, scoprire, cambiare, senza dover per forza emigrare in Australia e negli States.

D' altronde, anche Salvatore, dopo vent'anni, tornava a casa dal suo Cinema Paradiso.

 

di Irene Caltabiano

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Vedi Napoli e poi...affitta una stanza!

Siete matricole fresche di maturità e state per intraprendere la carriera universitaria?
Guagliò, se avete scelto Napoli preparatevi a vivere un'esperienza indimenticabile. La capitale campana è un tripudio di colori e vivacità. Verrete piacevolmente accolti dalla maestosità del Vesuvio, dalla bellezza del mare che accarezza il Golfo, dal profumo di cibo buono nei vicoli di ogni quartiere.

Dalla Federico II all' Orientale, le università napoletane sono famose per gli illustri natali. Dopo l'incanto iniziale però, ricordatevi che ccà nisciuno è fesso. Se avete intenzione di affittare una stanza, conviene muoversi per tempo. I prezzi sono piuttosto mutevoli da zona a zona. Quindi, dal momento che sapere è potere, una breve guida a prezzi, pregi e difetti dei principali quartieri della città.

Centro storico
 

Il fatto che sia patrimonio dell'Unesco dovrebbe già rivelare qualcosa sulla fortuna di vivere qui. Cuore pulsante della vita cittadina, è l'ideale per chi ama divertirsi. Ben collegata con i principali poli universitari, i prezzi non sono certo per chi bada allo “sparagno” (risparmio). Una stanza singola varia dai 350 fino ai 500 euro. Le doppie invece vanno dai 200 euro in su.

Quartieri Spagnoli
 

Negli anni questa zona ha assunto una cattiva fama. Ma, nonostante le maldicenze, rimane il luogo di Napoli più legato alla tradizione e al vero spirito partenopeo. Chi ci vive racconta di sapere a che ora esce di casa ma non quando torna. Nel percorso si incontrano sempre persone con le quali scambiare quattro chiacchere e consumare litri di caffè. Unica clausola? Non essere troppo curiosi. Brutto a dirsi ma... che s'ha da fa! Il costo degli affitti è fra i più economici. La stanza singola va dai 250 in su, i posti in doppia arrivano addirittura alla modica cifra di 180 al mese. Buoni collegamenti con l' Università Federico II.

Vomero
 

Il quartiere di Napoli dove si concentrano centri per lo shopping e attività commerciali. Si estende tra piazza Vanvitelli e area pedonale circostante, perfetta per chi rifugge la zona più caotica ma non vuole rinunciare al piacere di una passeggiata. Il Vomero si trova a pochi minuti a piedi dal lungomare con la famosa Funicolare e con qualche sforzo in più si può arrivare fino al centro storico. I prezzi delle camere qui tendono ad alzarsi. Per una stanza singola si parte da minimo 300 euro, in doppia dai 190 ai 200. A breve distanza dalla Federico II.

Bagnoli
 

Piuttosto fuori dal centro città, è una zona molto suggestiva, indicata per chi la cerca tranquillità di un quartiere residenziale immerso nel verde. Ai piedi della collina di Posillipo e con vista sul golfo di Pozzuoli, regala meravigliosi paesaggi dall'alba al tramonto. La rete di collegamenti è piuttosto sviluppata . A due passi dall'Università di Monte Sant'Angelo, i prezzi delle stanze si abbassano notevolmente rispetto ai quartieri piu in. Le singole partono dai 250 euro, mentre per i posti in doppia ci si muove intorno ai 170 euro.

Posillipo
 

Zona chic per eccellenza. È una collina con vista mozzafiato, dove si trovano le case più eleganti e costose. Un quartiere non adatto alle tasche di tutti, ma , per chi ne ha possibilità, ne vale certamente la pena. Ben collegato e servito con i principali atenei  universitari, è l'ideale per chi cerca una zona residenziale e ben curata. I costi delle singole partono dai 400 euro in su, per un posto letto invece il minimo è 250 euro.

Chiaia
 

Nonostante la sua bellezza equivalga a quella di Posillipo, con case che si affacciano sul Golfo di Napoli e sul lungomare Mergellina, i prezzi sono un po' più contenuti, soprattutto andando nella zona più interna al lungomare. Qui sono state realizzate le boutique dei marchi più alla moda e troviamo i locali della movida storica. Via San Pasquale pullula di baretti sempre affollati, dove sorseggiare un cocktail in tranquillità o fare quattro salti. Il quartiere è molto vicino alla facoltà di psicologia.

D'altronde, come diceva Totò «Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira». Magari ambientandosi un po', scoprirete anche voi le tecniche migliori per arrotondare.

In bocca al lupo, giovani menti!  

 

di Irene Caltabiano

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Guida per cambiare vita senza doversi trasferire alle Bahamas

