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Lewk, l'app per lo shopping "maschilista"

Lo ammetto, personalmente un servizio del genere mi farebbe comodo.
Ma il fatto che Lewk sia un’ app dedicata solo ai maschietti fa pensare. Cosa fa la neonata piattaforma? Fornisce abbigliamento per corrispondenza, dando al cliente diverse opzioni mensili:
 
  • Jack: due capi, 79 dollari
  • King: tre capi, 149 dollari 
  • Ace: quattro capi per 339 dollari. 

« Sei un cittadino del mondo. Una persona di cui Ghandi sarebbe stato orgoglioso (???). Quindi è giusto mostrare quanto sei intelligente».  Come pubblicità non mi sembra proprio granchè. Guarda chi sono andati a scomodare per farti sentire un vero uomo. La verità è che, per quanto si possano mettere di mezzo parole come charme, eleganza e globetrotter, sempre di fare shopping con algoritmi preimpostati si parla. 
 
L'utente viene sottoposto inizialmente alla scelta tra diverse categorie:  pop, classic, heritage, rock’n roll, continuando poi con colori, taglio di abito e tipo di città a cui ci si ispira. Se i vestiti una volta inviati non sono di gradimento si possono restituire al mittente senza costi di spedizione. 
 
Per un uomo è quanto di più semplice e sbrigativo possa esistere, la soluzione definitiva. Per una donna…vuoi mettere toglierci il piacere dello shopping, di lamentarci di quanto siamo ingrassate per poi consolarci con un maxi gelato, di provarci e riprovarci lo stesso abito  e fare impazzire le commesse per poi riabbandonarlo sugli scaffali?
 
Beh, forse un’app non vale tutto questo. Però voi maschietti potete accomodarvi.
 
 
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Chi non ha mai avuto gli stessi problemi della nostra Laura? Guarda il video >>
 

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Se l'orgoglio culinario è ciò che ci è rimasto

Solidarietà alla Francia in tempo di guerra e pace. 
Vive le baguette e i croissant, le escargot e l’omelette. Ma la carbonara d’oltralpe proprio non ci va giù. Quel miscuglio di pancetta, farfalle e cipolla, tutto in una stessa padella, è inaccettabile. Il video incriminato proviene da Demotivateur, sito francese che spiega la versione “veloce veloce” del piatto romano.  Guarda il video >>
 

Non è certamente la prima volta che i vicini europei creano la versione fast di una delle nostre ricette (vedi la degradante versione americana dalla pizza o l'indimenticabile pasta pronta Alfredo’s Fettucini, che Dio solo sa che intrugli nasconde). Perché allora prendersela tanto per un piatto di carbonara se  di ricette che garantiscono una piatto veloce e gustoso che si discostano dalla preparazione doc ne son pieni YouTube e social network?
 
A nessuno è venuto in mente che potrebbe essere un’operazione commerciale architettata dalla Barilla stessa che se la canta e se la suona? Casualità, dopo poco è spuntato fuori dal calderone web un video di risposta dell'azienda stessa in cui si mostra la carbonara a regola d’arte, ovviamente preparata con gli spaghetti dell'azienda emiliana. Non si sta dicendo la verità assoluta, ma insinuare è lecito; credo che se non ci fosse stato il brand rosso e bianco di mezzo, il popolo non sarebbe insorto in modo talmente furibondo. È come quando si diffonde una moda: tutti indossano quel vestito ma in pochi si chiedono chi sia il vero preucursore. 
 
La "vera" carbonara: guarda il video >>
 

Brutti massoni, francesi di mxxxa, mangia lumache, blasfemi, eretici. Questi solo alcuni dei simpatici epiteti con cui sono stati chiamati i francofoni. E poi tutti a mettere la bandiera rossa blu e bianca in solidarietà all’attentato  del 13 Novembre.  La coerenza non si mangia e non esiste una versione ufficiale e una sbagliata. Attenti italiani: rischiate di diventare come  Carlo Cracco e Joe Bastianich, che prima polverizzano le aspirazioni dei neochef  e poi fanno pubblicità rispettivamente alla patatine in busta e alle sfoglie surgelate. Oppure fate tanto i puristi dell'alta cucina e il sabato sera vi ingozzate all’all you can eat di sushi. 
 
A volte penso che l’orgoglio per la nostra cucina sia una delle poche cose che ci sono rimaste per sfoggiare l’amore per la nostra terra. Forse sarebbe il caso di puntare gli occhi al di fuori delle nostre cucine e concentrarci su temi un pò più importanti della disputa tra guanciale e pancetta.  
 
Inoltre,c on tutto il rispetto per sua Maestà la carbonara, piatti come il risotto alla milanese o il raffinato gorgonzola, sono nati per errore.  Stacce, per i romani, il en est ainsi, per i francesi. 
 
 
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A qualcuno piace assurdo: perchè Internet fa rima con nonsense

Benvenuto kitsch, addio buon gusto.
Viviamo un Rinascimento al contrario, in cui a farla da padrone è il demenziale, l’assurdo, il freak. A giudicare dalla classifica dei video più visti su YouTube, accanto all’ironico stile dei The Jackal con Gli effetti di Gomorra la serie sulla gente, il vincitore dopo ben due anni, è ancora Psy con il suo tormentone Gangam style . A seguire la petulanza di Favij  e le caricature degli iPantellas, la cui ironia è molto lontana dall'essere umorismo intelligente.  
 
E su Facebook? La pagina La stessa foto di Toto Cutugno postata ogni giorno ha 80.000 followers. Come fa una tale esempio di nonsense ad avere così tanti seguaci?. Eppure quotidianamente sforna nuovi fotomontaggi realizzati dall'utente e miliardi di commenti e condivisioni. Che sia il demenziale la nuova forma di creatività? Perché le masse sono attratte dal cattivo gusto? C ’era già chi  questa domanda se l’era fatta mezzo secolo fa. 
 
Gill Dorfles, intellettuale degli anni ’50, aveva definito il kitsch "pasto estetico di una grande maggioranza", ignorato dalle grandi menti che si rinchiudono nelle loro convinzioni elitarie . Niente romanzo da quattro soldi , né canzonette pop, né libro del personaggio televisivo del momento per gli intellettuali che rimangono chiusi a compiacersi della loro intelligenza superiore. La chiave del fenomeno per Dorfles è interessante.  Una nemesi defintiva tra il gusto dell’artista e quello del pubblico, che, per contrapposizione tende a rifiutare tutto ciò che non è elitario in difesa del proprio status. La complessità della società diventa così direttamente proporzionale alla stupidità delle masse.
 
Se Internet è il regno della democrazia assoluta, in cui ciascuno ha la libertà di creare una pagina che parli dei massimi sistemi come una che si chiama Cazzate fatte da ubriaco, è lecito chiedersi il perché. Probabilmente è proprio la mancanza di limiti, l'assenza di “canoni del brutto” che mettano paletti al peggio a generare mostri.
 
 YouTube e Facebook sono ormai diventati i contenitori per eccellenza di qualsiasi fonte di informazione e non, dalla più becera alla più alta. Né c’è più un supporto fisico che distingua uno scritto di qualità dal tabloid, il filosofo dallo scemo del villaggio.
 
Che fare? Sperimentare il cattivo gusto e anche parteciparvi. Ma capire quando è il caso di distaccarsene. 
 
 
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