Vi è mai capitato di controllare la cronologia di Facebook e trovare accessi sospetti?
La maggior parte delle persone pensa di essere paranoica a pretendere che tutti i dati presenti sui social siano tracciabili. Non è così. Il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto al colosso di Silicon Valley di comunicare tempestivamente, nel caso in cui vengano richiesti da un utente in difficoltà, informazioni, fotografie, post e tutto ciò che riguarda il profilo Facebook. Il social network dovrà essere perciò completamente trasparente su finalità, modalità e logica del trattamento dati.
La storia
La discussione è nata dal ricorso di un utente soggetto a minacce causa creazione di un' identità fake. Le risposte ricevute da Facebook sono risultate a dir poco insoddisfacenti, se non nulle. Il malfattore aveva avvicinato la vittima con la classica richiesta di amicizia, intrattenendo inizialmente una corrispondenza confidenziale e scoprendo le password di accesso. In seguito ha cominciato a ricattare l'ingenuo malcapitato con richieste di denaro. Nel momento in cui la vittima si è rifiutata di sborsare la somma prevista, l'hacker ha creato il falso account, prelevando dati personali, fotografie, immagini e video. Tramite fotomontaggi ha poi cominciato a ledere gravemente la sua immagine pubblica. L’interessato ha così richiesto il blocco dell’account e la comunicazione dei suoi dati in forma chiara. Risposta di Facebook? Nessuna.
Cosa fare in caso di furto di identità
Non tutti sanno che esiste una sede italiana di Facebook ( Facebook Italy Srl, Milano) alla quale è possibile rivolgersi in casi di questo genere. Il Garante ha dovuto infatti appellarsi alla competenza nostrana sul caso in esame, regolata dalla normativa 95/46 ec. L ’interessato ha infine avuto accesso a tutti i dati che lo riguardano, compresi quelli condivisi sul falso account, dissuadendo Big F dal cancellare i dati del profilo fake perché utili a livello di trattamento giudiziario. Le prove stampate o gli screenshot hanno valenza minore rispetto ai dati digitali. Nel caso in cui Facebook non risponda velocemente si può fare ricorso alla Polizia postale querelando il soggetto in questione e inviare poi la scansione del documento al servizio di assistenza del social network.
L’ennesimo esempio di quanto sia importante il know-how e gestire correttamente profilo e dati personali.
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