A chi non è mai capitato di sentirsi profondamente  insoddisfatto dalla routine quotidiana e avvertire nitidamente il bisogno di trasformare radicalmente la vostra esistenza? È successo a tutti almeno una volta nella vita. Il discrimine, però, è tra chi è grado di tradurre quest’esigenza inconscia in azioni concrete volte a produrre un risultato apprezzabile e chi, invece, passa il tempo a marinare in un miscuglio di rimpianti, rimorsi e sogni. 
Cambiare sostanzialmente la propria vita è una scelta che implica un percorso preventivo. Quello volto a trasformare sé stessi, guardarsi dentro e focalizzare con chiarezza ciò che si desidera, al netto del “ronzio” prodotto dalle voci esterne. D’altra parte, per riuscirci bisogna rompere le catene rappresentate dai condizionamenti della società e quelli (in) consapevoli delle persone che ci sono intorno. In una parola, il salto fondamentale da fare è quello che aiuta a prendere le distanze da ciò che chiamiamo consuetudini. Una sorta di abito mentale che indossiamo non perché ci piaccia realmente, ma per l’influenza della moda imperante, o semplicemente per la pigrizia che ci impedisce di cercare qualcosa “su misura” per noi. 
Questo è lo spirito che anima il sito Mollotutto, progetto editoriale fondato nel 1998 dal giornalista emiliano Massimo Dallaglio. «L’iniziativa ha preso le mosse da quello che, in qualità di sociologo, era il mio campo di studio e d’azione privilegiato, ovvero le relazioni esistenti tra desideri e scelte di vita. È nata così una realtà che è stata la prima in Italia ad affrontare il tema. Gli altri hanno cominciato a comprendere la vastità del fenomeno una decina di anni fa».
La scelta del nome del sito è particolarmente emblematica, in quanto sottende un aspetto cruciale, ma sottovalutato da molti. Per trasformare radicalmente la propria quotidianità non è indispensabile abbandonare le nebbiose lande lombarde, o le terre assolate del Sud. Il momento fisico da un luogo può essere un aspetto del cambiamento, ma non esaurirlo nella sua interezza. Infatti, tradurre i propri bisogni profondi in una nuova realtà è possibile anche restando nello stesso luogo in cui si è sempre vissuto, a patto di fare chiarezza dentro sé stessi, donandosi tutta l’onestà e il coraggio necessari a fare “il salto”.
Tra le tante storie raccontate negli anni, una di quelle che ha più colpito Massimo Dallaglio è quella di Giacomo Carrara, che, a un certo punto, ha abbandonato un lavoro sicuro e consolidato per seguire un richiamo che avvertiva interiormente con sempre maggior forza. Quello di vivere rispettando precisi principi etico-esistenziali. Così, ha rimesso in discussione la sua quotidianità e cominciato a lavorare con l’acqua alcalina ionizzata.
Diciotto anni densi di vite e testimonianze sono stati raccolti da Dallaglio nel libro Viaggiare senza soldi. Il titolo, volutamente provocatorio,  nasce dall’equivoco semantico evocato dal verbo. Infatti «chi viaggia, in realtà, lavora». Così, nel volume trovano spazio svariati mestieri che “costringono” a muoversi (ad es: lo chef), nonché altrettanti corsi professionalizzanti. 
Vuoi saperne di più sul libro o acquistarlo? Clicca qui

A chi non è mai capitato di sentirsi profondamente  insoddisfatto dalla routine quotidiana e avvertire nitidamente il bisogno di trasformare radicalmente la vostra esistenza? 

È successo a tutti almeno una volta nella vita. Il discrimine, però, è tra chi è grado di tradurre quest’esigenza inconscia in azioni concrete volte a produrre un risultato apprezzabile e chi, invece, passa il tempo a marinare in un miscuglio di rimpianti, rimorsi e sogni.

 
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Quello volto a trasformare sé stessi, guardarsi dentro e focalizzare con chiarezza ciò che si desidera, al netto del “ronzio” prodotto dalle voci esterne. D’altra parte, per riuscirci bisogna rompere le catene rappresentate dai condizionamenti della società e quelli (in) consapevoli delle persone che ci sono intorno. In una parola, il salto fondamentale da fare è quello che aiuta a prendere le distanze da ciò che chiamiamo consuetudini

Una sorta di abito mentale che indossiamo non perché ci piaccia realmente, ma per l’influenza della moda imperante, o semplicemente per la pigrizia che ci impedisce di cercare qualcosa “su misura” per noi.

Questo è lo spirito che anima il sito Mollotutto, progetto editoriale fondato nel 1998 dal giornalista emiliano Massimo Dallaglio

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La scelta del nome del sito è particolarmente emblematica

In quanto sottende un aspetto cruciale, ma sottovalutato da molti. Per trasformare radicalmente la propria quotidianità non è indispensabile abbandonare le nebbiose lande lombarde, o le terre assolate del Sud. Il momento fisico da un luogo può essere un aspetto del cambiamento, ma non esaurirlo nella sua interezza. Infatti, tradurre i propri bisogni profondi in una nuova realtà è possibile anche restando nello stesso luogo in cui si è sempre vissuto, a patto di fare chiarezza dentro sé stessi, donandosi tutta l’onestà e il coraggio necessari a fare “il salto”.

Tra le tante storie raccontate negli anni, una di quelle che ha più colpito Massimo Dallaglio è quella di Giacomo Carrara, che, a un certo punto, ha abbandonato un lavoro sicuro e consolidato per seguire un richiamo che avvertiva interiormente con sempre maggior forza. Quello di vivere rispettando precisi principi etico-esistenziali. Così, ha rimesso in discussione la sua quotidianità e cominciato a lavorare con l’acqua alcalina ionizzata.

Diciotto anni densi di vite e testimonianze

Sono stati raccolti da Dallaglio nel libro Viaggiare senza soldi. Il titolo, volutamente provocatorio,  nasce dall’equivoco semantico evocato dal verbo. Infatti «chi viaggia, in realtà, lavora». Così, nel volume trovano spazio svariati mestieri che “costringono” a muoversi (ad es: lo chef), nonché altrettanti corsi professionalizzanti.Vuoi saperne di più sul libro o acquistarlo?

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