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Secondwife, il sito per trovare più mogli è illegale?

“Puoi sposare due, tre o quattro donne. Ma se non puoi trattarle tutte allo stesso modo allora sposane una sola”.
 

Così recita la sura 3:4 del Corano. La stessa che troneggia all’apertura del sito Secondwife.com. La pagina web, online da pochi mesi, consente agli uomini di religione musulmana di trovare una seconda, terza, quarta moglie.

Sono onesta, il primo pensiero è stato fosse una cosa barbara.  E non sono la sola a pensarla così. In Gran Bretagna, Paese dove vive Azad Chaiwala, 33enne fondatore della piattaforma, sono previsti 7 anni di carcere per il reato di poligamia ( in Italia cinque).

Tuttavia è  facile dare giudizi su ciò che va al di fuori della nostra comprensione e cultura. Siamo per caso noi i “retrogradi” che mantengono vivo questo taboo? Ho voluto capire il perché gli uomini islamici sentano il bisogno di avere più di una donna. Intanto per un semplice motivo: possono. La loro religione lo consente. Inoltre,secondo la religione islamica, il matrimonio non ha valore sacramentale, ma rientra nel campo dei contratti legali fra privati.

Perché volere più mogli?
 

Esistono diversi siti in cui si parla dell’argomento. Chiaramente, tutti gli intervistati hanno voluto restare anonimi. Noia, disobbedienza, incapacità di dare vita  ad altri figli perché troppo vecchie. Questa la spinta principale ad aprirsi più strade. Se la prima diventa indomabile, forse con la prossima andrà meglio.

 Peccato che stiamo parlando di  donne e non  di mucche. Chaiwala si mostra entusiasta della sua invenzione.«Non promuovo un atto illegale, l'Islam consente di sposare fino a 4 mogli». Ulteriore prova post-Brexit che l’integrazione multiculturale in Gran Bretagna ha largamente fallito.

 Tecnicamente, se si è ospiti di un Paese si dovrebbero rispettare le sue leggi. Ma stabilire il limite fra diritto, cultura ed etica è un discorso vecchio e complicato. Per parte mia, sarebbe un discorso accettabile se anche la donna avesse diritto alla poliandria o se accettasse volentieri questo trattamento. Non ho avuto più dubbi quando ho sentito l’intervista alla moglie di Azad:  “Non esiste al mondo una sola donna disposta ad accettare volentieri una simile scelta da parte del marito: anche nel Corano se ne parla”.

Tuttavia, la scelta di proporsi come seconda moglie, terza o quarta moglie su Secondwife.com  è libera. Ma, se ci muoviamo in campo legislativo, anche se la  pagina Facebook conta 40mila follower, e, con il sito gemello Polygamy.com, 42mila iscritti, credo che debba essere giudicato dalle autorità inglese come imputabile di reato.

-GUARDA IL VIDEO (sub inglese)-

 

di IRENE CALTABIANO

 

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La storia delle mie tette, la graphic novel che ci fa ridere sul cancro al seno

Si può scherzare sulla malattia? E su un male terribile come il cancro al seno?
 

Si. L’autrice di “La storia delle mie tette” lo dimostra. Già il titolo fa sorridere; poi apri il volume e scopri che ad essere buffa non è solo la copertina.La graphic novelist Jennifer Hayden non tralascia nulla: dal patema d’animo nel vederle crescere alle sue amiche, all’invidia per quelle della mamma e della sorella quando a tredici anni era il piattume più totale, al fumo e all’alcol per sentirsi grande e sopperire a questa mancanza.

Fin quando alla mamma non viene diagnosticato un cancro al seno. E allora si rende conto che "le tette" tanto agognate possono anche rappresentare un problema. Filadelfia e la convivenza con il ragazzo che diventerà suo marito riescono a farla allontanare momentaneamente dal problema .Ma dalla vita non si sfugge. Già mamma di due figli, le viene diagnosticato lo stesso male. Al contrario della madre però, Jennifer sceglie una mastectomia totale.

L’intervento farebbe pensare ad una piega tragica della vicenda. Ma così non è. Si continua con lo stesso tono leggero e ironico delle prime pagine. Se i veri artisti riescono a sublimare la sofferenza personale trasformandola in bellezza, possiamo considerare la Hayden parte della categoria. Bellezza come un’irresistibile graphic novel che non ha nulla di superficiale, ma riesce farci sorridere e provare gratitudine per il nostro seno poco capriccioso.

Grazie Jennifer. 

di IRENE CALTABIANO

 

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Matrimonio oggi? Scelta da veri romantici

Vale ancora la pena sposarsi?

matrimonio
Domanda secca, provocatoria.
Eppure, quesito che affligge trentenni e ultra-trentenni della nostra epoca.
 
L' articolo omonimo di Miss Laurie Penny del Newsstatesman mi ha ancora una volta fatto aprire gli occhi su un disagio sociale che serpeggia, anche se non ufficialmente riconosciuto.
 

Saghe mentali

Lo chiameremo per comodità “sindrome della zitella”, marchio ignobile delle signorine "in età da marito" (espressione raccapricciante che ancora ci trasciniamo dietro) che non hanno ancora trovato la dolce metà . Questa patologia non riconosciuta comincia a manifestarsi non appena compiuti i 25 anni
 

Quell’ansietta che ti prende spenta la fatidica candelina che segna il passaggio da studentessa a “ Oddio, devo trovarmi un lavoro, devo diventare una persona seria, non posso più ubriacarmi e restare sveglia fino alle 5 del mattino”. 

E subito, quella vocina interiore, proveniente  dal cervello o forse dall’utero, automatica e inconscia anche tra le donne più indipendenti ed emancipate: “Sono single, devo figliare sennò verrò etichettata come isterica, sfigata o frigida”.

Si parla di unioni civili e matrimoni gay ma ancora ci sono scogli mentali da superare riguardo le unioni tradizionali. In giro si avverte molta poca tolleranza e accettazione rispetto a un liberatorio “ bastare a se stesse”, donne in primis. Anche a livello di terminologia, avete mai sentito parlare del femminile di scapolo d’oro? 

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Moglie e mamma? Lavoro emozionale

Credo fermamente nel fatto che non tutte sentano la spinta darwiniana alla riproduzione della specie né che siano adatte a crescere bambini.

Anche se piacciono, non è detto che si debba essere disposte a investirci una vita intera. Perché, ricordiamolo, fare la mamma è un’attività a tempo pieno e non riguarda il semplice fatto di mettere al mondo figli.

L’espressione che sta sempre più prendendo piede è “lavoro emozionale”: fare le pulizie, preparare pappe, organizzare tempi propri e dei figli. Dopo secoli di imperativi quali sposarsi e procreare, è legittimo essere un po’ stanche?

Per i maschietti: non è un discorso femminista.  È un dato di fatto che il peso di queste cose, nonostante il miglioramento ci sia stato, ricada ancora una volta sulle donne. Sono piccoli segnali fin da quando siamo piccole, dalle bambole al corredo, da film e articoli di giornale in cui la “single lady” deve essere per forza in cerca di un “single man”.

Peraltro, numerose ricerche hanno dimostrato che un uomo sposato è molto più sereno di una moglie. E anche i vedovi sono maggiormente spinti  a cercare una nuova compagna, mentre le donne possono gestirsi tranquillamente senza un uomo accanto.

 Ci sarebbero poi altri discorsi parallelli. Il matrimonio è spesso legato a una comodità economica. Lo stipendio di un uomo è infatti tendenzialmente più alto di quello di una donna, perciò la comunanza dei beni diventa un sollievo.

Per questo motivo oggi il matrimonio diventa ancora di più una scelta consapevole e romantica. Proprio perché le donne hanno finalmente un’alternativa.

E i limiti nel considerarla stanno solo nella nostra testa.

 

 

di IRENE CALTABIANO

 

 

 

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